Supercomputing nel Regno Unito: la roadmap da 2 miliardi per l’AI

Negli ultimi mesi, il governo del Regno Unito ha presentato un piano ambizioso per rilanciare la propria infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni (HPC, High Performance Computing) e affermarsi come leader sovrano nell’era dell’intelligenza artificiale. Questa strategia — spesso citata come la “Compute Roadmap” britannica — getta le basi per un salto tecnologico di vasta portata tra il 2025 e il 2030. Vediamo i punti chiave, le sfide e le opportunità legate a questa transizione.
Il contesto e gli obiettivi strategici
La spinta dietro questa roadmap nasce da un’esigenza evidente: la domanda di capacità di calcolo sta crescendo esponenzialmente, trainata dalla diffusione di modelli di intelligenza artificiale sempre più complessi, dalla simulazione scientifica, dalla modellazione del clima, dalla ricerca farmaceutica e dalle tecnologie industriali avanzate. Senza un’adeguata infrastruttura di calcolo sovrana, il Regno Unito rischia di dipendere da potenze straniere o da big tech estere per infrastrutture critiche.
Nel documento ufficiale “UK Compute Roadmap”, pubblicato dal Governo insieme a UKRI, si prevede un investimento fino a £2 miliardi entro il 2030 per costruire un ecosistema di calcolo integrato e resiliente. Di questi, £1 miliardo sono destinati all’espansione della AI Research Resource (AIRR), con l’obiettivo di potenziare la capacità di calcolo AI di venti volte rispetto al livello attuale.
Parallelamente, è stato stanziato fino a £750 milioni per realizzare una nuova infrastruttura supercomputing nazionale, localizzata nell’Università di Edimburgo. Questo supercomputer rappresenterà il primo centro nazionale HPC del Regno Unito e costituirà un pilastro centrale del nuovo ecosistema.
Il piano prevede anche il rafforzamento delle competenze: sono stati previsti finanziamenti per programmi formativi e la creazione di centri nazionali per lo sviluppo tecnico-scientifico (Digital Research Technical Professional Skills NetworkPlus).
Nel complesso, la roadmap mira non solo a potenziare la capacità hardware, ma a costruire un ecosistema “user-centric” dove accademia, industria e pubblico possano accedere a risorse di calcolo di classe mondiale.
Componenti tecnologiche e infrastrutturali
AI Research Resource (AIRR)
Il progetto AIRR è il cuore dell’iniziativa: verrà potenziato da 21 exaFLOP (misure di prestazioni AI) al valore stimato di 420 exaFLOP entro il 2030. Il modello operativo sarà ibrido: parte del carico sarà gestito da supercomputer specifici, parte in cloud, per garantire flessibilità e scalabilità.
L’idea è di favorire l’accesso da parte di ricercatori e imprese, riducendo la dipendenza da infrastrutture straniere e rafforzando la sovranità computazionale del Regno Unito.
Il supercomputer nazionale a Edimburgo
La scelta di Edimburgo come sede del centro HPC nazionale è strategica: viene confermata un’ulteriore infusione finanziaria, fino a £750 milioni per il progetto.
Tuttavia, non tutti i dettagli sono stati definiti. Al momento, non esiste un business case definitivo e le specifiche tecniche complete devono ancora essere elaborate; il progetto è ancora alle prime fasi di pianificazione e gara.
In passato, piani simili erano stati annullati: nel 2024, l’amministrazione precedente aveva cancellato alcuni investimenti chiave nel supercomputing. L’attuale governo ha tuttavia rivisto la decisione, confermando la volontà di procedere.
Isambard-AI e i centri esistenti
Una delle infrastrutture attualmente operative è Isambard-AI, basata presso Bristol, che già offre circa 21 exaFLOP (in ambito AI) ed è progettata per essere aggiornata continuamente. Il suo stack software è pensato per user experience simile al cloud (Jupyter Notebook, container) piuttosto che modelli HPC tradizionali.
L’obiettivo è che Isambard-AI diventi parte integrante dell’AIRR, insieme ad altri motori di calcolo come Dawn a Cambridge.
Connessioni internazionali e collaborazioni
Il Regno Unito intende collegarsi al network HPC europeo. Il governo ha lanciato il processo di selezione per un “AI Factory Antenna”, che farà da gateway verso i supercomputer europei, con un contributo pubblico fino a £2,5 milioni (cofinanziabili dalla UE).
In parallelo, il piano nazionale è pensato per integrarsi con iniziative europee come EuroHPC, così da favorire interoperabilità e scambio di risorse HPC tra paesi.
Tempistiche e sfide
Tempi previsti
- Il supercomputer di Edimburgo è atteso in operatività nel corso del decennio, con target spesso indicato verso il 2027 come punto di arrivo per un sistema di livello exascale.
- L’espansione AIRR verso 420 exaFLOP è pianificata entro 2030.
- I prossimi mesi sono cruciali per definire gare, contratti con fornitori, architetture software e modelli operativi.
Principali sfide
- Finanziamento e sostenibilità
Mettere insieme un investimento così elevato richiede commistione pubblico-privato e una roadmap credibile per il ritorno sull’investimento (in termini di ricerca, industria e sviluppo economico). - Scelta architetturale e modularità
Decidere quanto puntare su hardware proprietario vs soluzioni cloud, quanto modulare il sistema per adattarsi all’evoluzione dell’IA, e come bilanciare potenza grezza con efficienza energetica. - Energia e sostenibilità
Supercomputer consumano enormi quantità di energia e generano calore: servono strategie di raffreddamento efficienti, idealmente verde, e integrazione con infrastrutture sostenibili. - Competenze e forza lavoro
Manca ancora personale formato per gestire sistemi HPC avanzati. Il piano prevede investimenti in formazione tecnica (DTTP Skills Networks) per colmare questi gap. - Impegno e coordinamento tra stakeholder
L’ecosistema richiesto coinvolge università, centri di ricerca, industria privata, governo e fornitori internazionali. Coordinare questi attori affinché il sistema funzioni è una sfida non banale.
Implicazioni per ricerca, industria e innovazione
Se riuscito, il piano HPC britannico può avere un impatto significativo:
- Ricerca scientifica accelerata: simulazioni più complesse per fisica, chimica, biologia strutturale, climatologia, scienze dei materiali.
- Crescita industriale e competitività tecnologica: imprese nazionali potrebbero accedere a capacità di calcolo top-tier, migliorando il design di prodotti, modelli AI, ottimizzazioni operative.
- Sovranità tecnologica: ridurre la dipendenza da infrastrutture straniere e da giganti del cloud internazionale.
- Attrazione di talenti e investimenti: un ecosistema HPC moderno può attrarre startup, centri di ricerca e investitori globali.
- Applicazioni nel servizio pubblico e salute: AI per diagnosi, modelli pandemici, simulazioni ambientali, gestione energetica — tutto operando su infrastrutture nazionali.
La Roadmap del supercomputing
La roadmap del supercomputing UK rappresenta una mossa strategica ambiziosa per ridefinire il tessuto tecnologico nazionale. Con un investimento stimato fino a £2 miliardi entro il 2030, espansione dell’AIRR, realizzazione di un hub supercomputing nazionale a Edimburgo, e la ristrutturazione dell’ecosistema HPC, il Regno Unito punta a trasformarsi da “assorbitore” di potenza di calcolo esterna a creatore sovrano di infrastrutture ai confini della frontiera scientifica.
Le sfide sono molte — tecnologiche, finanziarie, di coordinamento — ma se superate potrebbero porre le basi per una decina di anni di progresso tecnologico competitivo.
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