“Repetita Europe”

Agosto 29, 2025 - 04:00
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“Repetita Europe”

Si sente riecheggiare, nel dibattito pubblico, che l’UE è impotente rispetto a un destino di declino e umiliazione. L’Ue, si dice, è solo un vaso di coccio tra vasi di ferro in un’epoca che rischia di stritolarla insieme al suo tesoretto di conquiste sociali, valori e diritti.

Stavamo meglio prima? L’Europa viveva in condizioni migliori nel 1923, nel 1933, o nel 1943? La risposta evidentemente è no. Crisi economiche, capitalismo selvaggio, colonialismo imperante, e poi totalitarismo comunista, dittature fasciste, oppressioni civili e razziali, guerre devastanti.

E nel 1957? L’UE che muove i primi passi con solo sei paesi, è un’unione politicamente incompiuta, poco piú di un mercato comune, la CEE. Si tratta però di un piccolo miracolo nel panorama mondiale del tempo, dove, nonostante la creazione dell’ONU, sembra valere solo la minaccia e la forza: in Medio oriente, in Corea, in Algeria, Ungheria, ecc. ecc.

E nel 1973? Immaginiamo di tornare con la macchina del tempo al 1973 e andiamo a guardarla questa Europa di cui spesso e volentieri si parla male. Nel 1973, in Spagna e Portogallo ci sono ancora dittature (e loro colonie in Africa), un regime militare usa il pugno di ferro in Grecia. Tanti paesi europei dell’est vivono sotto regimi comunisti senza libertà. Nell’ovest dell’Europa, c’è un gruppo di paesi formalmente liberi ma sotto la tutela militare degli Americani, che sono nel frattempo impegnati in una sanguinosa guerra in Vietnam e in disinibite azioni dei servizi segreti volte a mantenere l’America latina nella propria zona d’influenza. In Italia, c’è in atto la strategia della tensione. Nel 1973, inoltre, tutto il mondo occidentale si avvita tra inflazione galoppante ed austerity a causa delle tensioni in Medio oriente, mentre gli USA hanno deciso due anni prima di sganciare Il dollaro dall’oro: un vero e proprio terremoto finanziario.

E allora? Stiamo meglio nel 2025? La risposta è sì. Se si fa il paragone con il 1973, l’UE è di gran lunga in migliori condizioni e, in più, presenta una grande forza economica e un altrettanto grande potenziale, anche sul piano politico.

Sì, anche sul piano politico. Ma in quale direzione? Se non si vuole seguire il sistema autoritario e muscolare che sembra farsi largo nel mondo, è necessario che l’UE si rafforzi senza tradire la strada della cooperazione (pacifica) tra gli stati europei intrapresa per la prima volta con i Trattati di Roma.

Non occorre scomodare il passato lontano, rievocare Demostene. L’UE di oggi è forse uno degli ultimi baluardi al mondo delle democrazie liberali, un modello innovativo e moderno che va rinnovato con maestria e protetto con passione. Non è banale ricordare che Mario Draghi lo sottolinei sempre nei suoi discorsi anche recenti. È una questione di visione e di sagacia, di fiducia e responsabilità. In questo scorcio del terzo millennio, l’UE va incontro a cento anni di passione. Se seguirà la sua stella, andrà tutto bene.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia