Sindrome delle apnee notturne, chi ne soffre rischia di più micro-emorragie cerebrali che aprono la strada a ictus e demenze

Novembre 11, 2025 - 08:00
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Sindrome delle apnee notturne, chi ne soffre rischia di più micro-emorragie cerebrali che aprono la strada a ictus e demenze

Il legame con patologie gravi come ictus e demenza rendono la diagnosi della Sindrome delle apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) una priorità di sanità pubblica. L’allarme è particolarmente rilevante per l’Italia, dove la sindrome delle apnee notturne è molto diffusa, ma notoriamente sotto-diagnosticata

La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) rappresenta una condizione clinica di grande rilevanza pubblica, soprattutto in Italia, dove si stima che circa il 20,5% della popolazione tra i 30 e i 69 anni sia affetta da questa patologia. Tuttavia, la diagnosi rimane sotto-implementata, con solo il 4% dei circa 12 milioni di casi stimati che vengono effettivamente diagnosticati, lasciando oltre l’80% delle persone inconsapevoli del loro problema.

Rischi e conseguenze dell’OSAS

Numerosi studi evidenziano come l’OSAS aumenti significativamente il rischio di complicanze neurologiche e cerebrovascolari. In particolare, una ricerca pubblicata su Jama Network Open ha monitorato 1.441 individui nel corso di otto anni, scoprendo che le apnee del sonno aumentano di 2,14 volte il probabilità di micro-emorragie cerebrali. Queste lesioni, spesso asintomatiche, sono un campanello d’allarme per futuri eventi come ictus e demenza. Per esempio, nelle persone con almeno 15 apnee all’ora, il rischio di micro-emorragie si attestava al 7,25% in otto anni. La riduzione dell’ossigeno durante le apnee (ipossia intermittente) danneggia silenziosamente il cervello, contribuendo al declino cognitivo.

Meccanismi neurocognitivi

Uno studio su Brain and Behavior ha approfondito il ruolo della frazione di estrazione dell’ossigeno come biomarcatore dei deficit cognitivi associati all’OSAS. Questo parametro indica l’efficienza con cui il cervello estrae ossigeno dal sangue. Nei pazienti con OSAS, questa frazione risulta significativamente ridotta, specialmente in aree critiche come la corteccia frontale, portando a difficoltà cognitive come problemi di memoria di lavoro e attenzione.

Sintomi e fattori di rischio

I principali sintomi includono russamento, micro risvegli durante il sonno, sonnolenza diurna e irritabilità. Fattori di rischio rilevanti sono obesità, fumo, uso di tranquillanti, consumo eccessivo di alcol, familiarità, età e ostruzioni delle vie aeree.

Diagnosi e trattamenti delle apnee notturne

La diagnosi si basa su un esame obiettivo, come la fibrolaringoscopia, e sulla polisonnografia, che monitora vari parametri fisiologici durante il sonno. La perdita di peso è il primo intervento raccomandato, specialmente per pazienti obesi. La terapia più comune è l’uso del dispositivo CPAP, che mantiene aperte le vie respiratorie durante il sonno. Tuttavia, non tutti i pazienti tollerano questa terapia o riescono a dimagrire, e in circa il 30% dei casi si ricorre alla chirurgia, personalizzata in base alla sede dell’ostruzione (naso, cavo orale o ipofaringe).

Dato il forte legame tra OSAS e gravi complicanze neurologiche, è fondamentale aumentare la consapevolezza sui sintomi e promuovere diagnosi tempestive. La cura dell’OSAS non migliora solo la qualità della vita, ma rappresenta anche una strategia di neuroprotezione, riducendo il rischio di ictus e declino cognitivo nel lungo termine.

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