Da Rosita Missoni ad Alfredo Ambrosetti, sabato il consiglio comunale di Varese approva 23 nomi nuovi per il Famedio

Novembre 27, 2025 - 02:30
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Da Rosita Missoni ad Alfredo Ambrosetti, sabato il consiglio comunale di Varese approva 23 nomi nuovi per il Famedio
rosita missoni

Sabato 29 novembre alle 10.45 nel Salone Estense di Varese si terrà un Consiglio comunale straordinario che  farà, ripercorrendola, la storia della città. In esso, 23 nuovi nomi si aggiungeranno al Famedio varesino, il memoriale che si sta realizzando per onorare i cittadini illustri della città, allargando così la platea dei benemeriti dopo i primi 34 iscritti, approvati da un analogo consiglio comunale straordinario avvenuto lo scorso marzo.

Il Famedio di Varese, che verrà collocato all’ingresso del cimitero di Giubiano, è molto più di una semplice targa commemorativa. Rappresenta un progetto condiviso, nato da un lungo confronto tra cittadini e istituzioni, che vuole riconoscere il valore di chi ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia varesina. La Commissione apposita, presieduta da Francesca Strazzi, ha lavorato per mesi scorsi allo scopo di individuare i nomi, seguendo quel percorso partecipativo che caratterizza il progetto fin dalla sua nascita. «Speriamo di inaugurarlo quanto prima – spiega Strazzi – Il lavoro della Commissione nasce proprio per vederlo finalmente realizzato: si tratta infatti di un progetto che nella storia di Varese era già in essere da molto tempo ma che è rimasto a lungo sepolto. E nel corso del nostro lavoro ci siamo resi conto dell’interesse che suscita tra i cittadini e dell’importanza di questo progetto».

ROSITA MISSONI, ALFREDO AMBROSETTI, ANTONIO TOMASSINI: LA CITAZIONE NEL FAMEDIO A POCHE SETTIMANE DALLA LORO SCOMPARSA

I ventitré nomi che saranno presentati sabato raccontano l’anima e la storia di Varese: ci sono imprenditori che hanno portato il nome della città nel mondo, partigiani che hanno sacrificato la vita per la libertà, medici che hanno curato generazioni di varesini, artisti che hanno lasciato opere memorabili. E tra loro spiccano anche figure scomparse recentemente, pochi mesi fa.

Rosita Missoni, morta il 2 gennaio 2025 e già citata nel Famedio di Milano, è stata tra le protagoniste assolute della moda italiana: nata a Golasecca da una famiglia di artigiani tessili, insieme al marito Ottavio fondò nel 1953 a Gallarate la casa di moda che avrebbe rivoluzionato l’alta moda con le sue maglie colorate e i disegni geometrici. La loro sede storica a Sumiragosi è trasformata presto nel cuore creativo di un marchio riconosciuto in tutto il mondo, un simbolo del Made in Italy dalle solide radici varesine.

Alfredo Ambrosetti, scomparso agli inizi di settembre 2025 a 94 anni, è stato l’ideatore di uno degli appuntamenti più prestigiosi del panorama economico internazionale, che vide la sua prima edizione nel 1975 a Villa d’Este. Era nato a Varese il 25 giugno 1931 e aveva fondato uno dei primi studi di consulenza aziendale in Italia, trasformando Cernobbio in un luogo di incontro per politici ed economisti di tutto il mondo.

Antonio Tomassini, morto nell’ottobre 2025 a 81 anni, è stato senatore per quattro legislature e punto di riferimento per la sanità italiana. Ginecologo di professione, guidò la Commissione Sanità di Palazzo Madama dal 2001 al 2013, portando la sua competenza medica al servizio delle istituzioni e del territorio varesino che lo aveva eletto.

CALOGERO MARRONE, ANGELO PORETTI, LUIGI PREVOSTI, LUIGI BASSANI: NOMI CHE HANNO FATTO LA STORIA DI VARESE NEL MONDO

Tra i nuovi iscritti emerge anche, e con particolare forza,  la figura di Calogero Marrone, riconosciuto Giusto tra le Nazioni nei primi anni del 2010. Nato a Favara nel 1889, si trasferì a Varese nel 1931 dopo aver vinto un concorso come applicato comunale. Diventato capo dell’Ufficio Anagrafe, durante l’occupazione nazifascista rilasciò centinaia di documenti falsi a ebrei e antifascisti, permettendo loro di salvarsi. Arrestato il 7 gennaio 1944, fu deportato nel campo di concentramento di Dachau dove morì il 15 febbraio 1945. La sua storia, a lungo dimenticata, è tornata alla luce grazie al lavoro di Franco Giannantoni e Ibio Paolucci, che nel 2002 pubblicarono il libro che permise di avviare il riconoscimento come Giusto tra le Nazioni.

Tra gli imprenditori che hanno fatto la storia economica di Varese c’è Angelo Poretti, fondatore dell’omonimo birrificio. Nato a Vedano Olona nel 1829, emigrò in gioventù in Europa, spostandosi tra Austria, Germania e Boemia. Nel 1876 acquistò un’area industriale dismessa a Induno Olona e la trasformò in birrificio, importando dall’estero macchinari e materie prime, che ancora ancora oggi è attivo e parte del gruppo Carlsberg, portando il nome di Varese sulle tavole di tutto il mondo.

E sulle tavole di tutto il mondo è arrivata anche la storia dell’imprenditore Luigi Prevosti, che ha fondato la Prealpi S.p.A.nel novembre 1922, trasformando un piccolo burrificio in via Robbioni in una delle più importanti aziende lattiero-casearie italiane. Commendatore e imprenditore, guidò l’espansione dell’azienda fino agli anni ’50, quando il figlio Gianni proseguì l’opera mantenendo la gestione familiare. L’azienda Prealpi, ancora oggi condotta dalla sua famiglia alla quarta generazione, rappresenta un’eccellenza del made in Italy nel settore caseario.

In un altro settore, ma con uguale fama mondiale, è l’avventura imprenditoriale di Luigi Bassani, che fondò nel 1936 l’azienda A.L. Bassani che nel 1948 si trasferì a Bizzozero specializzandosi nella produzione di interruttori elettrici, divenendo la celebre BTicino. Sotto la sua visione imprenditoriale, l’azienda crebbe fino a impiegare tremila dipendenti ed esportare in 72 nazioni, rivoluzionando il settore con innovazioni come il salvavita negli anni ’60. Imprenditore consapevole del ruolo sociale, Luigi Bassani promosse programmi di assistenza ai dipendenti, creò laboratori nelle carceri e negli istituti psichiatrici, e finanziò opere pubbliche tra cui un nuovo padiglione dell’Ospedale di Circolo di Varese. La sua scomparsa il 24 dicembre 1968 segnò la fine di un’era, ma l’azienda da lui fondata proseguì come eccellenza dell’industria italiana ed europea.

NEL FAMEDIO NOMI CHE CHE ANCORA OGGI TROVIAMO IN VIE, EDIFICI, ISTITUZIONI

L’elenco comprende anche altri nomi celebri del panorama varesino: Giovanni Bagaini, giornalista che fondò il quotidiano la Prealpina. Angelo Frattini, scultore la cui opera ha arricchito il patrimonio artistico cittadino. Rosa Genoni, stilista e giornalista vissuta tra il 1867 e il 1954, pioniera della moda italiana. La benefattrice Emma Macchi Zonda  e Giuseppe “comandante Claudio” Macchi, partigiano. Carlo Maciachini, l’architetto che ha progettato il cimitero monumentale e il Famedio di Milano, oltre ad avere realizzato il cimitero di Giubiano. Antonio Angelo Minonzio, imprenditore che ha creato prima un ruotificio e poi una notissima carrozzeria industriale. Ermanno Montoli, storico primario del pronto soccorso dell’ospedale di Varese. Felicita Morandi, scrittrice ed educatrice dell’Ottocento. Mario Ossola, medico e politico. Ernesto Redaelli, editore e mecenate. Enea Torelli, ingegnere dell’Ottocento. Dante Trombetta, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale di Circolo negli anni ’80 e figura di grande rilievo per la sanità varesina. Carletto Ferrari, eroe della resistenza partigiana varesina.
Molti di questi nomi sono ancora oggi presenti nella toponomastica cittadina, nelle vie e nelle piazze, negli edifici e nelle istituzioni che portano il loro nome.

CONTINUANO I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DEL FAMEDIO: L’INAUGURAZIONE PREVISTA ENTRO FINE ANNO

Intanto i lavori per la realizzazione fisica del Famedio procedono, anche se con qualche imprevisto, che ha però arricchito il progetto. «Siamo ancora al lavoro perché abbiamo trovato un affresco», spiega Francesca Strazzi, presidente della Commissione Famedio. «Però noi speriamo di concludere e inaugurare entro fine anno».

Le targhe in ottone con i nomi dei cittadini illustri sono a buon punto: quelle dei primi 34 sono già pronte e sono state pensate per essere amovibili, permettendo così futura manutenzione e aggiornamenti. Per facilitare la consultazione e la memoria, una pagina dedicata sul sito del Comune rimanderà al ricordo di ciascun personaggio iscritto nel Famedio.

«Siamo consapevoli che mancano ancora tantissimi nomi e che questo è un lavoro in continua evoluzione», sottolinea la presidente. «Dobbiamo colmare più di un secolo di storia. A marzo, nel primo Consiglio dedicato al Famedio, avevamo detto che entro fine anno ci sarebbe stato un altro gruppo di nomi e abbiamo onorato la promessa. Poi ricominceremo i lavori per le prossime iscrizioni».

La scoperta dell’affresco durante i lavori ha portato una sorpresa inattesa: «Pare che, contrariamente a ciò che succedeva normalmente, invece di immagini di angeli ci sia una mappa del cimitero. Questo è già un unicum, che ha portato ulteriore luce sul processo storico del Famedio stesso».

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