Innovazione digitale nella Pubblica Amministrazione: cosa sta cambiando secondo TIG – The Innovation Group

Dicembre 3, 2025 - 00:42
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Innovazione digitale nella Pubblica Amministrazione: cosa sta cambiando secondo TIG – The Innovation Group

lentepubblica.it

Intervista esclusiva di Lentepubblica a Roberto Masiero, Presidente e fondatore di TIG – The Innovation Group, sullo stato dell’innovazione digitale nella Pubblica Amministrazione italiana, così come fotografata dal Digital Italy Summit.


La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è una delle sfide più importanti per la competitività del Paese. Tra piattaforme e identità digitali, interoperabilità e Intelligenza Artificiale, l’Italia sta vivendo una trasformazione profonda che però procede ancora a velocità diverse.

TIG – The Innovation Group osserva e racconta questi cambiamenti attraverso il suo Digital Italy Summit, un punto di riferimento per imprese, istituzioni e policy maker. In questa intervista esclusiva di Lentepubblica, il Presidente Roberto Masiero offre una lettura chiara delle luci e delle ombre del processo di innovazione della PA.

Così Masiero definisce ruolo e funzione di TIG – The Innovation Group e racconta come si è sviluppata dal 2009 ad oggi:

TIG è nata per analizzare e condividere i trend relativi all’innovazione digitale delle imprese, della Pubblica Amministrazione e del Terzo Settore, con una visione olistica rispetto ai processi di innovazione digitale del Paese.

Si è sviluppata in questa direzione svolgendo un ruolo di raccolta delle opinioni dei decision maker e degli opinion leader di questo Paese, creando dei momenti di riflessione condivisa rispetto a questi temi che sono diventati sempre più importanti. E allo stesso tempo anche come fucina di ulteriori decisioni da parte delle imprese e da parte dei leader responsabili di questi processi.

Il Digital Italy Summit per la Pubblica Amministrazione

Stringendo il campo alla sfera della Pubblica Amministrazione, Roberto Masiero quindi enuclea i termini di un solido sillogismo che vede dipendere la competitività del Paese dal legame tra intelligenza artificiale e miglioramento della Pubblica Amministrazione. Da qui il forte interesse di TIG – The Innovation Group:

Il tema della Pubblica Amministrazione è un tema assolutamente strategico per noi, perché PA significa per tutti i paesi più avanzati dal 30 al 50% del PIL, quindi una voce massiccia da cui dipende la competitività delle singole economie nazionali.

Di conseguenza, l’efficienza e la produttività della Pubblica Amministrazione sono aspetti fondamentali per la competitività di un paese. In un’epoca in cui la competitività dipende in gran parte dall’accesso e dalla gestione dell’informazione, è chiaro che la digitalizzazione gioca un ruolo cruciale. Infatti, l’adozione di tecnologie digitali risulta essere uno strumento potente e, in particolare, l’Intelligenza Artificiale si preannuncia come uno degli strumenti chiave per migliorare ulteriormente questo aspetto.

La digitalizzazione in Italia oggi: luci e ombre

A valle di quanto detto, Masiero spiega a che punto è la digitalizzazione in Italia e soprattutto la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Di fatto ci sono luci e ombre, tutte emerse molto bene dal Digital Italy Summit dello scorso 20 novembre, in particolare dalla conferenza per la PA che ne è stata parte integrante.

Innovazione digitale nella PA intervista a Roberto Masiero Presidente di TIG sullo stato della digitalizzazione in Italia fotografata dal Digital Italy Summit

I risultati positivi degli investimenti PNRR

Quali sono dunque le luci del processo di digitalizzazione della PA ad oggi? Il Presidente di TIG – The Innovation Group analizza:

L’Italia parte da una posizione piuttosto favorevole per quanto riguarda la performance dei building block della Digital Public Infrastructure, ovvero delle piattaforme digitali. Grazie, infatti, agli investimenti PNRR, è stato possibile creare una serie di piattaforme digital.

Considerando che in Italia vivono circa 59 milioni di persone, è significativo il fatto che oltre 40 milioni abbiano già un’identità digitale attiva. Anche sul fronte dei pagamenti alla Pubblica Amministrazione i numeri sono importanti: sulla piattaforma PagoPA si registrano, infatti, 40 milioni di transazioni, per un valore complessivo di 9 miliardi di euro. Inoltre, ogni mese vengono effettuati circa 50 milioni di scambi di dati attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati, l’infrastruttura di interoperabilità che collega ben 8.000 amministrazioni. Tutto ciò mostra come, dal punto di vista delle piattaforme digitali che sostengono la Pubblica Amministrazione e permettono di offrire servizi a cittadini e imprese, sia stato fatto un lavoro significativo e strutturato.

I problemi politici e culturali

Un buon lavoro che però non basta. Masiero individua tre problemi fondamentali:

1)          La giungla burocratica

Ci perdiamo nella semplificazione dei processi. Questo è il motivo per cui in Germania, che sta molto peggio dal punto di vista delle piattaforme digitali delle pubbliche amministrazioni, riescono ad aprire un’azienda in un giorno e noi ci mettiamo mesi.

Il vero problema nasce, dunque, a monte, nella complessità della macchina burocratica. Non riguarda tanto la digitalizzazione in sé, quanto piuttosto le scelte politiche che negli anni hanno contribuito a creare un sistema amministrativa sempre più articolato, Questo organismo, infatti, è frutto di un accumulo progressivo di norme e decisioni spesso prese senza una visione e un piano organico. Quando poi si presenta un problema da risolvere, tutte queste stratificazioni si sommano, dando vita a un insieme estremamente complesso che rende molto difficile, se non impossibile, intervenire con processi di semplificazione.

2)          Regole uniformi per amministrazioni difformi

Poi c’è il tema delle regole istituzionali uniformi per amministrazioni che sono ormai difformi. Come si fa a pretendere che il sistema troppo rigido di norme amministrative possa adattarsi efficacemente a realtà diverse? Penso ai ministeri, i grandi enti centrali, le regioni, le agenzie, gli 8.000 Comuni, oltre alle scuole e al sistema sanità. È evidente che da questo punto di vista c’è un problema forte.

3)          Le competenze da costruire

Il terzo tema – conclude Masiero – è quello fondamentale delle competenze. È una questione molto seria: oggi la Pubblica Amministrazione conta 3.400.000 dipendenti e nei prossimi anni circa 700.000 di loro andranno in pensione. Come li stiamo sostituendo? Stiamo davvero sfruttando questa occasione per inserire nuove figure con competenze capaci di sostenere l’innovazione dell’intero sistema?

La verità è che questo accade raramente, anche perché sul mercato del lavoro i talenti hanno un costo elevato. Idealmente bisognerebbe assumere meno personale, ma più qualificato. Inoltre, e questo forse è l’aspetto più critico, se non riusciremo a mettere in campo meccanismi efficaci per attrarre e selezionare i profili di cui abbiamo davvero bisogno, la Pubblica Amministrazione rischia di diventare l’ennesimo rifugium peccatorum, un luogo in cui finisce chi non trova spazio altrove.

La PA predittiva e invisibile al cittadino: l’evoluzione della Pubblica Amministrazione grazie all’IA

Nonostante queste difficoltà, Roberto Masiero non è un visionario troppo avanti rispetto a tempi non ancora maturi. Diverse realtà in Europa mostrano la direzione chiara verso la quale ci si sta dirigendo fattivamente. Qual è dunque il futuro delle pubbliche amministrazioni?  Masiero spiega:

Il mondo sta cambiando molto rapidamente. L’Estonia, per esempio, anche se ha dimensioni molto ridotte e quindi è più facile realizzare dei processi di innovazione pervasiva, è riuscita a realizzare una pubblica amministrazione che è praticamente invisibile ai cittadini e al paese.

Le cuciture, infatti, che ci sono tra i diversi centri che erogano le diverse funzioni sono praticamente diventate invisibili.

Di fatto, nel futuro non sarà più il cittadino a doversi rivolgere alla PA ma sarà la PA a predire le necessità del cittadino e intercettarlo:

Il punto è: cosa può fare l’Intelligenza Artificiale per la Pubblica Amministrazione? Può cambiare la natura dei servizi e dell’esperienza dei cittadini. Si tratta veramente di trasformarla in una realtà erogatrice di servizi, anche attraverso piattaforme digitali, che va verso il cittadino e identifica in modo personalizzato le cose di cui può avere bisogno e gliele va a offrire.

Si tratta in realtà di step che i paesi avanzati stanno certamente realizzando e che anche alcune delle nostre amministrazioni avanzate stanno per realizzare. Esistono applicazioni, cito per esempio l’applicazione dell’Inps rispetto al mercato del lavoro, che consentono di prevedere alcuni trend e quindi adattare le politiche e le misure relative alle attività in questo senso.

Esistono già, dunque, all’interno della nostra pubblica amministrazione numerosi centri che sono attenti all’innovazione e che hanno effettuato forti investimenti in questa direzione. In SOGEI ci sono 50 progetti di intelligenza artificiale attivi. Non stiamo parlando di visionari, ma di soggetti che praticano l’innovazione con passione, con competenza all’interno della nostra Pubblica Amministrazione.

Innovazione digitale nella PA: la rivoluzione del welfare

Il Presidente di TIG – The Innovation Group conclude descrivendo strumenti e soluzioni per far sì che la PA colmi il gap culturale rispetto alla digitalizzazione, in particolare il ritardo di quegli enti locali che faticano ad allinearsi:

L’Italia aderisce al Single Digital Gateway. Si tratta di un progetto europeo che promuove l’interoperabilità tra 27 Stati membri. Abbiamo usato fondi europei per implementarne un’ampia parte delegata a sostenere attraverso servizi digitali diciannove eventi della vita. Per esempio, se hai bisogno del pediatra o devi iscrivere il bambino o la bambina e ottenere il Codice Fiscale generato dall’Agenzia delle Entrate è possibile accedere a questi servizi online grazie a questo progetto.

 Un altro elemento da tenere in considerazione è che ci troviamo di fronte al secondo paese più anziano del mondo, anche se gli anziani sono molto attenti rispetto alle opportunità che offre il digitale. Certamente molti di loro hanno bisogno di essere sostenuti rispetto all’utilizzo di questo strumento e, quindi, in questo senso è necessario anche mettere a punto una macchina di assistenza in modo da consentire a tutti di fruire di queste opportunità.

Ci sono molti servizi anche nell’area del Welfare che sono a disposizione ma purtroppo molti anziani, anche non autosufficienti, non conoscono queste opportunità. La rivoluzione del welfare nell’era del digitale consiste nel passare da sussidi a pioggia all’andare a identificare le esigenze personali e a comunicare e rendere disponibili i provvedimenti che possono essere utili per affrontare queste difficoltà.

Leggi anche: Digital Italy Summit 2025: il futuro digitale dell’Italia passa per AI, PA e sicurezza

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