Cascate di Lequarci e Lecorci, un viaggio tra vortici e foreste della Sardegna
Nel cuore dell’Ogliastra, tra pareti calcaree vertiginose, boschi di lecci e altipiani scolpiti dal tempo, si nascondono due gioielli naturali che raccontano l’essenza più pura della Sardegna: le Cascate di Lequarci e quelle di Lecorci. Situate a breve distanza dal borgo di Ulassai, questi straordinari flussi d’acqua sono certamente una meta turistica, ma anche una vera e propria esperienza in cui acqua, roccia e silenzio si compongono in un concerto visivo e sonoro.
Il territorio dei tacchi calcarei d’Ogliastra, con le sue pareti verticali, formazioni carsiche e grotte millenarie, custodisce lo scorrere impetuoso di ruscelli e torrenti che, nei momenti giusti, esplodono in salti che tolgono il fiato. E Lequarci e Lecorci, infatti, emergono come protagoniste: una più imponente, l’altra dal fascino più intimo, ma entrambe irresistibili per chi cerca natura vera, lontana dalle folle.
Le Cascate di Lequarci
Le Cascate di Lequarci sono considerate tra le più imponenti dell’intera Sardegna. Si trovano nella località Santa Barbara, nel comune di Ulassai e nascono grazie alle acque del Rio Lequarci, provenienti dagli altopiani di Baulassa e Martalaussai, che scendono lungo una falesia calcarea ad anfiteatro. Da qui si gettano in un salto verticale di circa 50 metri, con una larghezza che può raggiungere persino i 70 metri.
Dopo questo primo balzo, l’acqua prosegue lungo cascatelle e rivoli per un dislivello complessivo di circa 75 metri, fino a defluire in piccoli laghetti che punteggiano il panorama. Il contorno paesaggistico è grandioso: le pareti verticali dei tacchi ogliastrini, lisce e ricoperte da lecci e macchia mediterranea, si elevano fino a sfiorare i mille metri. La portata, invece, varia a seconda delle precipitazioni: nei periodi di siccità le acque si riducono a rivoli, mentre dopo piogge abbondanti il salto si allarga a un unico fronte largo fino a 70 metri, che come già detto è il più ampio dell’isola.
Il paesaggio intorno è vivo, fatto di boschi in cui si possono avvistare rapaci e piccoli mammiferi, mentre lungo la strada per raggiungerle si incontrano grotte e sentieri grazie a cui scoprire la complessità del territorio. La cascata è alimentata dal Riu Baulassa, che dopo il salto principale prende il nome di Riu de Lequarci. Nelle vicinanze si trova anche una piccola e curiosa chiesetta campestre costruita in pietra locale (che vale assolutamente la pena visitare).
Le Cascate di Lecorci
A pochi minuti dall’abitato di Ulassai, le Cascate di Lecorci offrono un fascino più raccolto (ma non per questo meno spettacolare). Le acque sgorgano dal fianco basso del tacco calcareo, alimentate dalle imponenti Grotte di Su Marmuri, e scendono con rivoli che, in caso di piogge abbondanti, danno vita a un salto emozionante. La loro vicinanza al centro abitato le rende facilmente raggiungibili, in quanto bastano circa 500 metri seguendo le indicazioni per la Grotta di Su Marmuri.
Nonostante siano meno imponenti di Lequarci, le Lecorci catturano l’attenzione con il loro effetto visivo unico: l’acqua pare emergere direttamente dalla roccia e scivolare tra le fessure del tacco calcareo, dando vita a giochi di luce e movimento che trasformano l’ambiente circostante in un piccolo mondo incantato. Dopo circa tre chilometri, le acque di Lecorci si incontrano con quelle di Lequarci, formando un’unica corrente che scorre con forza verso la valle.
Grotta di Su Marmuri
Visitando le Cascate di Lequarci e Lecorci è obbligatoria una sosta presso la maestosa Grotta di Su Marmuri, uno dei tesori naturali più straordinari dell’Ogliastra. Parliamo di una grande cavità che si è formata nei calcari mesozoici del Tacco di Ulassai, scolpita dall’acqua nel corso di milioni di anni.
Si sviluppa per circa 850 metri con un dislivello di 60 metri dall’ingresso e si può esplorare tramite una visita guidata che dura circa cinquanta minuti. Grazie ad essa, si possono percorrere sale immense e spettacolari, dalle vasche stalagmitiche della Sala delle Vasche alla Grande Sala lunga 70 metri e alta 40, fino alla Sala dei Cactus con la sua maestosa stalagmite di circa venti metri.
La caverna ospita anche una ricca popolazione di pipistrelli, che vi trovano rifugio durante l’inverno per via della temperatura costante di approssimativamente 10-11 gradi e della totale assenza di correnti d’aria.
Quali attività si possono fare
Intorno a queste cascate l’esperienza non si limita a osservare i salti d’acqua, perché c’è davvero molto da vivere.
- Escursione e trekking: è possibile risalire il corso del Riu Lequarci lungo sentieri immersi nella vegetazione fino al bordo superiore della cascata, o percorrere i tragitti che collegano Lecorci a Lequarci attraversando canyon e boschi.
- Fotografia e contemplazione: il salto, la parete calcaree, la luce che filtra tra gli alberi e le gocce d’acqua creano scenari emozionanti.
- Arrampicata e free‑climbing: Ulassai è nota per la presenza di numerosissime vie di arrampicata tracciate e chiodate, adatte a tutti i livelli.
- Esplorazione delle grotte: oltre alla Grotta di Su Marmuri, lunga quasi un chilometro, ci sono anche altre caverne che aggiungono un’esperienza sotterranea, mentre lungo i tracciati si ha l’occasione di conoscere testimonianze preistoriche come il villaggio megalitico di Seddorrulu e diversi nuraghi perfettamente conservati.
- Immersione nella natura selvaggia: tra le foreste dei tacchi e i canyon verdi, vi è l’opportunità di osservare specie animali locali e godere della quiete lontano dalla civiltà.

Dove si trovano e come arrivare
Entrambe le cascate si trovano nel comune di Ulassai, in provincia di Nuoro. Per la precisione:
- Lequarci: località Santa Barbara, circa 6 km dal centro di Ulassai, accessibile tramite strada asfaltata con parcheggio e sentiero segnalato.
- Lecorci: località Sorgiulai e Mercudalè, più o meno 500 metri dall’abitato. In questo caso raggiungerle è più semplice, seguendo le indicazioni per la Grotta di Su Marmuri.
L’accesso è libero (anche se è bene sapere che alcune aree possono avere percorsi su terreno privato o con restrizioni stagionali), ma occorrono calzature adeguate e attenzione alla stagionalità: lo spettacolo maggiore si ha in primavera e autunno, quando le piogge aumentano la portata d’acqua. Durante questi periodi, l’esperienza diventa multisensoriale grazie al rombo inconfondibile, alla freschezza dell’aria, ai colori vividi della vegetazione e al caleidoscopico contrasto con il bianco della roccia calcarea.
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