La prof precaria alza la voce e vince: ha diritto alla carta docente

Agosto 31, 2025 - 05:00
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La prof precaria alza la voce e vince: ha diritto alla carta docente

lentepubblica.it

Vinto il ricorso della professoressa precaria di Velletri che reclamava il proprio diritto a ricevere la Carta Docente.


A volte ci tiriamo indietro nel richiedere ciò che è nostro diritto avere e troppo spesso, forse, ci sentiamo impotenti di fronte ai cosiddetti ‘poteri forti’. La vicenda di Velletri capovolge completamente il paradigma e vede una professoressa precaria di una città di Provincia, che riesce a far condannare e addirittura commissariare il Ministero dell’Istruzione.

Il ricorso di una professoressa precaria reclama la carta docente

La notizia viene direttamente daI TAR, Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che ha accolto il ricorso di una professoressa di Velletri, per la precisione dell’istituto alberghiero Tognazzi. Di fatto ha fissando il suo diritto a ricevere la Carta del docente, anche se titolare di un contratto di lavoro annuale, non a tempo indeterminato dunque.

Si tratta di una prepagata caricata del valore di 500 euro che possono essere finalizzati, a scelta in:

  • azioni di aggiornamento professionale;
  • corsi;
  • libri;
  • tecnologia funzionale al ruolo che si ricopre.

L’inadempienza del Ministero, che aveva negato il bonus, ha di fatto obbligato la docente a ricorrere nuovamente per ottenere l’esecuzione della prima sentenza e far così valere i propri diritti e quanto stabilito dal giudice precedentemente.

Difatti già il Tribunale ordinario si era pronunciato a suo favore nel febbraio 2024, aveva accertato il suo diritto al bonus in riferimento all’anno scolastico 2022/2023, quello appena precedente l’azione legale.

Nonostante l’esito positivo dell’azione giudiziaria, dunque, che aveva visto la prof.ssa ottenere ragione dal Tribunale di Velletri, il Ministero dell’Istruzione non si era minimamente preoccupato di provvedere a erogare la somma dovuta.

La decisione del Tar ha imposto una precisa tempistica

La donna ha dovuto quindi approntare, questa volta, un secondo ricorso, finalizzato all’esecuzione del provvedimento giudiziario. La decisione del TAR del Lazio si è allineata alla precedente con il risultato di una piena ragione per la docente, la sua richiesta accolta e tempistiche ben specificate.

Il pronunciamento ordina al Ministero di attivare la carta elettronica con l’accredito di 500 euro entro sessanta giorni dalla notifica. La sentenza ha riaffermato quanto già statuito da un precedente giudizio, che il Ministero dell’Istruzione aveva fin qui disatteso. La decisione del TAR ha evidenziato l’inadempienza dell’amministrazione centrale ed ha imposto una scadenza precisa per l’erogazione dei fondi, mettendo fine a un lungo contenzioso legale.

Ministero condannato al pagamento delle spese legali

In aggiunta al riconoscimento della ragione in capo alla docente precaria, il Ministero dell’Istruzione è stato condannato al pagamento delle spese legali, quantificate in 500 euro, a favore degli avvocati della ricorrente, ad ulteriore ribadire la fondatezza del ricorso e la necessità di dover percorrere una azione legale per far rispettare i propri diritti.

A conclusione dell’iter processuale, Il Tribunale, nel pronunciare la sua decisione, non si è limitato a ordinare l’erogazione della somma di 500 euro spettante, ma ha anche previsto misure per garantire l’esecuzione della sentenza.

Se ancora inadempiente il Ministero  sarà commissariato

Infatti, nel caso in cui persista l’inadempienza da parte del Ministero, all’interno della sentenza è stata inserita la nomina un ‘Commissario ad acta’, individuato nel Direttore generale dell’Amministrazione, che avrà il compito di provvedere all’esecuzione del giudizio nei sessanta giorni successivi.

Si tratta di una misura non proprio usuale in questa tipologia di procedimenti, con una forza simbolica oltre che formale, che sottolinea la serietà della violazione da parte dell’amministrazione pubblica che non ha voluto ottemperare alla precedente sentenza.

Un precedente importantissimo

La vicenda segna un importante precedente, confermando come la giurisprudenza sia sempre più orientata a tutelare i diritti dei lavoratori anche nelle molte forme assunte da contratti atipici e poco tutelanti.

Questo è ancora più palese per i lavoratori della scuola a tempo determinato, con precarietà che si protrae per anni, equiparandoli ai colleghi di ruolo per quanto riguarda l’accesso a strumenti di formazione e autoformazione.

Le ricadute della sentenza per tutti i docenti precari

Le ricadute di una sentenza di questo tipo vanno ben oltre ilo singolo caso e sono si certo da annoverare tra i pronunciamenti che consolidano alcuni indirizzi legislativi. Il TAR del Lazio fornisce in questo modo una conferma della giurisprudenza consolidata. Di fatto essa considera la Carta del docente un diritto per tutto il personale insegnante, indipendentemente dal tipo di contratto.

Prima dei coraggiosi docenti precari che hanno sfidato la propria situazione, bonus era riservato ai soli docenti di ruolo, ma la giurisprudenza, supportata da diverse sentenze della Corte di Giustizia Europea, ha progressivamente allargato la platea dei beneficiari, includendo i supplenti a tempo determinato con incarichi annuali.

Non aver paura della strada legale per i propri diritti

In questa stessa direzione va il caso di Velletri, che offre una ulteriore prova che la strada per ottenere il bonus, qualora il Ministero continuasse ad ignorare le sentenze, è quella del ricorso in tribunale. Di certo l’esito positivo per questa docente potrà spingere e motivare altri docenti, in situazioni simili, a far valere i propri diritti.

Leggi anche: Mobilità dei docenti e Legge 104: il Tribunale di Siracusa riconosce il diritto all’assistenza familiare

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