Lazio: conclusi gli Stati generali della Salute, tra strategie e priorità il confronto sarà annuale

Novembre 20, 2025 - 18:01
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Lazio: conclusi gli Stati generali della Salute, tra strategie e priorità il confronto sarà annuale

Nel segno dell’ascolto e del confronto, si sono conclusi a Roma gli Stati generali della salute del Lazio. Tra ieri e oggi, nel complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, oltre 700 tra operatori, esperti e stakeholder del settore hanno preso parte ai lavori per un percorso di programmazione fondato sulla condivisione e sull’analisi dei dati. Una due giorni promossa dalla Regione per definire le priorità strategiche del futuro Servizio sanitario regionale, attraverso il contributo diretto di professionisti, istituzioni, associazioni e mondo accademico. Un mega evento che inaugura un nuovo metodo di lavoro, già ribattezzato “modello Lazio”, che come annunciato dallo stesso presidente, Francesco Rocca, sarà “istituzionalizzato”: l’intenzione è di farlo diventare un appuntamento fisso per i prossimi due anni, fino a fine della legislatura. L’iniziativa ha visto la partecipazione ieri del ministro della Salute Orazio Schillaci, e del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, intervenuto anche oggi per la conclusione dei lavori. Con loro il direttore generale della direzione regionale Salute e Integrazione sociosanitaria Andrea Urbani, i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere e numerosi rappresentanti delle istituzioni nazionali e territoriali. Da questa esperienza “la sanità del Lazio esce rinforzata. Per i prossimi due anni e mezzo di legislatura del Lazio voglio istituzionalizzare questo lavoro di confronto, affinché prosegua: quindi rivederci qui tra un anno, essere misurabili, per fare progressi insieme – ha annunciato Rocca -. Io credo si stia andando nella direzione corretta, della partecipazione degli attori e dei protagonisti del sistema salute del Lazio, con una visione di attenzione alla spesa, cioè la spesa buona”, ha aggiunto Rocca.

Il lavoro fatto in questi due giorni “sicuramente è stato straordinario, ho sentito parole di soddisfazione sia dalle associazioni che dai pazienti, gli operatori che hanno partecipato e le associazioni di categoria. Sono momenti significativi che segnano la crescita di un servizio sanitario perché passa anche attraverso questi momenti di confronto – ha sottolineato ancora Rocca -. Il primo tema rimane l’attenzione al personale, questo è fondamentale: lavorare non soltanto sui salari, anche se su quello come Regione abbiamo spazi limitati perché è rimandato alla contrattazione nazionale, quanto proprio sulla dignità professionale e i percorsi di crescita – ha assicurato -. Un altro tavolo importante è stato quello della salute mentale: avevo preso degli impegni precisi e mi sembra che si facciano passi in avanti chiari e condivisi anche lì, con un’attenzione che va al paziente e alla famiglia che è colpita da fragilità. Poi il lavoro sulla farmaceutica e l’umanizzazione delle cure. Per la sanità del Lazio continuerò a lavorare a testa bassa”, ha concluso Rocca. Nel corso della prima giornata dei lavori è stata presentata una sintesi dei risultati ottenuti negli ultimi 30 mesi, un periodo caratterizzato dal risanamento dei bilanci sanitari 2023 e 2024, così da ristabilire un quadro di trasparenza contabile e avviare una revisione strutturale del sistema. Secondo i dati illustrati, il lavoro di riorganizzazione della rete ospedaliera ha prodotto un sensibile miglioramento degli indicatori di performance del Servizio Sanitario Regionale: il tasso di occupazione dei posti letto per acuti è passato dal 71,4 per cento del 2022 al 79,9 per cento del 2025, l’assistenza territoriale è stata fortemente potenziata e in particolare le cure domiciliari hanno raggiunto il 10,32 per cento degli over 65 rispetto al 4 per cento di due anni fa. Sono state inoltre attivate 59 Centrali operative territoriali (Cot) e sono stati creati oltre 2.900 nuovi posti tra salute mentale, dipendenze e Rsa.

Anche l’accesso ai Pronto soccorso – è stato spiegato nel corso dei lavori – mostra un quadro in evoluzione: a fronte di un aumento degli accessi, si sono ridotti i tempi medi di attesa, passando da 7 a 5 ore e mezza per le dimissioni, e da oltre 19 ore a poco più di 15 ore per il ricovero. La riduzione dei tempi di attesa ha inoltre permesso di dimezzare il fenomeno del blocco ambulanze. Per quanto concerne le liste d’attesa chirurgiche, gli interventi oncologici hanno registrato una presa in carico entro soglia nel 90 per cento dei casi. Parallelamente, per le liste d’attesa ambulatoriali, la digitalizzazione delle agende Recup è oggi completata al 100 per cento, a fronte del 10 per cento del 2023, e il 97,1 per cento delle prestazioni critiche viene garantito entro i tempi standard. Nell’ambito del Pnrr, poi, sono state installate 336 grandi apparecchiature e sono stati formati oltre 16 mila operatori. Sul fronte liste d’attesa, il nodo “riguarda più la regolazione della domanda, perché per quanto riguarda l’offerta il decreto sulle liste d’attesa adottato dal governo ci fornisce tutti gli strumenti per affrontare la questione in maniera omogenea e standardizzata. Il problema è che quando aumenti l’offerta, aumenta anche la domanda e quindi bisogna lavorare sull’appropriatezza prescrittiva”, ha spiegato il direttore della direzione Salute della Regione Lazio, Andrea Urbani, illustrando alcune proposte emerse dai tavoli tematici. “Oggi abbiamo un’iperprescrizione di prestazioni diagnostiche e visite mediche. Sono arrivate indicazioni forti per definire linee guida su appropriatezza prescrittiva”, ha puntualizzato Urbani. Poi, dal tavolo sulle risorse umane “è arrivata la necessità di adeguare le retribuzioni del nostro personale sanitario e differenziarle, perché oggi ci sono specializzazioni meno attrattive di altre e non consentono a un operatore di sviluppare un’attività ulteriore a quella del servizio sanitario regionale. Queste proposte concrete saranno la guida per il servizio sanitario di questa Regione per mettere a terra programmi e azioni nei prossimi mesi e nei prossimi anni”, ha concluso Urbani.

Il cuore del percorso si è sviluppato nei tavoli tematici: dieci gruppi di lavoro che nel pomeriggio della prima giornata hanno analizzato criticità e sfide future delle principali aree del servizio sanitario. Le discussioni hanno riguardato salute mentale, liste d’attesa e appropriatezza, risorse umane, invecchiamento e nuovi bisogni di salute, sostenibilità del Ssn, farmaci e tecnologie avanzate, assistenza protesica, rapporto pubblico–privato, umanizzazione delle cure e volontariato. I gruppi di lavoro hanno delineato un orientamento comune per immaginare la sanità regionale da qui ai prossimi anni. Il white paper è un documento strategico che punta a rafforzare la prossimità dei servizi, consolidare la digitalizzazione dei processi e migliorare la presa in carico dei pazienti, con una visione improntata a un processo di continuo miglioramento della qualità delle cure. Il percorso dei tavoli partecipati ha individuato, inoltre, alcune direttrici privilegiate su cui orientare gli sviluppi futuri, segnalando come interventi prioritari: il potenziamento della rete residenziale extraospedaliera per i Dna (Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione), l’investimento nella prevenzione primaria e nella sanità integrativa, l’istituzione di una Fast track per i presidi protesici urgenti. E più in generale, la valorizzazione delle professioni infermieristiche, la definizione di tariffe prestazionali basate sugli esiti, la differenziazione e l’aumento delle retribuzioni del personale, la necessità di progettare i servizi a partire dalle esigenze degli utenti, anche in chiave digitale, adottando un approccio olistico alla salute dei cittadini.

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