Roberta Gambino: «Sono lì per “dare potere” ai sordociechi, nonostante non vedano e non sentano»

Novembre 15, 2025 - 09:30
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Roberta Gambino: «Sono lì per “dare potere” ai sordociechi, nonostante non vedano e non sentano»

Immersi nel buio e nel silenzio. Isolati dal mondo, impossibili da raggiungere e impossibilitati a comunicare. È questa l’immagine della sordocecità che tutti abbiamo, prima di conoscerla da vicino. Perché allora mettersi al fianco di una persona con sordocecità per fare cose apparentemente assurde, come descriverle i colori di un tramonto che non può vedere o accompagnarla ad un concerto che non può sentire?  Roberta Gambino ha 26 anni, è di Acicatena (CT) ma vive a Bologna per la laurea magistrale in Lingua e cultura italiana per stranieri e da tre anni partecipa come volontaria ai soggiorni estivi della Lega del Filo d’Oro, l’Ente fondato nel 1964 proprio da una donna sordocieca, Sabina Santilli. Una realtà che ha scommesso sull’andare “oltre” i limiti che la sordocecità impone, per portare le persone fuori dal buio e dal silenzio. 

Roberta non conta le volte in cui qualcuno le ha detto “ma che ci vai a fare, tanto neanche si accorgono che ci sei”: «Mai con malizia, più che altro con curiosità», precisa. «Io rispondo che ai soggiorni estivi vado per fare divertire le persone sordocieche e per divertirmi, perché c’è anche quello». Impotente a rompere “la bolla” della sordocecità, invece, Roberta non si è mai sentita: «Forse perché conosco la Lingua dei segni italiana e la Lis tattile, che mi permettono di instaurare un rapporto con le persone sordocieche fin dal primo istante. Anzi, ho sempre vissuto il mio volontariato come un’attività che dà potere agli altri, perché consente loro di fare qualcosa che normalmente non farebbero, di vedere che al di fuori della loro disabilità c’è altro: ci sono persone da conoscere, attività da fare, un mondo che si può scoprire in tanti altri modi, al di là della vista e dell’udito. L’obiettivo dell’azione di noi volontari, come della Lega del Filo d’Oro, è far crescere l’autonomia della persona sordocieca: un obiettivo di empowerment». 

Vivo il mio volontariato come un’attività che dà potere agli altri, perché consente loro di fare qualcosa che normalmente non farebbero, di vedere che al di fuori della loro disabilità c’è altro Roberta Gambino, volontaria Lega del Filo d’Oro

Nel 2024 i volontari attivi alla Lega del Filo d’Oro sono stati 662, di cui il 13% è under30. Complessivamente hanno donato 57.248 ore, di cui 50.425 a diretto contatto con gli utenti. Non tutti conoscono la Lis e la List, ma nemmeno è necessario. Roberta l’ha studiata all’Università e se ne è innamorata: poi ha fatto un master per diventare interprete ed è stato lì che ha incontrato la sordocecità, la List e la Lega del Filo d’Oro. «Ho avuto poco a che fare con la pluridisabilità psicosensoriale, quella forse è ancora un’altra sfida», ammette.

Andare oltre l’immagine di una persona che vive al buio e in silenzio, per Roberta è una cosa «naturale», perché «lo abbiamo sperimentato tutti che non si comunica solo con la voce o ascoltandoci a vicenda, ma che anche un tocco sulla mano o una carezza dicono molto. Però è vero che la sordocecità ti costringe a far entrare a poco a poco le persone esterne nel tuo mondo: tutto è più lento, ma comunicare si può sempre».

E racconta di quando ha affiancato un ragazzo non verbale, appassionato di musica: «Abbiamo ascoltato insieme canzoni scelte da me e il suo modo di dirmi che stava bene era semplicemente sorridere e ogni tanto muovere la testa». O di quella donna che adorava farsi massaggiare con una crema profumata: «Non serve? Secondo me serve». Non è neanche vero che per ascoltare musica o per fare un massaggio, una persona vale l’altra: «C’è proprio una relazione, ti riconoscono, io non so come facciano ma da un anno all’altro, prima ancora che io mi avvicini o segni il mio nome vengo già riconosciuta. Questo significa che quello che ho fatto l’anno prima è rimasto. L’inverno scorso per esempio mi ha fatto piacere ricevere la mail di una persona sordocieca che mi scriveva di quanto si fosse divertita quando avevamo mangiato insieme una crépe al mercatino di San Benedetto del Tronto». 

Accanto ad attività così “tranquille”, in realtà, ai soggiorni estivi della Lega del Filo d’Oro ce ne sono altre più sorprendenti, «perché con una persona sordocieca puoi fare davvero di tutto», dice Roberta: c’è chi ha fatto i gavettoni in spiaggia, chi ha pedalato su un risciò, persino chi ha fatto sup. Poi ci sono i momenti in cui capisci che la sordocecità impatta molto – «Anche la persona che sembra più indipendente, nel momento in cui per un attimo viene lasciata da sola non lo è più», dice Roberta – e quelli in cui la disabilità passa in secondo piano perché il punto è che ognuno ha la sua personalità, come tutti: allora c’è la persona di malumore, quella arrabbiata perché nella sua unica settimana di vacanza ha piovuto quattro giorni su sette, quella centrata innanzitutto su se stessa. «Sabina Santilli d’altronde diceva che noi volontari alla persona sordocieca dobbiamo prestare occhi e orecchie, ma non il cervello. E loro giustamente ci tengono particolarmente a rimarcare le loro intenzioni, le loro volontà. Ognuno di loro ha la sua testa, il suo modo di ragionare, la sua personalità». 

Non facciamo niente di speciale, ma diamo la possibilità ad alcune persone di fare ciò che desiderano e che, senza qualcuno al loro fianco, non potrebbero fare. Permettiamo loro di vivere una vita che non coincide con la loro disabilità: non ditemi che è poco  Roberta Gambino, volontaria Lega del Filo d’Oro

Come tanti giovani della sua età, Roberta confessa di non avere ancora le idee chiare su quel che farà dopo l’Università. A volte anzi, racconta, «penso di aver sbagliato tutto e di aver intrapreso un percorso inutile». Invece della scelta di essere volontaria alla Lega del Filo d’Oro è «super-convinta, perché lì sento di fare qualcosa di realmente utile e impattante sugli altri, ma soprattutto su di me. Non facciamo niente di speciale, ma diamo la possibilità ad alcune persone di fare ciò che desiderano e che, senza qualcuno al loro fianco, non potrebbero fare. Permettiamo loro di vivere una vita che non coincide con la loro disabilità: non ditemi che è poco». 

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In foto, Roberta Gambino, 26 anni, volontaria Lega del Filo d’Oro dal 2023, durante un soggiorno estivo a San Benedetto del Tronto

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