Base belga sorvolata da droni sospetti. Ministro della difesa: “È guerra ibrida contro l’Europa”
Bruxelles – Nuova vittima del sorvolo di droni sospetti, questa volta tocca al Belgio. A vedere in cielo velivoli indesiderati sono stati i Cacciatori delle Ardenne, militari belgi di stanza nella base militare vallona di Marche-en-Famenne. I droni hanno agito in maniera coordinata sorvolando la struttura militare al cui interno, da quanto si apprende dal ministro della difesa Theo Francken: “Sono presenti infrastrutture critiche”.
In base alle prime ricostruzioni si è subito capito che “non stiamo parlando di qualche ragazzino che si diverte a far volare piccoli droni” ha affermato il ministro, aggiungendo che “stavano sorvolando specificamente il campo quattro o cinque dispositivi, poi identificati dai soldati in servizio”.
L’interpretazione dell’accaduto per Francken è stata fin da subito chiara “è un episodio di guerra ibrida utilizzato per destabilizzare l’Europa”. Il Belgio ha già pronte alcune contromisure. Nella riunione del Consiglio dei ministri della prossima settimana, verrà chiesto il rafforzamento delle capacità di affrontare le incursioni aeree. Francken ha annunciato l’intenzione di sollecitare l’esecutivo ad acquisire al più presto di sistemi di rilevamento e di armi anti-drone.
L’indagine per fare chiarezza è stata aperta in mattinata. Anche se, come spesso accade in queste circostanze, non sarà facile identificare il colpevole. Il Belgio ne sa qualcosa visto che non è riuscito ad identificare chi ci fosse dietro l’episodio analogo avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 ottobre nei cieli della base di Elsenborn.
L’Europa sta affrontando da diversi mesi svariate incursioni. Il sorvolo di Marche-en-Famenne appare molto simile a quelli avvenuti nei cieli di Polonia, Lituania e Danimarca. In quel caso il dito era stato puntato contro la Russia, sia per la vicinanza territoriale sia per i velivoli utilizzati.
Si conoscono ancora pochi dettagli dell’episodio belga ma l’incursione nasconde diversi punti interrogativi. Se nei casi dell’Est Europa sembrava chiaro che i droni arrivassero dai confini russi o bielorussi, nell’episodio di queste ore è impossibile questa ipotesi. Inoltre, la probabilità che i velivoli provenissero dal mare è altrettanto remota dato che Marche-en-Famenne si trova a 250 chilometri dal Mare del Nord.
Le indagini cercheranno di svelare la natura dell’incidente. L’unica cosa certa è che questa volta i droni indesiderati sono arrivati nel cuore dell’Europa.
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