Firmata l'ipotesi di rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024

Novembre 6, 2025 - 22:00
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Firmata l'ipotesi di rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024

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Firmata l’ipotesi di rinnovo del CCNL Istruzione 2022-2024 per Scuola, Università e Ricerca: firmano quasi tutti i sindacati ma resta fuori la FLC CGIL.


Un nuovo passo avanti è stato compiuto nel lungo percorso di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il comparto Istruzione e Ricerca. Presso la sede dell’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) è stata infatti siglata l’ipotesi di CCNL relativa al triennio 2022-2024, un accordo che interessa centinaia di migliaia di lavoratori del settore scolastico, universitario e della ricerca.

Alla firma hanno partecipato le principali organizzazioni sindacali del comparto – CISL, UIL, SNALS, GILDA e ANIEF – che hanno dato il via libera al testo, mentre la FLC CGIL ha scelto di non sottoscrivere l’intesa, manifestando la propria contrarietà su alcuni punti.

L’obiettivo condiviso da ARAN e dalle sigle firmatarie è quello di garantire un rapido riconoscimento economico al personale, in un momento in cui l’inflazione e il crescente costo della vita hanno eroso il potere d’acquisto degli stipendi pubblici. Per questo motivo, le parti hanno deciso di limitare il perimetro della trattativa alle sole questioni economiche e alle relazioni sindacali, rinviando invece la revisione delle norme giuridiche e organizzative al prossimo ciclo contrattuale, che riguarderà il triennio 2025-2027.

Aumenti medi fino a 211 euro

Il cuore dell’accordo riguarda gli incrementi retributivi, che saranno differenziati a seconda del comparto di appartenenza. Per il personale docente della scuola sono previsti aumenti medi mensili di circa 144 euro, mentre per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) l’aumento sarà in media di 105 euro.

Anche i lavoratori dell’università, degli enti pubblici di ricerca e delle istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) beneficeranno di un miglioramento salariale: rispettivamente 141 euro per il personale universitario, 211 euro per quello degli enti di ricerca e 173 euro per i dipendenti del sistema AFAM.

Oltre agli aumenti mensili, l’intesa prevede un’indennità una tantum e arretrati a copertura del periodo 2022-2024. I docenti riceveranno un importo complessivo di circa 1.640 euro, mentre il personale ATA potrà contare su circa 1.400 euro.

Si tratta, nel complesso, di un intervento economico significativo, che punta a riconoscere almeno in parte l’impegno quotidiano di chi lavora nella scuola, nelle università e nei centri di ricerca, settori centrali per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.

I prossimi passi verso l’attuazione

Come previsto dalla procedura, l’ipotesi di contratto dovrà ora superare l’iter di controllo da parte degli organi competenti, in particolare il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Corte dei Conti. Solo dopo la validazione sarà possibile procedere con la firma definitiva e con la conseguente erogazione degli aumenti e degli arretrati in busta paga, presumibilmente nei prossimi mesi.

L’ARAN, in una nota, ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto, sottolineando che l’intesa costituisce una tappa importante per il comparto e prepara il terreno alle sfide future. Il prossimo contratto, relativo al periodo 2025-2027, dovrà infatti affrontare aspetti più complessi, come la revisione degli inquadramenti professionali, l’aggiornamento delle norme sul reclutamento e la definizione di nuovi strumenti per valorizzare le competenze e la formazione continua del personale.

Le reazioni sindacali

Le organizzazioni che hanno sottoscritto l’intesa hanno accolto con favore la chiusura di questa fase negoziale, evidenziando come il rinnovo economico rappresenti un segnale concreto per lavoratori che da tempo attendevano risposte. CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS e GILDA hanno parlato di un passo necessario per dare respiro alle buste paga e avviare un percorso che dovrà proseguire con una più ampia revisione normativa.

Di diverso avviso la FLC CGIL, che ha deciso di non firmare il testo, giudicandolo insufficiente. Secondo il sindacato, l’accordo non garantirebbe aumenti realmente in grado di compensare la perdita di potere d’acquisto accumulata negli ultimi anni, né affronterebbe le questioni strutturali che da tempo gravano sul comparto, come la precarietà, la mancanza di investimenti nella ricerca e la disparità di trattamento tra i diversi settori dell’istruzione.

Uno scenario in evoluzione

La firma di questa ipotesi di contratto arriva in un contesto in cui il mondo della scuola e della ricerca sta vivendo una fase di trasformazione. Le sfide legate alla digitalizzazione, alla transizione ecologica, all’internazionalizzazione delle università e alla valorizzazione dei ricercatori richiedono un quadro normativo aggiornato e strumenti contrattuali adeguati.

Il rinnovo economico rappresenta dunque un primo passo, ma non esaustivo: il vero banco di prova sarà la prossima tornata contrattuale, nella quale dovranno trovare spazio riforme attese da anni, come il riconoscimento delle nuove professionalità, la stabilizzazione del personale precario e una maggiore integrazione tra scuola, università e ricerca.

Nel frattempo, il personale interessato guarda con attesa ai prossimi mesi, quando l’accordo diventerà operativo e gli aumenti potranno finalmente tradursi in realtà. Per molti lavoratori, si tratterà di un segnale concreto di attenzione dopo anni di contratti bloccati e trattative lente, in un settore che più di ogni altro contribuisce alla crescita e al futuro del Paese.

Firmata l’ipotesi di rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024

Qui il documento completo.

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