Proroga al 2026 per l’obbligo di consegna delle olive ai frantoi entro sei ore

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Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) ha ufficializzato il rinvio al 1° luglio 2026 dell’entrata in vigore della norma che imponeva la consegna delle olive ai frantoi entro sei ore dalla raccolta.
La decisione, formalizzata con la firma di un apposito decreto, nasce dalla necessità di dare più tempo agli operatori del comparto per adeguarsi a una disposizione che, pur animata da obiettivi di trasparenza e qualità, avrebbe potuto creare forti difficoltà operative.
Un rinvio richiesto dal settore
Il rinvio arriva dopo un confronto approfondito tra il Ministero e le associazioni agricole e le principali organizzazioni dei produttori olivicoli, che hanno segnalato le criticità legate alla tempistica prevista. La norma, introdotta dalla Legge n. 206 del 27 dicembre 2023, prevedeva che entro sei ore dalla raccolta fosse obbligatorio registrare nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) la consegna delle olive da parte degli olivicoltori ai commercianti e, successivamente, da questi ai frantoi.
L’obbligo di registrazione, recepito con il Decreto ministeriale del 18 settembre 2024, avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° luglio 2025. Tuttavia, la complessità delle operazioni logistiche e la necessità di garantire un sistema di tracciabilità realmente sostenibile hanno portato il Ministero a posticipare la scadenza di un ulteriore anno.
Le motivazioni della proroga al 2026 dell’obbligo di consegna delle olive ai frantoi entro sei ore
Sebbene la ratio della legge resti pienamente valida — ossia quella di rafforzare la trasparenza e assicurare un controllo più rigoroso sulla qualità dell’olio italiano —, l’applicazione immediata avrebbe rischiato di mettere in difficoltà una filiera che già si confronta con problemi strutturali, tra cui la frammentazione produttiva, le distanze geografiche tra aziende e frantoi, e le differenze nei ritmi di raccolta legati ai territori.
La norma, nella sua formulazione iniziale, avrebbe richiesto che tutte le movimentazioni delle olive venissero tracciate in tempo reale sul portale SIAN, un sistema informatico già impiegato per altre registrazioni agricole, ma non ancora pienamente integrato nelle dinamiche quotidiane del settore olivicolo.
Per questo motivo, il Masaf ha deciso di concedere una finestra di due anni per permettere alle imprese agricole e ai frantoi di adattarsi, sviluppando strumenti digitali più funzionali e processi logistici più efficienti.
Verso una revisione più equilibrata della norma
Con la proroga, il Ministero intende anche rivedere alcuni aspetti tecnici della disciplina, in modo da coniugare l’esigenza di tracciabilità con la sostenibilità economica e organizzativa delle aziende. Il nuovo termine consentirà di elaborare una regolamentazione più realistica, capace di rispettare i tempi di raccolta, trasporto e lavorazione senza compromettere la qualità del prodotto finale.
L’obiettivo è arrivare a una norma condivisa che renda possibile un controllo efficace della filiera, ma senza gravare eccessivamente su produttori e commercianti. In particolare, si punta a ottimizzare la gestione delle registrazioni digitali e a definire tempi di consegna compatibili con le diverse realtà territoriali, che variano notevolmente tra Nord, Centro e Sud Italia.
Tutela della qualità e valorizzazione del made in Italy
Il Masaf ha ribadito che la proroga non rappresenta un arretramento rispetto ai principi di qualità e trasparenza, ma un passo necessario per assicurare che le nuove regole possano essere attuate in modo efficace e sostenibile.
La valorizzazione del prodotto olivicolo e la tutela del made in Italy e del marchio “olio d’oliva italiano” restano infatti al centro delle politiche ministeriali. Il rinvio, secondo il Ministero, servirà a consolidare un sistema di controllo più robusto, capace di contrastare pratiche scorrette, frodi commerciali e fenomeni di contraffazione che ancora oggi danneggiano i produttori onesti e confondono i consumatori.
Un dialogo continuo con gli operatori
Il Ministero ha assicurato che continuerà a lavorare in stretta collaborazione con il mondo agricolo, coinvolgendo associazioni di categoria, cooperative e frantoi per costruire un percorso condiviso di miglioramento normativo. L’obiettivo è quello di preservare l’eccellenza dell’olio extravergine d’oliva italiano, simbolo della dieta mediterranea e ambasciatore della cultura agroalimentare nazionale nel mondo.
La scelta di posticipare l’entrata in vigore del decreto, dunque, va letta non come una marcia indietro, ma come una decisione pragmatica per rafforzare l’intero comparto olivicolo. Una filiera che, nonostante le difficoltà legate ai cambiamenti climatici, ai costi di produzione in aumento e alla concorrenza internazionale, continua a rappresentare un pilastro dell’agricoltura italiana e un patrimonio economico e identitario da difendere.
Con il nuovo termine del 1° luglio 2026, il settore avrà il tempo necessario per adeguarsi alle regole, innovare i processi e garantire che la qualità dell’olio italiano resti una garanzia riconosciuta a livello globale.
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