È tempo di neuroetica. Il perché ce lo spiega un neuroscienziato
Matteo Motterlini è in libreria con un nuovo libro che invita a scongelare i cervelli (non i ghiacciai) rendendo chiaro come il problema ambientale sia per prima cosa di natura cognitiva. Ecco perché pensiamo che valga la pena di leggerlo
Fine di agosto, mi stavo preparando a un mini-intervento di rimozione di un calcolo che aveva deciso di occupare stabilmente un piccolo spazio del mio uretere, quando mi scrive Matteo Motterlini, filosofo ed economista, professore ordinario di Filosofia della scienza presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Motterlini, che dirige il Centro di Ricerca di Epistemologia Sperimentale e Applicata, è autore di un libro che io credo dovrebbe trovarsi sopra il comodino di tutte quelle persone che hanno la volontà di valutare il cambiamento climatico da un punto d vista oggettivo, scevro di influenze di qualsiasi tipo.
Il libro si intitola Scongeliamo i cervelli, non i ghiacciai (Solferino Collana: Saggi, pagine 272, costo 18,50 euro). Fin dalle prime pagine, l’autore accende un riflettore provocatorio: “Stiamo diventando plastica, anche nel cervello“.
Non solo metaforicamente, ma letteralmente, grazie a ricerche che mostrano la presenza di microplastiche nella materia grigia. È l’immagine potente di una civiltà che ha incorporato la propria tossicità, fisica e mentale.
Il punto di partenza è semplice e spiazzante: il problema ambientale è prima di tutto cognitivo. Non basta cambiare abitudini o ridurre le emissioni: bisogna cambiare il modo in cui pensiamo.
Vengono smontate, con un linguaggio accessibile e ironico, le trappole evolutive che ci impediscono di agire: la lentezza percettiva verso i mutamenti graduali, la ricerca compulsiva di piacere immediato, la miopia temporale che ci fa preferire un uovo oggi alla gallina domani.
Dobbiamo combattere contro una serie di bias cognitivi per capire dove siamo noi stessi e cosa vogliamo perseguire.
Motterlini descrive la società contemporanea come prigioniera del capitalismo limbico: un sistema che sfrutta il circuito dopaminico del cervello, vendendoci gratificazioni istantanee che anestetizzano la capacità di pensare al futuro.
In questo quadro, la crisi climatica diventa il sintomo collettivo di una dipendenza da presente. Un intreccio tra psicologia, ecologia e politica che spiega la paralisi collettiva. Eppure, l’autore non è pessimista.
Ricorda che l’essere umano possiede anche un software evolutivo per immaginare il domani: la corteccia prefrontale, sede della pianificazione e dell’autocontrollo. È da lì che può partire una nuova forma di consapevolezza, capace di superare il pensiero corto della dopamina e attivare un pensiero lungo, l’unico in grado di salvare il Pianeta.
Con uno stile divulgativo e brillante, Motterlini riesce a intrecciare neuroscienze, psicologia, filosofia e attualità politica senza mai perdere chiarezza. Il risultato è un saggio che si legge come un manuale di sopravvivenza mentale per il XXI secolo, un invito urgente a disintossicare la mente per rendere sostenibile la civiltà.
Non lasciatevi illudere dal tono ironico e divulgativo, che potrebbe semplificare alcune dinamiche economiche complesse. È il tono necessario a rendere comprensibili a tutti esperimenti ed esempi dai vari ambiti scientifici ed economici, per permettere al lettore di accedere facilmente al vasto potere della conoscenza presentata.
Il saggio è un testo di frontiera tra filosofia, scienza e impegno civile. Motterlini invita il lettore a una rivoluzione mentale: capire che la sostenibilità non si costruisce solo con politiche ambientali, ma con un nuovo modo di pensare il tempo, la felicità e la responsabilità.
In questo senso, il libro segna un passaggio importante nella riflessione contemporanea sulla ecologia della mente e sulla necessità di una neuroetica del futuro.
Crediti immagine: Depositphotos
» Leggi tutti gli articoli di Sustainability Change Maker (#esg)
Christian Sansoni: astrofisico per la sostenibilità, cerca di unire It ed Esg per aiutare le aziende a misurare, secondo le norme Iso, i loro impatti sul Pianeta. Collabora con GreenPlanner per rendere gli ambiti Esg alla portata di tutti | LinkedinL'articolo È tempo di neuroetica. Il perché ce lo spiega un neuroscienziato è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0





