Intelligenza artificiale e lutto: i “fantasmi digitali” possono davvero aiutare a guarire?

I “fantasmi digitali” creati dall’intelligenza artificiale possono aiutare a elaborare il lutto? Benefici, rischi ed etica di una tecnologia che cambia il rapporto con la memoria.

Dicembre 2, 2025 - 21:38
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Intelligenza artificiale e lutto: i “fantasmi digitali” possono davvero aiutare a guarire?
Ritratto digitale con metà volto umano e metà volto composto da codici binari, simbolo dei fantasmi digitali dell’intelligenza artificiale.

 I “fantasmi digitali” possono davvero aiutarci a guarire?

L’intelligenza artificiale continua a ridefinire il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche — e sempre di più — con emozioni, lutti e memoria. Negli ultimi anni, infatti, sono nati servizi capaci di ricreare la voce, il volto o persino la personalità di persone defunte grazie ad algoritmi avanzati. Questi strumenti, spesso definiti “fantasmi digitali”, sollevano interrogativi profondi: possono aiutare a elaborare il dolore o rischiano di intrappolarci in un passato che non tornerà?

Il tema divide psicologi, esperti di etica e studiosi di IA. Ma la domanda resta aperta: queste simulazioni possono avere un valore terapeutico?

Tecnologia e ricordo: come nascono i “fantasmi digitali”

La ricostruzione digitale avviene attraverso un insieme di dati: fotografie, video, registrazioni vocali, chat, testi e interazioni online. Gli algoritmi imparano da questi materiali per creare un avatar realistico, capace di conversare e di rispondere con toni e modalità simili alla persona originale.

Alcune aziende hanno già lanciato:

  • chatbot che riproducono stili linguistici di persone defunte,

  • ologrammi interattivi per commemorazioni,

  • repliche vocali utilizzate in contesti familiari o celebrativi.

Una tecnologia potentissima, che apre scenari mai visti.

Un aiuto per elaborare il lutto? Gli psicologi non sono d’accordo

Secondo alcuni terapeuti, parlare con un avatar digitale potrebbe alleviare temporaneamente la sofferenza, fornendo una sorta di “ponte emotivo” nei primi momenti dopo la perdita. In particolare:

  • permette di esprimere parole non dette,

  • aiuta a rielaborare ricordi positivi,

  • può ridurre la sensazione di vuoto immediato.

Altri professionisti, però, invitano alla prudenza. Il rischio è quello di ritardare il processo di separazione emotiva, creando una dipendenza psicologica da una simulazione che non appartiene alla realtà.

Etica e identità: chi “possiede” un fantasma digitale?

Dietro questi strumenti si apre un enorme fronte etico.
Tra le domande più urgenti:

  • Chi autorizza la creazione del gemello digitale di una persona deceduta?

  • Quali dati vengono utilizzati e chi ne ha il controllo?

  • Come evitare un uso improprio, manipolatorio o commerciale dell’immagine?

Molti esperti definiscono queste creazioni come “repliche emotive” e suggeriscono la necessità di una regolamentazione chiara, capace di proteggere sia la memoria dei defunti sia la fragilità di chi vive un lutto.

Tra terapia e tecnologia: un equilibrio ancora da trovare

Nonostante i dubbi, i “fantasmi digitali” stanno entrando nel dibattito pubblico e nella ricerca scientifica. Alcuni centri di studio lavorano a protocolli che integrino queste tecnologie in percorsi terapeutici monitorati, valutandone benefici e limiti.

La questione centrale, però, resta la stessa: un avatar può davvero sostituire il legame umano?
O si tratta solo di un’illusione che, se gestita male, rischia di amplificare la sofferenza?

Conclusione: tra speranza e cautela

L’intelligenza artificiale offre strumenti innovativi che possono cambiare il modo in cui ricordiamo e affrontiamo la perdita. Ma se da un lato possono rappresentare un supporto momentaneo, dall’altro sollevano problemi psicologici, etici e sociali ancora irrisolti.

La verità è che i “fantasmi digitali” non sono né miracoli né minacce inevitabili. Sono nuove possibilità.
E, come per ogni possibilità, toccherà a noi — e alle regole che sapremo darci — decidere se saranno strumenti di conforto o nuove forme di dipendenza emotiva.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia