COP30: l’Europa definisce la sua strategia per i negoziati sul clima di Belém

Novembre 9, 2025 - 07:00
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COP30: l’Europa definisce la sua strategia per i negoziati sul clima di Belém

lentepubblica.it

L’Europa si prepara alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP30, che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre 2025.


Il Parlamento europeo ha appena approvato la propria posizione ufficiale in vista dell’appuntamento, fissando una serie di obiettivi che mirano a confermare il ruolo di guida dell’UE nella lotta contro il riscaldamento globale.

Il documento, approvato a larga maggioranza dall’Assemblea riunita in sessione plenaria, nasce dal lavoro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI). In esso si delinea una visione ambiziosa: continuare a innalzare gli standard europei in materia di clima, accelerare la transizione verso le energie rinnovabili e garantire che i finanziamenti internazionali per il clima siano più equi, accessibili ed efficaci.

Un’Europa leader nella transizione verde

Al centro della risoluzione c’è l’impegno a mantenere l’Unione Europea come punto di riferimento globale nelle politiche ambientali. I parlamentari hanno ribadito che ogni settore dell’economia deve contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra, con l’obiettivo comune della neutralità climatica entro la metà del secolo.

L’UE, si legge nel testo, deve continuare a proporre obiettivi ambiziosi e misurabili, in linea con l’Accordo di Parigi e con i traguardi fissati a livello comunitario. Tuttavia, il Parlamento sottolinea che la corsa alla decarbonizzazione non può prescindere da un principio fondamentale: la sostenibilità economica e sociale. Ciò significa che la transizione deve essere economicamente efficiente, non mettere in crisi la competitività delle imprese europee e, al tempo stesso, garantire un’equa distribuzione dei costi e delle opportunità tra i cittadini.

Addio ai combustibili fossili

Uno dei punti cardine della risoluzione riguarda la necessità di abbandonare progressivamente l’uso dei combustibili fossili. Il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare la chiusura delle centrali a carbone, ridurre l’uso di petrolio e gas, e destinare maggiori investimenti alle fonti rinnovabili come il solare, l’eolico e l’idrogeno verde.

I deputati chiedono inoltre di eliminare i sussidi pubblici ancora destinati alle fonti fossili, giudicati in contrasto con gli obiettivi climatici europei. Secondo i parlamentari, queste risorse dovrebbero essere dirottate verso progetti di energia pulita, innovazione tecnologica e riqualificazione professionale dei lavoratori dei settori in transizione.

L’Unione, si afferma nel documento, non può permettersi di rimanere dipendente da fonti energetiche che alimentano sia il cambiamento climatico sia instabilità geopolitiche. Per questo, viene richiesto anche un maggiore impegno nel diversificare le forniture e nel sostenere la sicurezza energetica attraverso la produzione interna di energia sostenibile.

Finanziamenti per il clima: più equità e accessibilità

Un altro tema centrale è quello dei finanziamenti climatici, ovvero i fondi destinati ad aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico e a sostenere le loro transizioni energetiche. Il Parlamento invita tutti gli Stati, non solo quelli europei, a contribuire in modo equo e proporzionato alle proprie capacità economiche.

In particolare, viene sottolineato come molti Paesi in via di sviluppo stiano affrontando una doppia sfida: la necessità di investire in politiche climatiche e, contemporaneamente, la gestione di crisi del debito sempre più gravi. Per questo motivo, gli eurodeputati chiedono che le procedure di accesso ai fondi internazionali siano semplificate, così da permettere ai governi più fragili di ricevere rapidamente il sostegno necessario.

La risoluzione chiede anche una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi e meccanismi di monitoraggio più efficaci, per garantire che il denaro pubblico venga realmente impiegato in progetti che contribuiscano alla mitigazione e all’adattamento climatico.

L’urgenza di limitare il riscaldamento globale

Il filo conduttore di tutte le proposte è il rispetto dell’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi: contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Secondo gli scienziati, superare questa soglia comporterebbe impatti irreversibili sugli ecosistemi e sulla vita umana.

Il Parlamento europeo rinnova dunque l’impegno a perseguire politiche coerenti con tale traguardo, sollecitando anche la comunità internazionale a intensificare gli sforzi. Particolare attenzione si dedica all’impatto dei conflitti armati sul clima, un aspetto spesso trascurato ma che, secondo i deputati, aggrava ulteriormente la crisi ambientale attraverso la distruzione di infrastrutture, l’aumento delle emissioni e la perdita di biodiversità.

Verso la COP30 di Belém

La conferenza di Belém rappresenterà un momento decisivo per il futuro della governance climatica mondiale. Durante l’incontro, i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi dovranno presentare i nuovi “contributi determinati a livello nazionale” (NDC), cioè i propri piani aggiornati di riduzione delle emissioni.

La COP30 servirà anche a verificare i progressi compiuti sugli impegni finanziari presi durante la precedente conferenza, la COP29, e a rafforzare la cooperazione tra i diversi attori globali.

L’Unione Europea parteciperà con una delegazione ufficiale del Parlamento, guidata dalla presidente Lídia Pereira (PPE, Portogallo) e dal vicepresidente Mohammed Chahim (S&D, Paesi Bassi). La missione sarà presente in Brasile dal 17 al 21 novembre, con l’obiettivo di rappresentare la voce dei cittadini europei nei negoziati e promuovere un approccio ambizioso, solidale e pragmatico alla sfida climatica.

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