La Versace di Dario Vitale tra citazioni d'antan e richiami street

Da Prince a Ennio Morricone, dagli Eurythmics a Janet Jackson: la colonna sonora della presentazione della collezione per la prossima primavera estate disegnata da Dario Vitale per Versace rivela subito che non si tratta di capi monocorde, meno che mai scontati. Lo stilista, prima direttore creativo di Miu Miu, non è caduto nel tranello di rievocare in ogni look la storia del marchio fondato da Gianni Versace. Qualche citazione qua e la, ma anche molta linfa vitale nuova che si declina in proposte che strizzano l'occhio allo street style, in pezzi in denim a righe, in pelle rattoppata, in stampe dai colori squillanti. Il risultato è una collezione confusamente libera, contemporanea e disinibita.

La palette di colori vede dominare il nero, cui si alternano rossi intensi e tocchi oro. Le borse sono piccole e gioiello, le cinture sono grandi. Ai piedi sandali alti e sottili.

Presentata venerdì scorso, durante una sfilata evento presso la Pinacoteca ambrosiana, trasformata in un set dalle sembianze di una dimora, la collezione è stata accompagnata dalla pubblicazione di una lettera romantica scritta da Vitale. Presente alla presentazione Hyunjin, il rapper coreano scelto come testimonial globale di Versace, maison che oggi fa capo al Gruppo Prada.

Mia adorata, ti scrivo con urgenza e segretezza, come se le parole stesse potessero trasportarci in una vita diversa. "Il mio amore mi ha reso egoista. Non posso esistere senza di te. Ho dimenticato tutto tranne il desiderio di rivederti... Mi hai assorbito completamente", sono alcuni passaggi della lettera. "Scrivere è già rischiare troppo, eppure non posso farne a meno. Le parole sono inutili, ma in tua assenza non ho nient'altro. Questa casa è elegante, rispettabile, borghese nel suo tranquillo travestimento, eppure qualcosa non va. O forse ne ho abbastanza della semplice eleganza, così come le esigenze della rispettabilità mi sembrano assurde", prosegue Vitale nella missiva.

"Quindi, che questo non sia un elogio, ma un invito. Sbrigati, vieni presto. Le tende sono tirate, il vino è freddo: ho seguito il copione fino a questo punto, ma odio i monologhi. Indossa qualcosa di spericolato, come se prendessi in giro la correttezza. Resta o vai come desideri. Hai già lasciato il segno", conclude la lettera.