Fondo unico, risorse complessive, debito comune: per l’MFF 2028-2034 solo ‘no’ in Consiglio
Bruxelles – La proposta di bilancio pluriennale continua a non piacere, e gli Stati membri bocciano senza appello quello che la Commissione europea ha messo sul tavolo e continua a sostenere. A praticamente nulla è servita la lettera della presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, per cercare di sedare gli animi, poiché in sede di riunione di consiglio Affari generali la condanna è quasi unanime. Sono i ministri per gli Affari europei di Spagna e Francia, Fernando Sampedro Marcos, Benjamin Haddad, a dire in modo esplicito che “la lettera di von der Leyen è un primo passo, ma non è abbastanza“. I chiarimenti offerti sono pochi, “ne servono di più”.
Quello che però non piace attorno al tavolo è l’idea del fondo unico che accorpa politica agricola (PAC) e politiche di coesione, un’idea bocciata, per ragioni diverse e con sfumature diverse, dai ministri di 13 Paesi (Belgio, Croazia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria). Nello specifico l’Italia, come spiega il ministro per gli Affari europei, la coesioen e il PNRR, Tommaso Foti, ritiene che “la coesione è importante per mantenere investimenti di lungo termine, e così com’è la proposta non sembra garantito che continuerà a essere così”.
In generale si ritiene che PAC e politiche di coesione debbano restare due programmi distinti e separati, con il governo sloveno che chiede di aumentare le risorse attualmente previste secondo la proposta della Commissione.

Paesi Bassi e Svezia guidano poi l’alleanza contro strumenti di debito comune, che vede l’adesione di Finlandia e Repubblica ceca. “Ci sono già troppi Stati membri con livelli elevati di debito”, critica David Van Weel, ministro per gli Affari europei di Amsterdam.
Attorno al tavolo l’unica voce non critica è quella del ministro tedesco, Gunther Krichbaum, che sprona i partner a non puntare i piedi: “Il bilancio va modernizzato”, sottolinea. Considerando le sfide tutte nuove, dalla difesa al sostegno all’Ucraina, “possiamo andare avanti come fatto finora?” Una domanda che marca le distanza con toni e umori attorno al tavolo, dove le restanti tensioni sono per il Parlamento. “Il ruolo fondamentale sul file è del Consiglio“, sottolinea l’irlandese Thomas Byrne. “Dobbiamo fare in modo che sia garantito il punto di vista degli Stati”. Una posizione, quella dell’Irlanda, che registra la convergenza con l’Ungheria di Viktor Orban, per un negoziato politico tutto in salite che mostra litigi tra Paesi e tra istituzioni.
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