Il nuovo standard sulla robotica ISO 10218: cosa cambia e come prepararsi

Ottobre 18, 2025 - 23:00
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Il nuovo standard sulla robotica ISO 10218: cosa cambia e come prepararsi

sicurezza industriale

Il nuovo standard sulla robotica ISO 10218: cosa cambia e come prepararsi



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Le nuove edizioni delle norme ISO 10218-1:2025 e ISO 10218-2:2025 sono state pubblicate nel febbraio 2025. Markus Winter e Christian Leng, rispettivamente Product Management Safety e Product Expert Safety di Keba Industrial Automation spiegano cosa devono aspettarsi produttori di macchine e robot dallo standard aggiornato e i motivi per cui l’aggiornamento delle norme era divenuto da tempo necessario.

Pubblicato il 17 ott 2025



Christian Leng (Product Expert Safety) and Markus Winter (Produkt Management Safety)

Le nuove norme ISO 10218-1:2025 e ISO 10218-2:2025 sostituiscono le versioni precedenti datate 2011. Questi standard vanno a definire nella Parte 1 i requisiti di sicurezza per i robot industriali e per i sistemi robotici, mentre la Parte 2 riguarda le applicazioni robotiche e l’integrazione delle celle robotiche.

Ma cosa devono aspettarsi produttori di macchine e robot dallo standard aggiornato? E cosa ha reso necessario, già da diverso tempo, questo aggiornamento?

Le figure coinvolte e la suddivisione dello standard

Come la sua versione precedente, anche l’aggiornamento di questo standard è suddiviso in due parti: 10218-1 e 10218-2. L’ISO 10218-1 va a considerare il robot come macchina incompleta e coinvolge principalmente tutti i produttori di robot industriali e cobot.

La seconda parte, l’ISO 10218-2, riguarda invece macchine e sistemi completi che vedono l’integrazione di robot. La seconda parte è rivolta a tutti coloro che integrano robot industriali in una soluzione completa, come ad esempio i costruttori di macchine o gli integratori di sistemi.

Perché è stato necessario aggiornare lo standard? Cosa mancava e cosa è cambiato con questo aggiornamento?

Le norme ISO 10218 parte 1 e parte 2 sono state pubblicate nel 2012, con un aggiornamento che è stato effettuato nel 2016 con la specifica ISO/TS 15066 riguardante i cobot.

Allora lo scenario della robotica collaborativa era ben differente. Basti pensare che, rispetto al 2016, l’utilizzo di robot industriali è quasi raddoppiato. Oggi si contano quasi 3,5 milioni di unità installate.

Per questo motivo era quindi necessario e auspicabile effettuare una revisione delle norme che fosse adeguata. Un altro motivo, non meno importante, è quello dell’aumento negli ultimi anni dei requisiti in termini di cyber sicurezza e robotica collaborativa.

Le crescenti minacce cibernetiche e le tematiche correlate, come l’EU Cybersecurity Act o le linee guida USA sulle infrastrutture critiche (ad esempio le telecomunicazioni e le reti di distribuzione di energia), hanno infatti avuto una forte influenza sull’ISO 10218-1.

In questo scenario anche i produttori medi e piccoli sono soggetti al rischio di cyber attacchi, in particolar modo se consideriamo il ciclo di vita attuale di molte soluzioni robotiche.

Quali sono i principali contenuti e cambiamenti che i costruttori di macchine e robot dovranno tenere in considerazione?

Le due parti contengono numerose modifiche, fra le quali spiccano le seguenti novità:

  • Soprattutto per quanto riguarda l’ISO 10218-2, l’Integrazione dell’ISO/TS 15066:2016 – che tratta della collaborazione uomo-robot.
  • La suddivisione dei robot in due classi in relazione ai requisiti di sicurezza funzionale
  • Capitolo di chiarimenti sui requisiti per la sicurezza funzionale
  • La novità che riguarda l‘introduzione della cyber sicurezza

Quali fra queste novità possono essere ritenute particolarmente positive?

Innanzitutto è stato inserito un chiarimento per quanto riguarda la gestione delle velocità in modalità manuale con velocità ridotta (conosciuta come T1 o teach). L’aggiornamento prevede, ad esempio, che la velocità dei robot di classe II debba essere monitorata in modo sicuro.

Un grande passo avanti è rappresentato dall’allegato C, il quale contiene un elenco dettagliato delle funzioni di sicurezza richieste, sia quelle obbligatorie che quelle opzionali. Ciò fornisce una maggiore chiarezza in merito a questi parametri.

È inoltre molto importante l’ampliamento dei requisiti minimi per la sicurezza funzionale poiché nella revisione precedente la norma esprimeva in modo generico e unicamente il PLd / Cat. 3. Nell’aggiornamento invece viene preso in considerazione il PLd / Cat. 3 oppure il SIL2 / HFT=1 (20 anni) oppure SIL2 / PFHd < 4,43 *10^-7.

Per quale motivo è importante estendere i requisiti minimi di sicurezza funzionale?

Attualmente è richiesto un PLd con architettura di categoria 3 (EN ISO 13849-1). Con la nuova versione, l’architettura di categoria 3 non è più obbligatoria se il PFHd ha un valore sufficientemente basso. Questo porta a chiedersi se ci saranno in futuro soluzioni di sicurezza a singolo-canale nei robot.

Su questo quesito emerge anche un’ulteriore domanda: ci saranno soluzioni singolo-canale anche in altri settori? Spesso in comparti dove manca uno standard di tipo C dedicato, vengono utilizzati standard derivati dall’industria.

Lo standard ISO 10218 riguarda anche aziende extra-UE?

Si tratta di uno standard di tipo C secondo l’EN ISO 12100, e in linea con i requisiti minimi per robot in ambienti industriali. Anche altri Paesi possono recepire i contenuti nei loro standard nazionali. Poiché l’UE è un mercato strategico, molte aziende extra-UE dovranno adeguarsi implementando i requisiti richiesti dalla nuova norma.

Va considerato che sono molte le nazioni non UE che partecipano all’elaborazione degli standard ISO; per questo motivo è interesse comune implementare queste normative.

Quanto tempo ci vorrà per l’applicazione del nuovo standard e cosa dovranno fare i produttori?

Dopo la pubblicazione da parte dell’International Organization for Standardization, i testi verranno tradotti e pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Solo allora potrà essere definita la data dell’entrata in vigore dell’aggiornamento. Considerato che molti termini derivano dalla nuova Direttiva Macchine, è lecito aspettarsi che lo standard sarà attivo dal 20 gennaio 2027.

Anche se apparentemente c’è un certo lasso di tempo, va tenuto ben presente che i tempi di sviluppo e certificazione possono durare diversi anni. Produttori e integratori dovranno attivarsi già da ora e prestare particolare attenzione ai requisiti per la sicurezza funzionale e la cyber sicurezza.

Quali soluzioni esistono sul mercato?

Per le PMI, sviluppare una propria soluzione di sicurezza e mantenerla aggiornata, soprattutto in tema cyber security, è un’operazione complessa e poco fattibile.

Per questo motivo molte aziende dovranno rivolgersi a fornitori di servizi o piattaforme. Discorso diverso invece per i grandi produttori i quali dovranno saper gestire questi aspetti in modo autonomo.

In quali ambiti KEBA offre soluzioni?

Il nostro portfolio di moduli e funzioni per la sicurezza è in costante crescita, soprattutto per la robotica e lo stampaggio a iniezione. La piattaforma di automazione Kemro X è in grado di fornire in anticipo la soluzione alle molte criticità dei clienti: mi riferisco alla cyber sicurezza, all’hardware industriale, alle opzioni tecnologiche personalizzabili.

Questa piattaforma consente quindi ai clienti di concentrarsi meglio sulle proprie competenze chiave.

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