Esproprio opere pubbliche: pubblicazione degli avvisi e dei dati negli allegati
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Una riflessione su un quesito concernente la pubblicazione degli avvisi e dei dati negli allegati nelle procedure di esproprio di opere pubbliche a cura di Gianluca Lucarelli, professionista con una lunga esperienza nel campo della protezione dei dati, che ricopre il ruolo di Data Protection Officer (DPO) per la nostra testata.
Quando un’amministrazione locale avvia un procedimento di esproprio per realizzare un’opera pubblica, entra in gioco un insieme articolato di regole pensate per garantire trasparenza, correttezza amministrativa e tutela dei diritti dei cittadini coinvolti.
Tra gli aspetti più delicati c’è senza dubbio la gestione delle comunicazioni e la pubblicazione degli avvisi, soprattutto alla luce delle norme sulla protezione dei dati personali. La necessità di informare in modo pieno e tempestivo i proprietari dei terreni si deve infatti conciliare con il rispetto del principio di minimizzazione stabilito dal GDPR, che impone alla pubblica amministrazione di divulgare solo i dati realmente necessari allo scopo perseguito.
Il tema è tornato d’attualità perché molti enti locali, nella fase preliminare di progettazione di nuove infrastrutture, stanno predisponendo gli atti indispensabili per attivare le procedure espropriative. In questa cornice, uno degli interrogativi più frequenti riguarda la tipologia di informazioni che possono essere incluse negli allegati pubblicati insieme all’avviso di avvio del procedimento.
Comunicazione individuale o avviso pubblico: quando scatta l’una e quando l’altro
La normativa prevede una distinzione precisa tra comunicazioni rivolte a un numero ristretto di soggetti e quelle destinate a una platea più ampia. Se i proprietari dei terreni interessati sono meno di cinquanta, l’amministrazione è tenuta a trasmettere una comunicazione personalizzata, indirizzata a ciascun destinatario. Si tratta di una forma di tutela fondamentale, perché garantisce a chi subisce il procedimento che l’informazione arrivi direttamente e senza margini di incertezza.
Quando invece le persone coinvolte superano la soglia delle cinquanta unità, il legislatore consente un diverso approccio: pubblicare un avviso collettivo, ad esempio sul sito istituzionale del comune o sull’albo pretorio, sostituendo così l’invio delle notifiche singole. Questa soluzione risponde a una logica di efficienza organizzativa ed economica, evitando alla pubblica amministrazione un carico di comunicazioni difficilmente sostenibile e accelerando al tempo stesso l’iter preparatorio dell’opera.
Pur trattandosi di una forma di comunicazione “meno diretta”, l’avviso pubblico ha comunque valore pienamente legale e permette agli interessati di venire a conoscenza dell’avvio del procedimento, di presentare eventuali osservazioni o di richiedere chiarimenti.
Quali dati inserire negli allegati? Il nodo privacy
Una volta stabilito il tipo di comunicazione, resta da capire quali informazioni possano essere rese pubbliche negli allegati. In particolare, molti enti si domandano se sia opportuno inserire non solo i riferimenti catastali dei terreni oggetto di esproprio, ma anche le generalità dei proprietari, come la data di nascita o il codice fiscale.
La risposta è netta: non è necessario – e anzi non è corretto – riportare dati anagrafici dettagliati se non indispensabili allo scopo della pubblicazione. Il GDPR, che disciplina la protezione dei dati personali a livello europeo, poggia infatti sul principio della minimizzazione: ogni ente pubblico deve limitare la diffusione delle informazioni alle sole componenti strettamente utili per raggiungere l’obiettivo amministrativo.
Nel caso specifico degli espropri, l’obiettivo della pubblicazione dell’avviso è quello di consentire ai cittadini coinvolti di riconoscere la propria posizione e di attivarsi qualora lo ritengano opportuno. A tal fine, i dati catastali – che identificano in modo univoco il terreno – sono del tutto sufficienti. Aggiungere ulteriori elementi, come le generalità complete dei proprietari, non solo non apporterebbe un beneficio concreto alla procedura, ma aumenterebbe inutilmente l’esposizione di dati sensibili, esponendo l’amministrazione a possibili contestazioni e rischi di violazione della privacy.
In pratica, negli allegati collegati a un avviso pubblico per esproprio è opportuno includere esclusivamente i riferimenti catastali dei terreni, indicando foglio, mappale e altre informazioni tecniche necessarie all’individuazione dell’area. Qualsiasi dato aggiuntivo personale dovrebbe essere omesso, salvo casi eccezionali in cui vi sia un obbligo normativo specifico o una ragione particolarmente stringente.
Perché la cautela è indispensabile
La pubblicazione online di documenti amministrativi comporta una diffusione immediata e potenzialmente illimitata nel tempo. Anche quando un avviso viene rimosso dal sito, copie archiviate o memorizzate da terzi possono continuare a circolare. È proprio questo scenario a rendere particolarmente severa la disciplina sulla protezione dei dati: una volta pubblicata, un’informazione personale potrebbe restare accessibile ben oltre il periodo strettamente necessario alla procedura.
Ridurre i dati all’essenziale permette non solo di tutelare i proprietari coinvolti, ma anche di evitare all’amministrazione locale possibili contenziosi. Il Garante per la protezione dei dati personali ha più volte richiamato gli enti pubblici alla prudenza, sottolineando l’importanza di valutare attentamente il rapporto tra necessità amministrativa e potenziali rischi per la privacy.
“Il DPO risponde”: un esperto a disposizione di tutti
Per rispondere in modo chiaro e autorevole a quesiti come quello analizzato in questo articolo, Lentepubblica.it mette a disposizione la competenza di Gianluca Lucarelli, professionista con una lunga esperienza nel campo della protezione dei dati, che ricopre il ruolo di Data Protection Officer (DPO) per la testata attraverso la sua rubrica “Il DPO risponde“, uno strumento semplice e accessibile a tutti: basta compilare un apposito form online con i propri dati e inviare il proprio quesito.
- Qui la pagina con il form da compilare per porre il quesito di interesse
- Qui la presentazione della rubrica e tutte le risposte ai quesiti
Lucarelli risponderà ai quesiti dei lettori su ogni aspetto legato al GDPR: dalla gestione dei consensi informati alla conservazione dei dati, dalle responsabilità degli enti pubblici ai diritti dei cittadini.
Il funzionamento della rubrica è semplice e accessibile: basta compilare un apposito form online con i propri dati e inviare il proprio quesito. Le risposte, pubblicate in una sezione dedicata del sito, saranno consultabili da tutti, contribuendo così a creare una sorta di FAQ aggiornata, utile a prevenire errori e lacune nella gestione dei dati.
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