La protesta dei genitori a Pietralata e l’allarme nelle scuole italiane: topi, degrado e rischi per gli studenti
lentepubblica.it
Sicurezza scuole italiane a rischio: edifici vecchi, topi, crolli e manutenzione insufficiente, interventi urgenti necessari. Il caso di Pietralata a Roma.
Pietralata, Roma – 13 novembre 2025 – Una mamma denuncia in video la vergogna di una scuola fatiscente e invasa dai topi a Pietralata, periferia di Roma: “Parlo così, pane al pane, vino al vino, perché mi sono stancata!”. in sottofondo il coro dei bambini ad un megafono “Abbasso i topi, Abbasso i topi”. Anche loro protestano insieme ai genitori davanti all’ingresso della loro scuola, tenendo cartelli colorati a pennarello del tipo “Schifezza immensa”, “Scuola pubblica: discarica comunale”.
“Mamme sul piede di guerra”, così il reporter di Welcome to favelas apre il reel Instagram del popolare account dedicato alle storture delle città italiane, in particolare quelle della capitale. E ancora una mamma grida:
A me non interessano i colori politici, lo dico qua. La scuola cade a pezzi ed è invasa di topi.
I genitori hanno provato a coinvolgere il distretto scolastico, che avrebbe reagito con risposte poco convincenti, addirittura aggressive e via social. Tanto che il presidente del Municipio IV, Massimiliano Umberti, viene chiamato “leone da tastiera”. Inoltre, l’assessora Annarita Leonbruni, invece di intervenire in emergenza, avrebbe preferito inaugurare un evento sportivo.
Altre mamme:
Adesso vogliamo fatti, non parole sui social! I bambini devono stare al sicuro in un ambiente sano. Ci sono topi nelle classi che lasciano escrementi visibili e invisibili. Abbiamo avuto degli interventi random che hanno provato a limitare i danni ma non abbiamo avuto un intervento deciso. Oggi c’è la seduta pubblica del consiglio lo e andiamo all’interrompere.
La rabbia dei genitori dunque è arrivata nei palazzi del potere: nel municipio di Pietralata una delegazione è stata accolta nel Consiglio Municipale. Li ascolteranno? E quanto avrà pesato la denuncia deli social sulle misure che prenderanno per risolvere il problema?
Qui di seguito il reel che abbiamo diffuso sui nostri canali social.
L’impatto sugli studenti e sulle famiglie
Non si tratta solo di mattoni che cadono o topi che girano tra i corridoi: ogni crepa, ogni aula fatiscente, ogni bagno chiuso pesa direttamente sulla vita dei ragazzi e sulla serenità delle famiglie. I bambini di oggi sono l’Italia di domani, e se le scuole crollano, rischia di crollare anche il futuro del Paese.
La cura delle nuove generazioni è fondamentale e passa dalla scuola. Se bambini e ragazzi devono convivere con escrementi di roditori, muri scrostati e soffitti che minacciano di cedere l’apprendimento diventa un miraggio, la motivazione un lusso, la fiducia nelle istituzioni un’illusione. Le famiglie vivono tra rabbia e impotenza, consapevoli che ogni rinvio negli interventi di manutenzione e sicurezza è un rischio concreto per i loro figli e, allo stesso tempo, per la società che rappresenteranno domani.
Lo stato delle scuole italiane: 71 crolli nell’ultimo anno
La protesta di Pietralata è solo la punta dell’iceberg. I dati ufficiali parlano chiaro: secondo l’Anagrafe dell’edilizia scolastica del Ministero dell’Istruzione, in Italia ci sono circa 40.151 edifici scolastici attivi, dei quali 22.000 costruiti prima del 1970. Molti risalgono agli anni ’50 e ’60, con strutture vecchie e fragili, incapaci di garantire sicurezza e igiene.
Le certificazioni fondamentali spesso mancano: il 53% delle scuole non ha collaudo statico, quasi il 60% manca della prevenzione incendi, e oltre la metà non possiede il certificato di agibilità. Solo il 78% dispone di un piano di emergenza. Per le scuole nelle zone sismiche, meno del 15% è progettato o adeguato secondo le norme antisismiche, mentre oltre metà non ha mai avuto verifiche di vulnerabilità sismica.
Anche la manutenzione lascia a desiderare. La spesa media per interventi straordinari nel 2024 è stata di 39.648 € per edificio, ma in alcune aree è scesa a 29.061 €, con forti disparità tra Nord e Sud. Solo il 31% degli edifici ha avuto indagini sui solai negli ultimi cinque anni, e appena l’11% interventi reali di messa in sicurezza. Non sorprende che tra settembre 2024 e settembre 2025 si siano registrati 71 crolli e oltre 78.000 infortuni negli edifici scolastici, secondo INAIL.
Cosa prevede il governo 2025-2026
Il governo attuale ha previsto alcuni piani di intervento e stanziamenti specifici per manutenzione straordinaria e adeguamento antisismico:
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Stanziati 10 milioni per il 2025 e 10 per il 2026 per il Fondo unico dell’edilizia scolastica.
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Con il PNRR, già attivi investimenti per:
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4,399 miliardi destinati alla messa in sicurezza e riqualificazione (miglioramento sismico, ristrutturazioni).
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1,006 miliardi per la costruzione di nuove scuole entro il 2026.
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Nuove mense scolastiche finanziate per 83 milioni.
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Il Ministero ha inoltre ribadito l’impegno per una “scuola più sicura, moderna e sostenibile” con la programmazione triennale 2025–2027.
Basterà?
Tuttavia, le risorse stanziate restano insufficienti: per mettere tutte le scuole italiane in sicurezza servirebbero investimenti pluriennali ben superiori a quelli attuali: un “Piano Marshall per la scuola”.
Oltre alla manutenzione e agli adeguamenti strutturali, servirebbero interventi seri su igiene, prevenzione incendi e certificazioni obbligatorie, per garantire che ogni studente frequenti edifici sicuri e vivibili. Fino a quando questo non accadrà, migliaia di bambini continueranno a studiare in scuole vecchie, fragili e potenzialmente pericolose.
Oltre alla scarsità dei fondi, chi è responsabile?
Non è solo una questione di soldi: dietro le scuole fatiscenti ci sono responsabilità precise. I Municipi, i Comuni e le Province, proprietari degli edifici scolastici, hanno il dovere legale (Legge n. 23 11/01/ 1996) di garantire sicurezza e manutenzione. Devono controllare tetti, muri, impianti, fare sopralluoghi regolari, verificare la vulnerabilità sismica e ottenere tutte le certificazioni necessarie, dall’agibilità ai collaudi antincendio. Non è compito dei dirigenti scolastici decidere se un edificio è sicuro: spetta agli enti locali intervenire tempestivamente quando emergono problemi.
Quando le segnalazioni arrivano, il tempo è un fattore critico: ogni giorno di ritardo aumenta il rischio per bambini e personale. La normativa è chiara, ma spesso manca la prontezza nell’attuazione. Non si tratta quindi di un vuoto legislativo, ma di responsabilità che non sempre vengono esercitate con la necessaria urgenza.
La scuola cade a pezzi, chi governa il Paese a livello nazionale e locale ha il dovere di rimetterla in piedi.
Guarda il reel:
Leggi anche: Edilizia scolastica, dossier Legambiente 2025: un quarto di secolo di promesse mancate
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