Telefonate moleste da call center: scatta oggi il primo stop per i numeri italiani falsi

Agosto 19, 2025 - 18:30
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Telefonate moleste da call center: scatta oggi il primo stop per i numeri italiani falsi

lentepubblica.it

Il 19 agosto 2025 potrebbe essere ricordata come una data storica per i cittadini italiani: da oggi scatta l’obbligo per gli operatori telefonici nazionali di bloccare tutte le chiamate provenienti dall’estero, ma con numero fisso che simula un prefisso del nostro Paese.


È un primo passo, realizzabile senza troppe complicazioni.

Sotto l’aspetto tecnico, infatti, è impossibile che una chiamata con prefisso italiano parta da Paesi esteri. In questi casi, pertanto, sono sicuramente numeri falsificati attraverso software fraudolenti; premessa di un telemarketing con intenzioni moleste oppure, nella peggiore delle ipotesi, veri e propri tentativi di truffa.

Basterà per liberarci definitivamente da questa pratica odiosa che ci tormenta in tutte le ore del giorno?

Cosa prevede la delibera dell’AGCOM

Lo scorso 19 maggio, con la delibera 106/25/CONS, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato il nuovo Regolamento, recante disposizioni a tutela degli utenti finali in materia di trasparenza nell’offerta di servizi di comunicazioni elettroniche e nella presentazione del numero chiamante, il cosiddetto Calling Line Identity (CLI), ossia le cifre che appaiono sul display quando squilla il nostro telefono.

Per combattere il fenomeno delle chiamate moleste, sono previste due fasi:

La prima, che scatta appunto oggi 19 agosto, con il blocco automatico applicato dall’operatore nazionale su quelle provenienti dall’estero con numeri a prefisso italiano (ad esempio, +06 per Roma, +02 Milano, +095 Catania).

La seconda, prevista per il 19 novembre, quando entrerà in funzione anche il filtro per le chiamate con numeri di cellulare italiani presumibilmente falsificati.

In questo caso la verifica sarà più complessa, rendendosi necessaria una collaborazione tra operatori nazionali e internazionali.

Il sistema di filtraggio, infatti, dovrà prima accertare che il numero esista, attraverso la consultazione del database ministeriale; ma poi pure che il chiamante non sia un legittimo possessore di numero italiano in roaming dall’estero, verifica fattibile solo tramite uno scambio di informazioni con l’operatore mobile che lo ha assegnato.

Ovviamente tutti questi passaggi saranno automatizzati e in tempo reale.

Gli operatori che non rispettino le nuove regole potranno incorrere in multe salatissime, fino a 1 milione di euro.

Cos’è lo spoofing telefonico

Lo spoofing è una tecnica di manipolazione dell’identità telefonica, con cui il chiamante falsifica il numero che appare sul display del destinatario, facendolo sembrare italiano e quindi più affidabile.

A quel punto, le persone saranno più inclini a rispondere, con il rischio di trovarsi coinvolte in pratiche commerciali aggressive per estorcere la sottoscrizione di contratti (forniture elettriche, servizi telefonici, internet, ecc.) o in pericolose attività fraudolente (sottrazione di dati personali o bancari, comunicazione di credenziali sensibili, effettuazione di pagamenti, ecc.).

Per l’AGCOM la problematica del cosiddetto CLI spoofing ha oramai assunto una dimensione tale da compromettere la trasparenza e la stessa fiducia degli utenti nel sistema delle comunicazioni elettroniche, nonché nei confronti delle autorità nazionali e internazionali che regolamentano e vigilano sul settore.

La dimensione criminale del fenomeno

Secondo i dati forniti dalla Polizia Postale le denunce per furto d’identità si attestano tra le 500 e le 600 all’anno. Nel 2024 ci sono stati 18.714 interventi per truffe online (+15% rispetto al 2023) e 3.581 persone indagate.

Le somme sottratte con raggiri telematici hanno superato i 181 milioni di euro (+32% sul 2023).

Alcune stime riferite al solo settore di luce e gas rivelano che a causa del telemarketing aggressivo i clienti hanno subito danni per oltre 2 miliardi di euro.

Queste pratiche, inoltre, hanno messo in cattiva luce pure le aziende che operano nel pieno rispetto della legge. Un settore che in Italia occupa oltre 80.000 persone, con 2.035 call center attivi e un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro annui.

Ma queste nuove regole funzioneranno davvero?

Per avere una risposta certa bisognerà attendere un tempo congruo, memori anche dei pessimi risultati ottenuti dai provvedimenti adottati in passato.

Si prenda ad esempio la chimera del Registro Pubblico delle Opposizioni, che sin dal 2022 era stato presentato come potente argine per stoppare le telefonate dai call center.

Ebbene, a oggi in Italia, nonostante i 32 milioni di utenti iscritti al servizio, si continuano a registrare circa 15 miliardi di chiamate indesiderate annue.

Ora, è indubbio che il blocco per quelle dall’estero sia una buonissima notizia; ma non basterà certo a renderci immuni dal rischio delle truffe.

Intanto, ci potrà essere sempre la remota possibilità di falsificare le numerazioni chiamando dall’Italia.

Eppoi, soprattutto, perché il blocco non si estenderà alle chiamate commerciali con numero internazionale (tra i più utilizzati Regno Unito +44, Francia +33, Cuba +53, Moldavia +373, Kosovo +383 e Tunisia +216), che quindi potranno continuare a operare indisturbate.

Bisognerà mantenere inalterate tutte le accortezze del caso, poiché a fronte di un’attività criminale così redditizia possiamo aspettarci strategie sempre più ingegnose e sofisticate per superare i filtri.

E sarebbe davvero paradossale se proprio noi dimenticassimo il famigerato adagio italico del… Fatta la legge, trovato l’inganno!

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