Finalmente le Marche nella rete nazionale Biobank
ANCONA – La sesta stella a brillare nella rete delle Biobank italiane, le cosidette Officine della Medicina di precisione per le malattie rare, è Ancona che, insieme ai due laboratori di Urbino e Camerino, lancia ufficialmente la nuova Biobank delle Marche.
La sede di 80 mq è nella clinica universitaria di Torrette nel polo ospedaliero della maggior azienda sanitaria delle Marche: potrà contenere fino a centomila campioni biologici consentendone l’estrazione e lo studio delle singole cellule, che possono essere conservate fino a -80 gradi sottozero, nella speciale sala criobiologica, in azoto liquido. Ma questa Biobanca ed è ciò che conta, è in contatto con tutte le altre e fa parte della rete delle Officine della Medicina di Precisione per le Malattie rare!
Lo ha annunciato ufficialmente il prof. Gianluca Moroncini, direttore della Clinica Universitaria della Politecnica delle Marche con l’avallo della BBMRI e network delle Biobanche di Heal Italia, nella persona di Luisa Minghetti dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’evento, nell’auditorium di Torrette del polo universitario dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, affollatissimo, ha visto approfondire un tema che appartiene al futuro della sanità.
Un passo avanti nella storia della Medicina.
Un passo avanti nella personalizzazione delle cure.
Se finora la diagnostica è stata considerata nella prevenzione il fondamento per la speranza di curare qualsiasi patologia, qui siamo oltre: la conservazione di materiale organico di campioni biologici che appartengono o sono appartenuti a pazienti con malattie rare possono permettere alla ricerca scientifica di fare esperimenti sempre più aggiornati e supportati dagli avanzamenti della scienza per curare ciò che fino a ieri sembrava incurabile. Non solo: nella Biobanca i campioni possono essere non solo conservati ma messi in rete, condivisi da altri laboratori, offrire nuove opportunità di scoprire informazioni preziose per la salute di tutti. Non da ultimo, ciò permette di stratificare i gruppi di pazienti e raggruppare le conoscenze affinchè, un domani, le malattie rare divengano meno rare e possano essere subito individuate, analizzate, curate…
E quel “domani” può davvero trasformarsi in “OGGI”, se la rete delle Biobanche prospera e si moltiplica, se le sinergie mostrate oggi fra gli enti promotori, in primis le tre Università delle Marche con i Centri di Ancona, Urbino e Camerino, con il supporto di enti come Heal Italia, di illuminate aziende e società private, confermano l’impegno e soprattutto se le istituzioni continuano a sostenere economicamente il progetto.
Il sostegno economico necessario, è stato calcolato, è minimo: si tratta di circa centomila euro l’anno. Una bazzeccola se si pensa ai bilanci della sanità, anche solo della Regione Marche. Senza contare che investire nella Life Sciences è creare nuove opportunità di lavoro, occupazione per i giovani, ricerca scientifica, business, strutture e tutto l’indotto. L’effetto moltiplicatore è enorme e vale doppio se si pensa che si tratta di Salute! Abbattere i costi della persona ricoverata che sta male è lo scopo per cui tutti e tutti insieme dovremmo lavorare. Ma è anche un obiettivo etico ed umano imprenscindibile.
C’è di più: l’evento di presentazione della BioBank Marche ha anche l’auspicio, condiviso, di creare proprio qui il Centro Nazionale di Medicina di Precisione per le Malattie Rare. Sarebbe il premio per anni di impegno in primis del prof. Moroncini. E il passo avanti per la Sanità, ora tangibile, diventa fondamento di ricerca scientifica. Per tutti.
NELLA FOTO: Il prof. Gianluca Moroncini con accanto Luisa Minghetti (ISS) durante l’annuncio della Biobank delle Marche
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