Sonic Racing CrossWorlds Recensione

Ottobre 7, 2025 - 14:30
Ottobre 7, 2025 - 15:14
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Sonic Racing CrossWorlds Recensione

Sonic Racing CrossWorlds Personaggi

Ci sono giochi che non ti chiedono di capirli: ti mettono in mano il controller e ti dicono “vai”. Sonic Racing CrossWorlds è uno di questi. Parte in un lampo, con il rombo dei motori e un tripudio di colori, e nel giro di pochi minuti ti trascina dentro una spirale di velocità, suoni e riflessi che ha il sapore inconfondibile dei grandi arcade SEGA.

Ma non è solo nostalgia. È una sensazione viva, fisica, quasi epidermica: quella di tornare a un tipo di gioco che si gioca col corpo, con i riflessi, con l’istinto.

E non poteva essere altrimenti. Perché Sonic Racing CrossWorlds è stato realizzato in collaborazione con il team storico di Initial D Arcade Stage, la serie di corse giapponese che nei cabinati anni 2000 aveva reso leggendario il drifting da sala giochi.

Il loro tocco si sente ovunque: nelle curve, nei salti, nelle derapate che sembrano coreografie perfette.

È un ritorno alla filosofia SEGA più autentica — quella che non punta al realismo, ma alla sensazione di velocità — e che trova in questo titolo la sua più bella dichiarazione d’amore.

Lo avevo già provato a Colonia — ne ho parlato nella mia anteprima da Gamescom — e già allora mi era parso diverso. Ora che ci ho passato decine di ore, posso dirlo senza esitazione: Sonic Racing CrossWorlds è il miglior racing arcade di SEGA dai tempi di All-Stars Racing Transformed, e uno dei pochi capaci di far dimenticare per un attimo il dominio di Mario Kart.

Sonic Racing CrossWorlds Recensione: la nuova frontiera del racing arcade di SEGA

Sonic e le corse sono un amore tormentato. Dagli esperimenti spericolati di Sonic R ai voli di Riders, fino alla consacrazione di All-Stars Racing Transformed, ogni capitolo della saga ha cercato di catturare un frammento dell’essenza SEGA.

Eppure, dopo il passo falso di Team Sonic Racing, qualcosa sembrava essersi spento: troppa voglia di innovare, troppo poca spavalderia.

Con CrossWorlds il riccio blu torna invece a fare ciò che gli riesce meglio: correre senza freni, ma con stile.

Il segreto sta nel ritmo. Ogni gara è costruita come una piccola sinfonia di accelerazioni, salti e collisioni. Il controller vibra, il motore ruggisce, la pista cambia forma, e tu sei lì, costantemente in bilico tra controllo e caos.

È la filosofia di Initial D, applicata al mondo di Sonic. La differenza è che qui la pista non è una montagna giapponese illuminata al neon, ma un universo in continua trasformazione.

Alla fine del primo giro, infatti, entra in scena la meccanica che dà nome al gioco: l’effetto CrossWorlds. Chi è in testa apre un portale dimensionale — un enorme Travel Ring sospeso nel cielo — e decide in quale realtà trasportare tutti gli altri.

Il secondo giro si svolge così in un mondo completamente diverso, con nuove regole, ostacoli e persino logiche di gara.

Sonic Racing Crossworlds Recensione

È un’idea tanto semplice quanto geniale, che rompe la routine e trasforma la corsa in una continua scoperta. Non c’è mai un secondo giro identico al primo, e questo rende ogni tracciato un piccolo racconto imprevedibile, un’alternanza di sorprese e intuizioni che tiene viva la tensione fino all’ultimo secondo.

Anche quando il sistema non è perfetto — capita, nei testa a testa più serrati, che la scelta del mondo venga assegnata al secondo classificato o finisca in un pareggio — resta un’idea brillante, una di quelle invenzioni che nascono solo quando si pensa come un arcade designer, non come un produttore.

La cosa più bella, però, è che CrossWorlds non vive di un solo colpo di genio. È un gioco che cresce, che si stratifica, che ti conquista un passo alla volta. E il primo luogo in cui lo fa è il garage, il suo cuore segreto.

Qui si capisce quanto lavoro ci sia dietro il sistema di personalizzazione. Ci sono oltre 40 veicoli e più di 70 gadget, e ognuno può essere smontato, modificato, riassemblato per adattarsi al proprio stile. Le cinque statistiche fondamentali — velocità, accelerazione, turbo, potenza e stabilità — diventano la grammatica di una lingua che impari giocando.

Ma il vero colpo di scena è la Gadget Plate, una scheda con sei slot personalizzabili che funziona come una piccola “build”. Puoi scegliere gadget che ti danno vantaggi unici: partire con un oggetto speciale, potenziare il turbo, ottenere bonus dopo una collisione o persino cambiare l’effetto della derapata.

Sonic Racing Crossworlds provato

Non è sempre bilanciato — il gadget del Monster Truck, che ti fa partire invincibile, è troppo potente — ma è un rischio che fa parte del gioco. Sonic Racing CrossWorlds non vuole essere perfetto: vuole essere vivo. E la libertà che offre nel modificare e sperimentare rende ogni vittoria davvero personale, perché non hai solo vinto: hai costruito la tua vittoria.

La sensazione di guida, invece, è puro DNA SEGA. Un misto di controllo e follia, precisione e spettacolo, che ti fa sentire costantemente al limite senza mai perdere il sorriso.

Si corre su terra, aria e acqua, con veicoli che si trasformano in tempo reale: sulla terra le derapate caricano il turbo come in un crescendo musicale; in acqua le onde diventano trampolini naturali; in aria tutto si fa danza, un equilibrio tra fisica e ritmo che ricorda più un musical che una gara.

E qui il contributo degli sviluppatori di Initial D è palpabile: il modo in cui la macchina risponde alla curva o perché no, la fisica semi irreale ma perfettamente leggibile. È la stessa filosofia che animava i cabinati da sala giochi: non il realismo, ma la sensazione. Non la simulazione, ma l’estasi del movimento.

Sonic Racing Crossworlds Recensione Pista

I tracciati, poi, sono un trionfo di fantasia. 24 circuiti in totale, ognuno ispirato a un mondo del franchise Sonic ma reinterpretato con occhi nuovi. Non sono solo omaggi, ma riscritture, ricostruzioni piene di scorci, rampe, biforcazioni e segreti.

Ogni pista è leggibile ma intricata, con una fluidità che ti invita a migliorare giro dopo giro. È come se ogni curva fosse pensata per essere memorizzata, e ogni scorciatoia per essere scoperta.

La colonna sonora è la compagna ideale di questo viaggio: remix dei classici, brani inediti, inserti elettronici e perfino un Juke box che permette di scegliere la propria playlist di gara. La musica non accompagna la corsa: la dirige.

Ogni turbo, ogni derapata, ogni salto è sincronizzato con il ritmo, e quando la gara finisce il jingle di vittoria è una piccola scarica di dopamina. C’è anche un ritorno che farà sorridere i fan più nostalgici: le Extreme Gear, le tavole volanti di Sonic Riders.

Sono tornate e si sentono benissimo, leggere e scattanti, perfettamente integrate nel gameplay. Non sono una semplice skin: rappresentano un modo diverso di interpretare la corsa, più tecnico, più aereo, più audace.

Rivalità, community e libertà

A fare da collante a tutto c’è la competizione, il motore invisibile che spinge ogni giocatore a “fare un’altra gara”. Il sistema dei Rivali è un’idea semplice ma efficace: prima di ogni Gran Premio puoi scegliere un avversario con cui misurarti, e ogni coppia ha dialoghi e cutscene dedicate.

È un piccolo tocco narrativo che aggiunge profondità anche alle partite offline, un modo per rendere personale ogni vittoria. Battere il tuo rivale diventa una soddisfazione a parte, come se ogni corsa fosse una piccola vendetta sportiva.

Peccato che i personaggi crossover — da Joker di Persona 5 a Ichiban Kasuga di Like a Dragon, passando per Hatsune Miku e SpongeBob — non abbiano linee di dialogo proprie. È un’occasione mancata, ma che non intacca il piacere dell’esperienza: vederli sfrecciare accanto a Sonic e Tails resta uno spettacolo di per sé.

Il multiplayer online è una delle migliori sorprese: cross play totale tra console e PC, matchmaking rapido, netcode stabile. Le partite scorrono senza intoppi, le corse classificate premiano la costanza e il livello di sfida cresce in modo equilibrato.

C’è una sensazione quasi “vecchio stile”, quella dei giochi che non vogliono complicarti la vita: entri, corri, esci, e ti ritrovi con il desiderio di farlo di nuovo.

Sonic Racing Crossworlds Recensione Gara

Il sistema economico basato sui Biglietti Donpa è invece l’unico vero freno. Ogni partita ne assegna una quantità proporzionale al posizionamento e ai ring raccolti, ma la progressione è lenta: anche per ottenere un clacson o un effetto estetico serve un impegno prolungato.

È un aspetto migliorabile, ma paradossalmente diventa anche una forma di incentivo, perché spinge a continuare a giocare, a “fare un’altra corsa” per guadagnare di più.

La parte migliore, però, è che Sonic Racing CrossWorlds non pretende mai di essere qualcosa che non è. Non vuole raccontare una storia epica, non ha ambizioni cinematografiche o narrative.

Vuole solo farti sorridere mentre sfrecci a trecento all’ora, e ricordarti che i videogiochi possono ancora essere semplicemente divertenti.

È un titolo accessibile ma profondo, immediato ma capace di premiare la dedizione. E soprattutto è puro SEGA: esuberante, luminoso, leggero. La stessa energia che faceva battere il cuore ai giocatori davanti ai cabinati di OutRun o Daytona USA si ritrova qui, intatta, solo più lucida, più moderna, più colorata.

Il bello di Sonic Racing CrossWorlds è che non cerca paragoni. Non vuole essere “più” o “meno” di Mario Kart: vuole essere Sonic. Vuole farti sentire l’adrenalina, l’imprevedibilità, la gioia del movimento. E ci riesce.

Sonic Racing CrossWorlds Percorso

Sonic Racing CrossWorlds è il miglior Sonic racing da oltre dieci anni. È un gioco che sa essere immediato per la serata tra amici e profondo per chi ama smontare e rimontare assetti alla ricerca del giro perfetto.

È un arcade che non stressa, non si appoggia troppo alla randomicità, premia il pilota e concede al caso il ruolo giusto.

La sua idea di CrossWorld è più che un effetto speciale, è un meccanismo che restituisce agency a chi guida e tiene le gare vive fino all’ultimo checkpoint. CrossWorlds non vuole rubare niente a nessuno, vuole solo correre meglio per come intende l’arcade SEGA. E, sorpresa, ci riesce.

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