Tutti i giovani usano l’IA, ma in pochi la conoscono davvero

Novembre 7, 2025 - 15:00
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Tutti i giovani usano l’IA, ma in pochi la conoscono davvero
(Foto AFP/SIR)

Quasi tutti la usano, pochissimi la conoscono davvero. È quanto emerge dal questionario “Intelligenza artificiale: dicci la tua” promosso da un gruppo di realtà del territorio come l’Associazione La Nostra Famiglia, Lo Snodo, Fondazione don Caccia, Fondazione San Vincenzo e la Pastorale Giovanile del Decanato di Erba su impulso dell’Assemblea Sinodale del Decanato di Erba.

L’iniziativa ha coinvolto centinaia di studenti erbesi, a cui è stato chiesto di condividere il loro rapporto con l’intelligenza artificiale, per stimolarne in futuro un confronto consapevole. 

Un uso diffuso, ma poco consapevole

Secondo i dati raccolti, il 96% dei ragazzi delle scuole superiori e universitari utilizza frequentemente o occasionalmente strumenti basati sull’IA, mentre tra i più piccoli la percentuale scende al 23%.

Tuttavia, più della metà degli intervistati non sa cosa sia l’intelligenza artificiale generativa e il 70% non conosce il deep learning, la branca dell’apprendimento automatico alla base di molti sistemi intelligenti. «È un dato significativo – osserva Giuseppe Croci della Fondazione San Vincenzo – perché ci mostra come la familiarità con gli strumenti digitali non corrisponda a una reale conoscenza del loro funzionamento».

Per gli intervistati gli ambiti più influenzati dall’IA sono l’intrattenimento, come i  videogiochi o film, l’istruzione e il lavoro.

Tutti sono inoltre concordi che l’intelligenza artificiale possa rivelarsi nel futuro un arma a doppio taglio: nessuno ne nega infatti il potenziale in termini di efficienza e sviluppo di nuove professioni, ma nel prossimo futuro è percepita anche come un rischio sulla sicurezza e sull’intrusività nelle relazioni sociali. 

Curiosità e ansia, entusiasmo e rischi

Dall’indagine emerge anche un dato emotivo: curiosità, stupore e meraviglia sono le emozioni più diffuse tra i più giovani, ma circa il 30% dichiara anche paura e ansia. Emerge inoltre il cosiddetto fenomeno della overconfidence: molti studenti tendono a sopravvalutare le proprie competenze in materia di IA, pur riconoscendone il potenziale nel mondo del lavoro e della formazione. 

Il progetto pilota per le scuole

Grazie ai risultati emersi dal questionario, il gruppo di ricerca proseguirà questo confronto con degli ulteriori percorsi educativi e laboratori pratici. Il primo appuntamento pubblico è previsto all’inizio del 2026, con un incontro per scoprire le applicazioni più semplici dell’IA.

Un secondo passo, in collaborazione con il Cremit dell’Università Cattolica, sarà la realizzazione di un progetto pilota per le scuole, con attività pensate per avvicinare i ragazzi a un uso più consapevole di questi strumenti “intelligenti”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia