Management strategico nella PA: pianificazione e responsabilità contrattuale alla luce del Codice Appalti

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Un approfondimento, a cura del Dottor Luca Leccisotti, sul management strategico nella pubblica amministrazione (PA): focus valore pubblico, pianificazione e responsabilità contrattuale alla luce del Codice Appalti (D.lgs. 36/2023).
L’evoluzione del quadro normativo in materia di contratti pubblici, culminata con l’entrata in vigore del D.lgs. 36/2023, ha evidenziato la centralità della figura del manager pubblico quale soggetto deputato a coniugare efficienza gestionale, rispetto dei vincoli procedimentali e perseguimento del valore pubblico. La riflessione dottrinale e giurisprudenziale ha, infatti, progressivamente riconosciuto che la mera osservanza formale delle procedure di affidamento non è sufficiente a garantire la sostenibilità e la legittimità dell’azione amministrativa.
Il presente contributo analizza le peculiarità gestionali e strategiche che caratterizzano il manager pubblico, in una prospettiva giuridico-amministrativa orientata alla creazione di valore pubblico, evidenziando il ruolo della pianificazione, della misurazione delle performance e dell’accountability nei processi di affidamento e gestione dei contratti pubblici.
L’azienda pubblica come sistema aperto: presupposti giuridico-organizzativi
Il concetto di azienda pubblica come sistema aperto, coerente internamente e finalizzato alla produzione di valore pubblico, trova una chiara trasposizione nel Codice dei contratti, che pone le amministrazioni aggiudicatrici dinanzi alla sfida di integrare le dimensioni interna (efficienza) ed esterna (efficacia).
L’art. 1 del D.lgs. 36/2023 richiama espressamente i principi di risultato, fiducia e accesso al mercato: tre dimensioni che impongono una gestione consapevole delle risorse e delle procedure, ancorata a una strategia di lungo periodo, coerente con i valori costituzionali di buon andamento ed economicità (art. 97 Cost.).
Il valore pubblico come parametro giuridico e strategico
La nozione di valore pubblico non può ridursi a un mero indicatore economico, bensì si configura come un parametro composito che abbraccia:
- la capacità della PA di rispondere ai bisogni collettivi;
- la tutela dei diritti fondamentali e la generazione di capitale sociale;
- la rigenerazione della fiducia tra istituzioni e cittadini.
Il D.lgs. 36/2023 traduce questa finalità in strumenti concreti, quali:
- le clausole sociali e ambientali (art. 57);
- il principio di proporzionalità (art. 10);
- gli strumenti di monitoraggio e trasparenza (art. 38 ss.).
Il manager pubblico, nella sua funzione di responsabile del procedimento e di gestore strategico, deve quindi valutare le ricadute sistemiche degli affidamenti, operando un bilanciamento tra interessi individuali e collettivi.
Pianificazione strategica e appalti pubblici: il ruolo del manager pubblico
L’art. 21 del D.lgs. 36/2023 prevede l’obbligo di programmazione triennale degli acquisti di lavori, servizi e forniture, come espressione di una pianificazione strategica orientata al raggiungimento di obiettivi misurabili.
Il manager pubblico è chiamato a:
- definire la missione dell’amministrazione in termini di servizio pubblico;
- identificare gli stakeholder e mappare i loro bisogni e aspettative;
- predisporre piani d’azione coerenti con le risorse disponibili;
- misurare l’efficacia e l’efficienza delle decisioni adottate.
In questa prospettiva, le macrostrategie definiscono le politiche pubbliche di sistema e le microstrategie le concretizzano, declinandole nella dimensione aziendale.
Le specificità gestionali del manager pubblico nel sistema contrattuale
Eterogeneità e assenza del prezzo di mercato
Il manager pubblico opera in un contesto caratterizzato da:
- eterogeneità delle funzioni amministrative;
- assenza di un prezzo esplicito dei beni e servizi erogati;
- debolezza dei meccanismi di domanda-offerta.
Ciò implica l’adozione di strumenti alternativi di misurazione del valore, quali gli indicatori di outcome, la rendicontazione sociale e i report di sostenibilità.
Formalizzazione e tempi istituzionali
L’attività amministrativa, essendo soggetta a vincoli formali e a ritmi condizionati dai cicli elettorali, richiede un elevato grado di trasparenza e documentazione, che tuttavia non deve tradursi in un irrigidimento procedurale incompatibile con i principi di efficienza.
Accountability e controllo dei risultati
Il manager pubblico, alla luce dei principi codificati nel D.lgs. 36/2023, assume la responsabilità di:
- garantire la regolarità procedurale degli affidamenti;
- assicurare la qualità e la conformità delle prestazioni contrattuali;
- rendere conto agli stakeholder dell’uso delle risorse pubbliche.
Gli strumenti giuridici di supporto sono molteplici, tra cui:
- i sistemi di monitoraggio previsti dall’ANAC;
- la verifica di congruità delle offerte e delle varianti (artt. 60 e 120);
- la pianificazione di audit interni e la redazione di carte etiche.
Conclusioni
La funzione del manager pubblico emerge, quindi, come un elemento imprescindibile per la governance dei contratti pubblici in un’ottica sistemica, capace di integrare la dimensione giuridica e quella gestionale.
Il D.lgs. 36/2023, con i suoi principi innovativi, impone al manager pubblico di abbandonare una logica meramente burocratica per abbracciare un modello di management orientato a:
- valorizzare le risorse umane e relazionali;
- promuovere l’innovazione e la sostenibilità;
- garantire trasparenza e partecipazione degli stakeholder.
Solo così la pubblica amministrazione potrà generare valore pubblico e recuperare legittimità democratica, traducendo in pratica il dettato costituzionale di buon andamento e imparzialità.
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