Rinnovo Contratto Istruzione 2025: le ultime novità sulla trattativa in corso

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La trattativa in corso per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione e Ricerca entra in una fase cruciale in questo 2025, ma le distanze tra le parti rimangono ampie: ecco le ultime novità.
Il sesto incontro tra l’Aran e le organizzazioni sindacali si è chiuso con un testo aggiornato che introduce alcune modifiche, giudicate però marginali dai rappresentanti dei lavoratori. La prossima convocazione è fissata per il 9 ottobre 2025 e sarà un passaggio decisivo, soprattutto sul nodo delle risorse economiche.
Secondo la FLC CGIL, il documento predisposto dall’agenzia negoziale non affronta la questione più urgente: un piano straordinario di finanziamenti che permetta di riallineare gli stipendi del comparto a quelli degli altri settori della pubblica amministrazione e di tutelare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Senza un impegno concreto su questo fronte, il rischio è quello di un contratto che non dia risposte alle reali difficoltà dei lavoratori.
Le novità introdotte dall’Aran
Il testo presentato contiene alcuni elementi di apertura nei diversi ambiti del comparto.
Nelle scuole italiane, la contrattazione d’istituto potrà occuparsi dei criteri di accesso al lavoro agile, con la possibilità di estendere il numero di giornate da remoto. Sempre a livello di istituto, viene rafforzato il ruolo delle rappresentanze sindacali nella definizione dei compensi individuali. Inoltre, in caso di atti unilaterali da parte dell’amministrazione, è previsto l’obbligo di riconvocare il tavolo negoziale per cercare un’intesa.
Per le scuole all’estero si introduce la possibilità di discutere a livello locale su durata e modalità delle assemblee territoriali, con scadenze più stringenti per la contrattazione nazionale al Ministero degli Esteri.
Nel settore universitario si aprono spiragli su diversi punti: utilizzo dei buoni pasto nelle giornate di smart working, inserimento in contrattazione dei criteri per l’accesso al lavoro agile e riconoscimento del diritto allo studio. Inoltre, sarà garantita maggiore trasparenza nell’informazione sull’uso dei fondi, con indicazione precisa delle somme erogate e del numero di beneficiari.
Per la ricerca, oltre a misure analoghe in materia di lavoro agile e buoni pasto, viene previsto l’inserimento in contrattazione dei criteri generali per le progressioni economiche, rimandando al vecchio CCNL del 2002.
Infine, nell’Alta Formazione Artistica e Musicale (Afam), si introducono norme sulla gestione del lavoro agile e sull’informazione riguardo alle risorse dei fondi, con l’indicazione dei compensi erogati e del personale coinvolto.
Le richieste dei sindacati: le proposte correttive della FLC CGIL
Nonostante questi passi avanti, i sindacati restano critici. Per la scuola, in particolare la FLC CGIL chiede il riconoscimento di nuove indennità: compensi per i coordinatori di classe e per chi svolge funzioni collegiali, maggiorazioni per docenti e personale ATA impegnati su più sedi, e indennità di responsabilità per chi accompagna gli studenti nei viaggi d’istruzione.
Ulteriori richieste riguardano l’aumento delle indennità già esistenti – dai Dsga ai turni notturni e festivi, fino ai compensi per attività aggiuntive e per il bilinguismo – e una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi.
Per le scuole italiane all’estero si sollecita la fine del conteggio del sabato come giornata lavorativa ai fini delle ferie, la rimozione dell’obbligo di presenza nelle sedi consolari durante le sospensioni didattiche e la possibilità di estendere la contrattazione anche alla definizione dei compensi individuali e ai criteri di reclutamento.
Nel mondo universitario, le richieste principali riguardano la firma delle sequenze contrattuali per il personale delle aziende ospedaliere universitarie e per la nuova figura del tecnologo, bloccate da mesi nonostante gli accordi già sottoscritti. I sindacati chiedono inoltre di spostare materie come mobilità e formazione dal semplice confronto alla contrattazione vera e propria, nonché maggiore elasticità nella gestione delle ferie e il riconoscimento del diritto a mantenerle in caso di lunghe aspettative.
Nel settore della ricerca, oltre alle stesse rivendicazioni su mobilità e formazione, si punta ad accelerare i tempi di autorizzazione dei contratti integrativi, spesso fermi per mesi presso il Ministero dell’Economia e la Funzione Pubblica. Anche qui il tema delle ferie è centrale, con la richiesta di maggiore libertà nella loro fruizione entro 18 mesi dall’anno di maturazione e la garanzia di non perderle in caso di assenze prolungate.
Per l’Afam, la priorità è il rafforzamento del ruolo della contrattazione su mobilità e formazione e l’inserimento di criteri chiari per il passaggio da tempo pieno a tempo definito e viceversa. Le sigle sindacali temono infatti che le proposte Aran possano aumentare la discrezionalità delle amministrazioni, peggiorando le condizioni di lavoro.
La questione delle risorse
Al centro del dibattito resta il finanziamento del contratto. Secondo la FLC CGIL, le somme disponibili sono largamente insufficienti per compensare la perdita salariale subita nel triennio e per riconoscere il maggiore impegno richiesto al personale. La priorità assoluta rimane quindi l’incremento degli stanziamenti, senza il quale le altre misure rischiano di rimanere prive di reale efficacia.
Prossime tappe
Il confronto riprenderà il 9 ottobre 2025, in un clima tutt’altro che disteso. Se da un lato l’Aran ha accolto alcune delle istanze presentate, dall’altro i sindacati denunciano un quadro ancora insoddisfacente, che non affronta i nodi più delicati: dalle retribuzioni alla qualità delle relazioni sindacali. La trattativa si preannuncia quindi ancora lunga e complessa, con la prospettiva di uno scontro duro qualora non arrivino risposte concrete sul fronte economico.
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