Palermo, se la guida turistica è un senza dimora

Ottobre 17, 2025 - 17:00
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Palermo, se la guida turistica è un senza dimora

«Scusatemi, non parlo bene l’italiano, ma spero che riuscirò a farmi capire per raccontarvi una parte di Palermo che io stessa ho imparato ad amare». Lo ripete più volte Tatiana, ma non avrebbe motivo di farlo perché la nostra lingua la parla benissimo. Per lei, romena di 59 anni, a Palermo dal 2021, farsi capire è importante dal momento che è una delle guide del progetto “VolontariatoTour – La via di Rosalia”. Si tratta di uno degli eventi di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025, che stanno animando il territorio attraverso la sinergia tra enti che lavorano con e per i più fragili. A promuoverlo sono Cesvop, Caritas Palermo, cooperativa “La Panormitana” e cooperativa “San Carlo Borromeo”.

«Mi sembra di vivere un sogno», afferma Tatiana che, in attesa che il gruppo si formi, invita a gustare una fetta di torta e un caffè. «Quando sono arrivata qui, ero veramente disperata. Ho lasciato la Romania nel 2007 perché era diventato troppo difficile viverci. Avevo due figli che stavo crescendo da sola e non riuscivo più a garantire loro la vita che meritavano. Mio fratello si trovava a Palermo e mi ha detto: “Ma perchè continui a soffrire? Raggiungimi”. E così ho fatto. Il mio sogno era fare l’infermiera professionale, ma il mio diploma non era valido qui, così ho cominciato a fare la badante. Ho trovato una famiglia che mi ha accolta a braccia aperte, ma nel 2021 le persone che assistivo sono venute a mancare e mi sono ritrovata senza lavoro e senza casa. Mi ritengo, però, una persona fortunata perché ho cominciato a venire al “San Carlo” per i pasti e poi mi hanno offerto un posto nel dormitorio, accompagnandomi sino al momento in cui ho potuto avere una casetta tutta mia».

Il Centro “San Carlo” è una delle strutture della Caritas diocesana di Palermo, i cui servizi mensa e dormitorio danno assistenza concreta a chi si ritrova improvvisamente senza un tetto sulla testa, prendendolo in carico e accompagnandolo sino all’autonomia, quando questa è possibile.

«I tanti momenti di vita comune, come i laboratori teatrali, fotografici, di pasticceria e non solo», spiega Giovanna Conigliaro, responsabile dei servizi del Centro, «servono a rendere più coesi gli ospiti, ma li aiutano anche a tirar fuori tutte quelle potenzialità che la vita tende ad annullare quando le esigenze pimarie sono quelle di un letto, una doccia, un pasto caldo. Quando, però, tutto questo riesce a trovare risposta, ecco che si può lavorare su altro e il progetto “Volontariato in tour” è il classico esempio di come si può raccontare diversamente la città che ti ha accolto».

Percorsi di riscatto

Così, da semplici ospiti di un dormitorio e utenti di una mensa, ecco nascere veri e propri “conoscitori e trasmettitori” del culto iconografico di Santa Rosalia, la santa patrona di Palermo. Non un’esperienza culturale, ma un incontro umano dove le persone accolte nel centro sono diventate protagoniste della narrazione dedicata a Santa Rosalia e al suo legame con la città di Palermo. Un itinerario snodatosi tra vie e vicoli del centro storico, arricchito da racconti, curiosità e aneddoti che affondano le radici nella storia di una Sicilia non sempre nota addirittura agli stessi isolani.  
«Da alcuni anni portiamo avanti dei laboratori culturali attraverso i quali le persone senza dimora che accogliamo hanno potuto conoscere musei, gallerie d’arte e monumenti significativi della nostra città», dice il direttore della Caritas, don Sergio Ciresi. «In questa iniziativa, alcuni di loro, dopo un percorso teorico e pratico fatto con gli operatori culturali, guidano i partecipanti alla scoperta di alcuni luoghi storici. L’obiettivo della Caritas non è solo di tipo assistenziale ma, come in questo caso, è di sensibilizzazione culturale e di riscatto sociale per le persone che ospitiamo. È bello pensare a questo spostamento di prospettiva in cui, questa volta, siamo noi ad avere bisogno di loro per conoscere meglio la nostra città».

Floriana e Tatiana

Ecco, dunque, piazzetta Aragona, piazza Monte di Pietà, piazza Rivoluzione, i vicoli che da piazza Pretoria, sede del Consiglio comunale di Palermo, si collegano a piazza Bologni, nel cuore del centro storico, alla scoperta di edicole votive dedicate alla “santuzza” che neanche i palermitani conoscono, presi dalla frenesia della vita quotidiana che non ti permette di alzare lo sguardo e accorgersi di ciò che adorna le facciate dei palazzi storici.

Sulle orme di Santuzza

«Nessuno di loro si è mai detto stanco o annoiato dai momenti che abbiamo condiviso per imparare ciò che Tatiana o Melchiorre, che oggi parla poco, vi stanno raccontando», sottolinea Floriana Forzisi, volontaria e coordinatrice del progetto. «Hanno studiato tantissimo, sempre con grande umiltà, e ogni volta sono emozionati perché credono di non farcela. Ovviamente, cosa assolutamente non vera. Per noi è una grande soddisfazione vedere che in loro la luce si è riaccesa e che ogni giorno che passa aumenta, illuminando anche tutti noi».

Questo primo appuntamento non è solo una passeggiata, nel cuore storico della nostra città, ma un’opportunità per scoprire le storie di chi ogni giorno sceglie di dedicare il proprio tempo agli altri.  Giuditta Petrillo, presidente del Cesvop

«Il Volontariato Tour rappresenta l’inizio di un viaggio bellissimo che vogliamo compiere insieme ai cittadini e alle cittadine della nostra città per raccontare e far vivere il volontariato come esperienza concreta di solidarietà e partecipazione attiva», si inserisce la presidente del Cesvop, Giuditta Petrillo. «Questo primo appuntamento non è solo una passeggiata, nel cuore storico della nostra città, ma un’opportunità per scoprire le storie di chi ogni giorno sceglie di dedicare il proprio tempo agli altri. Le cappelle votive di Santa Rosalia sono la cornice perfetta per comprendere come il volontariato affonda le sue radici nella tradizione di cura e attenzione verso la comunità che da sempre caratterizza Palermo. Questa è una delle varie proposte con cui vogliamo che tutte le persone della città si sentano protagoniste di questo anno speciale».

Melchiorre

Insieme a Tatiana c’è anche Melchiorre, fisico asciutto, una figura che potrebbe sembrare uno dei tre Re Magi. Con sé porta sempre in dono un sorriso e tanta auto-ironia. Quando, infatti, prova a prendere la parola per raccontare il perché di quelle edicola votiva in quel determinato punto della città, Tatiana riprende la parola e prosegue tranquillamente il suo racconto, così sorride, fa spallucce e ascolta anche lui la sua compagna di avventure.

«Una cosa, però, fatemela dire», tiene a precisare Melchiorre. «Qui ho trovato la mia dimensione, amo condividere questi momenti con loro. Si va oltre il concetto di accoglienza perché dobbamo parlare di famiglia con tutto quello che comporta, nel bene e nel male, ma oggi direi più nel bene».

Un tour veramente speciale che fa scoprire angoli di Palermo sconosciuti, ma soprattutto l’anima di chi ha ritrovato uno scopo nella popria vita.

Tatiana, i tuoi figli ti hanno raggiunto? «No, sono rimasti in Romania. Mio figlio ormai ha 36 anni, la mia “bambina” 30. Sono sposati e mi hanno dato la gioia di diventare nonna di quattro nipotini. Se penso di ritornare in Romania? Vedremo, in base a come andranno le cose qui. Se torno, però, lo faccio per sempre».

Ci salutiamo, augurando a Tatiana tanta fortuna. Facciamo, però, ingresso nella mensa, dove circa 50 persone stanno per gustare il pranzo che oggi è a base di pasta e fagioli, verdure e finocchi gratinati. Le panelline sono per i volontari che attendono di servire in tavola. Ma questa è un’altra storia, come sono tante le storie di vita che hanno finalmente trovato il caldo non solo di un pasto, ma di una vera famiglia.

Le foto sono dell’autrice del servizio

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