Linus Torvalds: cosa pensa il padre di Linux del vibe coding?

Novembre 21, 2025 - 18:31
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Linus Torvalds: cosa pensa il padre di Linux del vibe coding?

Non è certo uno dal carattere semplice, Linus Torvalds, lo sanno bene anche i suoi collaboratori. Non si può però dire che non sia aperto alle novità, nonostante gli anni che passano e una manifesta mal sopportazione nei confronti delle novità gonfiate da un hype eccessivo. Cosa ne pensa del vibe coding? Gli è stato chiesto direttamente e la risposta potrebbe sorprendere molti.

AI e programmazione: Linus Torvalds sul vibe coding

Il vibe coding, per chiarezza, è lo sviluppo supportato dall’intelligenza artificiale. Una pratica sempre più diffusa, che sta permettendo ai professionisti del settore di velocizzare i flussi di lavoro e a chi non ha competenze specifiche di cimentarsi con la stesura del codice. Ecco cosa ha detto il padre di Linux dal palco di una convention sul software open source andata in scena in Corea del Sud (al minuto 19:44 nel video seguente).

Penso che il vibe coding sia un’idea davvero orribile dal punto di vista della manutenzione, se provi a farci un prodotto. Lo ritengo però anche un ottimo modo per far sì che nuove persone siano coinvolte e interessate ai computer, per far sì che i computer facciano qualcosa che altrimenti non potrebbero fare in altro modo.

Non è mancata una stoccata alle Big Tech impegnate nella corsa per trasformare l’interesse verso questa tecnologia in una vile fonte di reddito (rischiando di far scoppiare la bolla AI).

Mi sento abbastanza positivo a questo proposito, ovviamente ignorando tutte le persone che cercando di sfruttare il vibe coding per farci aziende da miliardi di dollari.

Insomma, il vibe coding ha la benedizione di Linus Torvalds, a patto di approcciarlo con le giuste aspettative, avendo ben chiaro cosa può e cosa non può fare.

Lo vedo come qualcosa di entusiasmante, qualcosa di nuovo e buono, anche se chiaramente credo che le persone abbiano aspettative.

L’intelligenza artificiale come strumento, dunque, da non demonizzare, in grado di sollevare chi programma da una parte del carico di lavoro come avvenuto in passato con altre innovazioni.

L’AI è solo un altro strumento, come i compilatori che hanno liberato le persone dal dover scrivere codice Assembly a mano, incrementando enormemente la produttività, ma senza eliminare i programmatori. Credo che, alla fine, l’AI farà lo stesso, è un altro strumento che permette di non dover avere a che fare con le minuzie, ma non farà sparire i programmatori. Questa è la mia sensazione.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia