Lidl porta l’avocado dell’Etna in tutta Italia: superate le 170 ton (+120%)
Giarre (CT), 20 nov. (askanews) – Le piante di avocado, con il loro sviluppo disordinato e gravide di frutti, si susseguono senza sosta sotto lo sguardo maestoso dell’Etna, che abbraccia tutta la valle. In questo territorio vulcanico, favorita da un microclima mite e da una piovosità che è la più alta del sud Italia, da qualche anno si sta intensificando la coltivazione dell’avocado, la cui produzione attualmente si aggira intorno alle 800 tonnellate all’anno a livello regionale. I primi esperimenti, in realtà, risalgono alla fine degli Anni ’50, ma è nell’ultimo decennio, che complice l’aumento dei consumi pro-capite nazionali balzati da 100 a 800 grammi all’anno, si è accelerata la produzione alle pendici dell’Etna. Una produzione che, ora, grazie a un felice sodalizio tra agricoltori, Filiera agricola italiana e Lidl, è disponibile in tutto il Paese.
L’insegna della gdo nel 2020, infatti, ha iniziato a distribuire sui propri scaffali l’avocado dell’Etna: si è partiti 18,5 mila chili il primo anno solo nei punti vendita siciliani; si è arrivati nella stagione 2024-2025 a una distribuzione in tutti i 780 punti vendita nazionali per un totale di 172mila chili, con un balzo del 120% rispetto alla sola stagione precedente.
Ed è proprio tra i decennali alberi di avocado nella campagna di Giarre, nel Catanese, che Lidl ha deciso di raccontare questo progetto insieme agli altri due protagonisti, Filiera Agricola italiana, società di Coldiretti che col marchio Firmato dagli agricoltori italiani porta i prodotti agricoli della filiera nazionale nella gdo, e il fondatore di Sicilia Avocado, Andrea Passanisi.
“Il progetto di dedicarmi alla coltivazione degli avocado nasce oltre 20 anni fa ed è dettato dalla passione – ha raccontato Passanisi – Lidl ha deciso di seguire questa strada cercando di affondare bene le radici e noi, grazie a Lidl, siamo cresciuti. Ha capito prima di tutti l’evoluzione nei consumi dell’avocado italiano, anche grazie al lavoro di Filiera agricola italiana”. “Con Lidl noi abbiamo iniziato con due pedane di avocado su Catania, con il centro logistico di Misterbianco e siamo arrivati a oltre 700 pedane dell’ultima stagione – ha aggiunto – C’è stata una crescita visionaria e graduale in questi anni e oggi siamo presenti in tutti i punti vendita. E lo dico con orgoglio perché, tramite la gdo, si va a raccontare il nostro territorio e la nostra passione a tutti i consumatori italiani”.
L’avocado è la coltura tropicale di maggiore interesse in questo momento in Italia, nonché un’opportunità per la Sicilia che è tra i principali produttori. La tropicalizzazione del clima, qui ha creato, infatti, le condizioni ottimali per questo superfood, spingendo imprenditori locali come Passanisi a investire sul prodotto. La visione di Filiera agricola italiana e di un attore della gdo come Lidl ha permesso, poi, di dare un futuro a questi investimenti portandone i frutti sul mercato nazionale.
“Con Filiera agricola italiana abbiamo avuto la visione comune di inserire nel nostro assortimento un avocado di origine italiana e dall’incontro con l’imprenditore che oggi ci ospita è nato tutto il resto – ha spiegato Marcello Candelori, direttore acquisti Lidl Italia – Grazie a un lavoro di concerto prima nei nostri punti vendita siciliani poi con una programmazione ad hoc, negli anni in tutti i punti vendita italiani abbiamo inserito l’avocado dell’Etna nel periodo giusto, da fine ottobre ai primi di aprile e abbiamo avuto un ottimo riscontro sia in termini di vendita che di soddisfazione dei nostri clienti che apprezzano la filiera corta”.
La filiera corta è il punto di forza anche del lavoro di Filiera agricola italiana, con il suo marchio Firmato dagli agricoltori italiani perché, come ha spiegato chiaramente Maurizio Marangon, responsabile ortofrutta di filiera agricola italiana, la qualità del prodotto finale parte dalla vocazione del territorio. “Dire che un prodotto nasce in Italia non dice niente perché ogni 50 chilometri lo stesso prodotto cambia. Noi sulla etichetta mettiamo cinque livelli di provenienza: Paese, regione, provincia, comune e zona vocata perché con la zona vocata si costruisce una logica identica a quella della Dop: si legano le caratteristiche dell’azienda al prodotto e alla zona di produzione rendendo quel prodotto unico”. “L’avocado italiano oggi viene prodotto su una superficie di circa 400 ettari. QUi – ha sottolineato Marangon – produciamo più dell’80% dell’avocado nazionale e di questo il 60-70% va in Lidl, che è l’unica insegna sul mercato della gdo a poter vantare di avere quasi la totalità dell’avocado italiano”.
Per avere frutti adatti al mercato servono circa tre anni dalla piantumazione dell’albero, ha raccontato Passanisi che in questo areale, con l’Etna alle spalle e il mar Ionio di fronte, 20 anni fa ha trasformato una intuizione in una impresa. “In questo versante la produttività è di 22-24 fino a 28mila chili di avocado per ettaro coltivato – ha raccontato – Ogni pianta può produrre dai 70 fino ai 100 chili di frutti”. Numeri che sono destinati ad estendersi su nuove aree.
Le premesse per la crescita di una produzione nazionale di avocado, infatti, sembrano esserci tutte. E non solo per quel cambiamento climatico, che è sicuramente il fattore scatenante. Ma anche per l’interesse del mercato. “Le crescite future dell’avocado dell’Etna – ha prospettato Candelori – andranno di pari passo con la crescita della nostra catena: noi pianifichiamo l’apertura di circa 50 punti vendita all’anno per cui abbiamo un progetto, insieme al fornitore che investa sia in terreni che in nuove colture per garantire la disponibilità del prodotto a tutti i clienti”. E dall’altra parte la risposta agricola non si fa attendere: “Noi abbiamo già due dei nostri maggiori produttori agricoli che hanno piantato e stanno piantando circa 220-230 ettari di avocado nelle provincie di Siracusa e Messina – ha affermato Marangon – Oggi l’80% dei consumi di avocado in Europa avvengono in Francia e negli ultimi tre anni il consumo di avocado in Italia è quadruplicato, le prospettive direi che sono rosee”.
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