Crescono le tensioni nel Mediterraneo orientale sulla piattaforma continentale della Turchia

Agenzie di stampa turche e greco-cipriote dichiarano che la Marina turca ha impedito alla motonave da ricerca “Fugro Gauss” - battente bandiera di Gibilterra - di condurre ispezioni per conto della Repubblica di Cipro in un'area che, secondo Ankara, è da ritenersi appartenente alla piattaforma continentale della Turchia.
I media turchi sottolineano che la Marina militare turca è stata dispiegata nell’area, dichiarando nullo il bollettino di navigazione dell’unità di ricerca in questione, che operava per conto del Governo cipriota nell’ambito di un progetto di posa cavi sottomarini in fibra ottica. Fonti del ministero della Difesa di Ankara, citate anche dai media turchi hanno sottolineato “la determinazione del governo turco riguardo ai propri diritti sulla piattaforma continentale nel Mediterraneo orientale”, ribadendo, che “secondo il diritto internazionale, qualsiasi attività come la posa di cavi o la ricerca scientifica sulla nostra piattaforma continentale deve essere coordinata in anticipo con il nostro Paese”.
Per queste ragioni, la Marina turca è stata immediatamente fatta intervenire nell’area marittima oggetto delle attività di ricerca della “Fugro Gauss”, in quanto Ankara ritiene che il progetto non possa procedere “senza previo consenso”, aggiungendo anche che i mezzi aerei e navali sono stati dispiegati nella regione per adottare “ogni misura necessaria”.
Le stesse fonti hanno poi confermato l'operazione turca, sottolineando che “la nostra determinazione sui nostri diritti da esercitare sulla piattaforma continentale nel Mediterraneo orientale, come dichiarato dalle Nazioni Unite il 18 marzo 2020, non verrà meno” e che, stando alle regole della Convenzione Unclos, qualsiasi attività esercitata sulla piattaforma continentale come, appunto, va considerato il collocamento di cavi/tubi e la ricerca scientifica sulla piattaforma continentale deve coordinarsi, in anticipo, con la Turchia
Appare evidente che Ankara tenta di giustificare il suo intervento, affermando che "la Comunicazione Navwarn adottata il 5 agosto 2025, dal titolo indagini geofisiche della nave battente bandiera di Gibilterra Fugro Gauss, ha violato la nostra piattaforma continentale e in conseguenza di ciò il Ministero degli Affari Esteri turco ha adottato gli opportuni provvedimenti”.
Quest’episodio, non banale, ci riporta sui temi ancora da definire e che riguardano la situazione italiana sotto il profilo della situazione concernente i nostri confini marittimi; è a tutti noto, inatti, che non sono stati ancora proclamate le Zee (zone economiche esclusive) e definiti compiutamente i confini marittimi con i Paesi rivieraschi, a partire da Malta, Tunisia e Libia per poi proseguire coi Paesi rivieraschi che si affacciano sul Mar Adriatico, senza dimenticare la Francia con la Corsica e, dulcis in fundo, la controversia in atto con la Repubblica di Algeria che già dal 2018 ha esteso smisuratamente le proprie acque ritenute Zee, fino a lambire le coste della Sardegna sud-occidentale.
Quest’azione, a nostro sommesso avviso, deve essere esercitata il più rapidamente possibile anche (e soprattutto) al fine di facilitare lo sviluppo dei progetti eolici offshore che, spesso, ricadrebbero su aree marine che non sono state, ancora oggi, chiaramente definite e segnatamente nelle aree zona Stretto di Sicilia e del Canale d’Otranto.
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