“Prevenire la prossima pandemia e prepararsi”: l’appello delle agenzie UE su clima e rischi per la salute

Novembre 3, 2025 - 18:00
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“Prevenire la prossima pandemia e prepararsi”: l’appello delle agenzie UE su clima e rischi per la salute

Bruxelles – Riconoscere il legame tra salute umana, animale e ambientale, per agire simultaneamente e contemporaneamente e in modo coordinato in tutti i settori per ciò che può derivare dai cambiamenti climatici: è questo l’appello che arriva Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), Agenzia europea per il farmaco (EMA), Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), Agenzia europea per l’ambiente (EEA) e Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) in occasione del ‘One Health Day’, la giornata mondiale di sensibilizzazione sulla correlazione tra salute e mondo circostante, che si celebra il 3 novembre. La task force europea rappresentata dalle cinque agenzie UE su questo vuole essere quanto più chiara possibile: bisogna lavorare assieme “per prevenire, preparare e rispondere alla prossima pandemia”.

L’assunto di partenza, ormai non trascurabile, è che c’è una sola salute e c’è un solo pianeta. Il modo in cui viene gestito e conservato il secondo determina la prima. Per questo si rende “assolutamente essenziale affrontare i rischi” in cui la salute umana, animale, vegetale e ambientale si intersecano. Anche perché, viene sottolineato da ECDC, EMA, EFSA, EEA ed ECHA, questi rischi sono “intensificati dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento, dalla perdita di biodiversità“. Non solo: sulla salute dell’essere umano un ruolo lo giocano pure i cambiamenti nell’uso del suolo, le catene alimentari complesse e l’aumento del commercio e della domanda, l’incremento dei viaggi.

Il fenomeno è già in atto, denuncia la task force europea. “L’estate del 2025 è stata la più calda mai registrata”, e prima ancora lo era stata l’estate 2024. All’inizio di settembre di quest’anno quasi un milione di ettari di terreno erano stati persi per gli incendi nell’UE. Ancora, le ondate di calore marine hanno colpito quasi tutto il Mediterraneo, amplificando lo stress ecologico e minacciando i mezzi di sussistenza. Caldo da record e le stagioni estese delle zanzare hanno alimentato la diffusione di malattie quali il virus del Nilo occidentale, della chikungunya e della dengue, guidando anche un aumento delle malattie legate al calore, infezioni di origine alimentare e pressione sui sistemi sanitari, in particolare per le popolazioni vulnerabili. Allo stesso tempo, le malattie animali come la febbre catarrale degli ovini, le malattie della pelle nodulosa e l’influenza aviaria minacciano il benessere degli animali e la sicurezza alimentare.

Dengue, malaria, febbre del Nilo: il cambiamento climatico che fa male all’Europa

Di fronte a tutto questo la task force europea si unisce all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) e Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per chiedere di “migliorare il coordinamento globale e regionale” così da fare in modo che azioni, politiche e strategie siano allineate e non iniziative sparse e disomogenee. In tal senso il suggerimento è “rendere la collaborazione intersettoriale la norma”, così da integrare il modello ‘One Health’ nei sistemi di governance nazionali e subnazionali attraverso la legislazione, finanziamenti sostenibili e quadri politici abilitanti. Politica per l’ambiente e gestione del territorio come mezzo per tutelare la salute richiede “un processo decisionale congiunto, la condivisione dei dati e il monitoraggio intersettoriale”, insistono le agenzie europee e mondiali.

Per governi nazionali e organizzazioni sovra-nazionali l’altro suggerimento che ne deriva è dunque fare in modo di “garantire che le scelte politiche siano basate su prove scientifiche e forniscano benefici per la salute umana, animale e ambientale, dimostrando al contempo il valore aggiunto ottenuto attraverso il coordinamento, la collaborazione”. Fin qui l’osservatorio europeo per la prevenzione dei rischi per la salute da cambiamenti climatici non sembra aver impresso un cambio di paradigma che oggi viene chiesto con nuova e rinnovata forza, con l’auspicio a fare davvero più di quanto fatto finora.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia