Alla Festa del Cinema di Roma, il grande ritorno “di famiglia” di Daniel Day-Lewis

Ottobre 19, 2025 - 22:00
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Alla Festa del Cinema di Roma, il grande ritorno “di famiglia” di Daniel Day-Lewis


«Volevo lavorare con mio figlio». Dopo otto anni dal suo ritiro dal grande schermo, il tre volte Premio Oscar Daniel Day-Lewis è nuovamente grande interprete in un film, Anemone, diretto dal figlio esordiente alla regia, Ronan. La sezione parallela “Alice nella città” (dedicata ai ragazzi) della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma (15-26 ottobre), ha ospitato, lo scorso 17 ottobre, la prima del film che è un vero e proprio affare di famiglia, in quanto Daniel Day-Lewis, oltre a recitare, ha collaborato con Ronan alla sceneggiatura.

Lo stilista Reynolds Woodcock, ne “Il filo nascosto” di Paul Thomas Anderson, era stata l’ultima incarnazione filmica di Day-Lewis che ha scelto un pittore per tornare a recitare. Suo figlio Ronan, infatti, è un creativo dell’arte figurativa che, desideroso di mettersi dietro la macchina da presa, ha potuto debuttare con uno dei più grandi attori della storia del cinema. Day-Lewis padre, infatti, a significare le sue grandi doti artistiche, è stato insignito per ben tre volte del Premio Oscar come miglior attore protagonista per “Il mio piede sinistro” (1990), “Il Petroliere” (2008) e “Lincoln” (2013). La sua formazione teatrale classica si è ben miscelata con le sue capacità di emergere nel mondo della cinematografia. Mondo al quale si è voluto riavvicinare per potere fare qualcosa assieme al giovane e talentuoso figlio, grazie ad “Anemone”. Si tratta di un film, scritto a quattro mani da padre e figlio e che ha cambiato volto nel corso della stesura.

La storia è centrata sui due fratelli Ray, reso sullo schermo da Day-Lewis, e Jem, interpretato da Sean Bean, noto anche per aver personificato “Borormir” ne “Il Signore degli anelli”. I due si incontrano dopo vent’anni di separazione. Ray vive da eremita in un bosco irlandese, dopo un trauma post-bellico con cui non riesce ancora a fare i conti e Jem vuole fargli affrontare i vecchi segreti di famiglia. Il film indaga liaison familiari complicate, segnate da conflitti tra generazioni diverse, con vecchie incomprensioni che riemergono per l’avvicinamento forzato dalle vicende che vivono i protagonisti della pellicola. Nel cast, molto ben bilanciato, anche Samantha Morton, candidata al premio Oscar per la miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in “Accordi e disaccordi” (2000) e come migliore attrice per “In America – Il sogno che non c’era” (2004). Anemone è una narrazione che si svolge tra allegorie, ricordi e visioni che accompagnano la storia dei protagonisti, con la guerra che rappresenta un peso difficile da superare. Al contempo il film, come ha sottolineato lo stesso director, si pone contro la guerra, perché non ne dà una spettacolarizzazione, proprio perché ne fa comprendere le conseguenze sulla natura umana.

In questo film Daniel Day-Lewis ha fornito ancora una volta un grande prova attoriale, evidenziando che il suo talento non si è arrugginito per l’assenza dagli schermi. Il suo legame con il cinema si è palesato anche attraverso la premiere a Roma, città in cui stette per alcuni mesi durante la lavorazione di “Gangs of New York” (2022). Ma la sua connessione con l’Italia, risale alla fine degli anni ’90, quando decise di andare a lavorare, per un anno, nella bottega di un calzolaio. Proprio la sua personalità controcorrente, abbinata alla sua tecnica di immersione totale nei personaggi da interpretare, lo ha reso un riferimento per tantissimi attori, oltreché una figura amatissima da grandi e piccini. L’accoglienza ricevuta a Roma, nella sezione dedicata ai ragazzi, ha significato anche questo, ossia la capacità di unire più generazioni all’insegna dell’amore per il grande cinema.

di Gianmaria Tesei

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