Addio streetwear. Piccioli riporta l’allure della couture da Balenciaga

Ray-Ban scuri modello ‘Wayfarer’, indumenti total black, collana di coralli, sneakers. Dopo un anno sabbatico, e 25 trascorsi all’interno di Valentino, Pierpaolo Piccioli è tornato con il suo look abituale e, soprattutto, il suo inconfondibile talento. Sabato scorso il designer romano ha presentato la prima collezione nelle vesti di direttore creativo di Balenciaga. La sfilata, allestita presso l’headquarter parigino della maison del gruppo Kering, è stata applaudita da Meghan Markle, Lauren Sánchez Bezos, Isabelle Huppert, Anne Hathaway e Laura Pausini.
Nelle interviste antecedenti alla passerella, Piccioli ha raccontato di aver visitato gli archivi di Cristóbal Balenciaga a Getaria, in Spagna. Il designer ha anche dichiarato di aver abbracciato le innovazioni introdotte dai precedenti direttori creativi, Nicolas Ghesquière e Demna. Nella nota di sfilata si apprende che la collezione ‘Heartbeat’ ha l’intento di ricalibrare il “processo di creazione come ideologia, come identità, un’espressione dell’umanità e dell’invenzione umana” così come inteso dal fondatore spagnolo.
Osservando silhouette, forme, linee, colori e texture, la scelta di affidare la storica maison a Piccioli è sembrata più che naturale. L’estro creativo del designer italiano aderisce perfettamente all’heritage di Balenciaga più che alle declinazioni apportate in forma diluita (e negli ultimi anni quasi sparite) dai colleghi. Addio a felpe oversize, maxi sneakers, t-shirt logate, collaborazioni con Adidas e Britney Spears. Balenciaga torna ad essere una maison affine all’eccellenza sartoriale di Christóbal e non allo streetwear imposto da Demna.
Citando il New York Times, “era pieno di cose da indossare, o da desiderare di indossare. Non sono vestiti che ti mostrano il futuro. Ti liberano per arrivarci. Chi non può apprezzarlo, proprio adesso?”. I bomber amati dallo stilista georgiano, attualmente al timone di Gucci, sono ora ricoperti da fiori di tessuto 3D. Sembrano invece un omaggio didascalico gli occhia da sole dalle forme neo-futuristiche. Il cappello da cavallerizza proposto da Ghesquière nel 2006 torna coperto di piume viola e una sua stampa del 2008 rielaborata in versione tricot.
“Ciò che mi ha portato fin qui è stato un viaggio carico di emozioni, che mi ha spinto avanti con forza – non solo insegnandomi, ma anche rivelandomi parti di me che conoscevo appena. Ho abbracciato l’imprevedibilità, le giornate infinite, e l’atto di lavorare con il cuore – lasciandolo guidare, imparare e agire da solo”, spiega in una lettera Piccioli.
Il primo abito, nero senza maniche sospeso dalle spalle con una curva delicata sulla schiena che si restringe all’altezza delle ginocchia, sembra proprio la versione riveduta e corretta per il 2026 del famoso abito “sacco” del 1957. Pur essendo un eccellente colorista, Piccioli affida soprattuto al black & white l’ardito compito di tradurre l’eleganza di bluse, blazer, pantaloni (regular fit, finalmente!), camicie, cappotti e – perché no? – crop top. Non mancano i ricami con elementi floreali e frange, realizzati con gli stessi tessuti e nuance. Una libertà di movimento garantita da “abiti concepiti per e attorno a un corpo dinamico”. La valorizzazione dei corpi è ottenuta attraverso il taglio e le proporzioni degli indumenti, ancor più di quanto Piccioli ci avesse già abituato durante gli anni da Valentino.
“È un richiamo a una clientela più sofisticata, a chi che per molto tempo non ha avuto davvero dove andare. Oppure è sempre la stessa cliente di Balenciaga, che sta crescendo? Forse è un po’ prematuro dichiarare morto lo streetwear, ma forse è proprio questa la direzione che sta prendendo la moda”, riflette Vogue Us. Il medesimo slancio creativo è meno presente nel segmento calzature e accessori ma ci sarà tempo per affinare i progetti sperando in una it-bag che affianchi le nuove versioni dell’iconica ‘City’.
Tra le novità spicca il tessuto ‘neo gazar’, che si ispira all’originale tessuto gazar ideato da Cristóbal Balenciaga nel 1958, ne condivide le proprietà scultoree intrinseche, permettendo di ottenere un’ampiezza eccezionale unicamente attraverso il taglio.
La colonna sonora diffonde il classico di Nina Simone: “È una nuova alba, è un nuovo giorno. È una nuova vita, per me”. La maggior parte degli utenti sui social concorda e applaude al cambiamento. Sul canale YouTube del brand si legge: “La storia di Balenciaga è tornata!”, “La cura è iniziata”, “Standing ovation”. Su Instagram qualche commento nostalgico rimpiange Demna ma il tenore generale è di gratitudine ed entusiasmo. Il primo traguardo è stato superato, le prossime prove per Piccioli sono il menswear e la haute couture, segmento in cui dovrebbe (con)vincere a mani basse.
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