Mitilicoltura circolare: così il riciclo delle plastiche e i biopolimeri riducono l’impatto sul mare

Novembre 9, 2025 - 16:00
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Mitilicoltura circolare: così il riciclo delle plastiche e i biopolimeri riducono l’impatto sul mare

Cambio di rotta negli allevamenti di cozze. Sperimentate in Puglia e Liguria la riduzione delle plastiche in mare e l’introduzione di materiali biodegradabili e compostabili, per innovare la mitilicoltura e superare il problema ambientale rappresentato dalla dispersione delle calze in polipropilene usate nei vivai.

Grazie a un impianto mobile di riciclo, progettato e testato negli ultimi due anni, sono già state trattate quasi 100 tonnellate di polipropilene, la plastica con cui vengono realizzate le reti tubolari (calze) dove i mitili crescono fino alla taglia commerciale. Cento tonnellate che non finiranno in discarica, in mare o sulle spiagge, ma che tornano a nuova vita come materia prima seconda, pronte a diventare nuove reti, evitando così l’uso di polimero vergine. Accanto al riciclo, la produzione di 26 tonnellate di calze in biopolimero biodegradabile e compostabile apre la strada a una mitilicoltura “a impatto zero”, dove ogni materiale può essere recuperato o reintegrato nel ciclo naturale.

Queste azioni, al centro del progetto LIFE MUSCLES, sono state presentate durante la conferenza stampa al Palazzo del Turismo di Rimini, alla presenza dell’Assessora all’Ambiente del Comune di Rimini, Anna Montini, del Direttore Generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, della docente di Ecologia dell’Università di Siena Cristina Panti, del Presidente dell’Associazione Mediterranea Acquacoltori, Federico Pinza, del Direttore della Mare Società cooperativa, Giuseppe Prioli e del Comandante della Capitaneria di Porto di Rimini, Ottavio Cilio.

In occasione dell’evento finale, che include anche un workshop a Ecomondo Expo, il team di progetto ha condiviso i risultati di un lavoro durato 4 anni, grazie all’impegno di 9 partner guidati da Legambiente e sostenuto dal programma LIFE della Commissione Europea, con il coinvolgimento di mitilicoltori, pescatori, policy maker e comunità locali.

«Oggi si conclude un progetto importante e fortemente innovativo che apre interessanti prospettive nella filiera della mitilicoltura. Un percorso intenso di ricerca, sviluppo, collaborazione e sperimentazione – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – che lascia in eredità nuovi strumenti che possono davvero rendere più sostenibile questa attività in Italia e in Europa. Un modello che non soltanto risponde alle istanze ambientali e di economia circolare, ma offre un’opportunità concreta agli allevatori, alle imprese del riciclo e alla filiera agro-marina di innovarsi in modo competitivo, responsabile e sostenibile. L’impegno comune di imprese, mondo accademico, istituzioni e consumatori nel progetto, le 100 tonnellate di polipropilene avviate al riuso, le reti in biopolimero distribuite e gli allevatori coinvolti sono un importante passo concreto in questa direzione».

La mitilicoltura è tra le produzioni più sostenibili: le cozze filtrano naturalmente l’acqua, non richiedono antibiotici e producono pochissima CO₂ (0,137–0,252 kg per chilo contro oltre 20 per la carne bovina). Inoltre, contribuiscono al sequestro di anidride carbonica e al miglioramento della qualità delle acque. Tuttavia, l’impatto delle calze in polipropilene, spesso disperse in mare, rimane un problema rilevante per l’inquinamento degli ecosistemi marini e la formazione di microplastiche.

L’impianto mobile di riciclo, progettato da Legambiente e Rom Plastica e testato a Cagnano Varano (Foggia) dalla Società Ittica Del Giudice, consente di intervenire direttamente in aree portuali, riducendo i trasporti e facilitando agli allevatori di cozze il conferimento dei rifiuti. Allestito in un container, tratta fino a 300 chili di calze al giorno tramite triturazione, lavaggio con acqua di ricircolo e asciugatura. Le particelle plastiche ottenute vengono rilavorate per realizzare reti riciclate, messe nuovamente a disposizione dei mitilicoltori. Il polipropilene riciclato possiede le stesse proprietà meccaniche e chimiche di quello vergine, come dimostrato dalle analisi del Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza di Roma.

Il riciclaggio del polipropilene garantisce, inoltre, un risparmio del 25–30% sui costi di acquisto e smaltimento, offrendo ai mitilicoltori un vantaggio economico concreto e un incentivo al cambiamento.

Il sistema, sperimentato in Puglia e Liguria, ha dato vita a una rete nazionale che coinvolge imprese, enti di ricerca e istituzioni, con incontri e seminari in varie regioni italiane. Dopo Marche, Abbruzzo, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania e Sardegna, l’interesse è cresciuto anche all’estero, con Croazia, Slovenia e Francia pronte ad accogliere l’impianto.

La vera sfida è costruire una filiera circolare, o Circular Supply Chain Management, come definita nel progetto, che coinvolga tutti gli attori: i mitilicoltori nel recupero delle calze, le autorità locali nella semplificazione delle procedure, i produttori di reti nel riuso del polimero riciclato, la grande distribuzione organizzata nella promozione del prodotto sostenibile e i consumatori nella scelta di acquisti consapevoli.

Parallelamente al riciclo delle retine in polipropilene e per abbassare ulteriormente i rischi ambientali, sono state sperimentate retine in biopolimero biodegradabile e compostabile sviluppate da Novamont, distribuite e promosse dall’Associazione Mediterranea Acquacoltori, e già ampiamente usate nei vivai (allevamenti in mare) della Cooperativa Mitilicoltori Associati della Spezia. I test hanno confermato la buona resistenza del materiale e la continuità produttiva, avviando nuovi cicli di allevamento sostenibile.

Grazie all’Università di Siena, sono stati condotti studi sulle microplastiche in acqua e nei mitili allevati: i risultati indicano che, a medio termine, l’uso di calze in polipropilene o biopolimero non altera lo stato eco tossicologico delle cozze, mentre le concentrazioni di microplastiche risultano in linea, o inferiori, alla media del Mediterraneo.

I muscoli (così si chiamano in Liguria) allevati con queste calze sono stati commercializzati a marchio LIFE MUSCLES e da aprile 2025 sono state vendute 83.000 confezioni da 1 kg nella Grande Distribuzione Organizzata.

Il progetto europeo LIFE MUSCLES rappresenta un cambiamento concreto con ricadute economiche e ambientali positive. Come evidenzia lo studio dell’Università di Bologna, una corretta informazione e il supporto delle associazioni di categoria possono favorire l’adozione di soluzioni vantaggiose per l’intero comparto.

«La mitilicoltura rappresenta un pilastro dell’economia ittica del mare Adriatico – sottolinea l’Assessora all’ambiente del Comune di Rimini, Anna Montini – Il modello innovativo messo a punto con questo progetto, a partire dal riciclo del polipropilene, passando alla produzione e sperimentazione di reti in biopolimero, può offrire benefici rilevanti anche alla nostra regione. Possiamo immaginare una mitilicoltura in Emilia-Romagna più efficiente e competitiva, capace di ridurre la dipendenza da materiali vergini e l’impatto delle plastiche in mare e di valorizzare una filiera che oggi, nella nostra regione, conta centinaia di allevatori e decine di aziende». Secondo studi recenti, l’Emilia-Romagna detiene circa il 34% della produzione nazionale di mitili, rendendo strategica la replicabilità del modello nelle sue acque», conclude l’Assessora.

LIFE MUSCLES anticipa le politiche nazionali ed europee per la mitilicoltura, proponendosi come laboratorio di economia circolare capace di coniugare riduzione della plastica, risparmio produttivo e valorizzazione della filiera agro-marina.

Uno sforzo corale guidato da Legambiente come capofila di progetto e portato avanti dal partenariato composto da: Università di Bologna; Università La Sapienza di Roma (Dipartimento di Chimica); Università di Siena; Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA); Novamont; Rom Plastica; Società Agricola Ittica Del Giudice (Gargano); Cooperativa Mitilicoltori Associati (La Spezia).

A cura di Legambiente

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