Sfratti senza giusta causa a Lambeth: la scappatoia legale che divide il Labour

Ottobre 13, 2025 - 22:00
 0
Sfratti senza giusta causa a Lambeth: la scappatoia legale che divide il Labour

Nel cuore di Londra sud, nel borough di Lambeth, decine di famiglie hanno ricevuto negli ultimi mesi un avviso di sfratto “senza giusta causa” — i cosiddetti no-fault evictions (sfratti senza colpa), emessi ai sensi della Section 21 dell’Housing Act 1988.
Una pratica che, sulla carta, il Partito Laburista aveva promesso di abolire immediatamente dopo la vittoria alle elezioni del 2024, ma che un consiglio comunale guidato proprio dal Labour ha continuato a utilizzare, sfruttando una scappatoia legale.

Il caso, portato alla luce da un’inchiesta del Guardian, ha riaperto il dibattito sulla crisi abitativa britannica, sulle contraddizioni della politica locale e sulla distanza tra le promesse di Keir Starmer e la realtà dei boroughs che faticano a far fronte all’emergenza alloggi.

Lambeth, il borough che sfratta “senza colpa”

Il Lambeth Council, amministrato dal Partito Laburista, ha utilizzato un espediente giuridico per continuare a emettere sfratti Section 21 attraverso una propria società controllata ma formalmente indipendente, chiamata Homes for Lambeth (HfL).
Questa entità, creata nel 2017 per gestire programmi di rigenerazione urbana, opera come un landlord privato, e proprio per questo può applicare una normativa che ai consigli comunali è invece vietata.

La Section 21 consente di espellere un inquilino senza dover fornire alcuna motivazione, purché vengano rispettati tempi e forme legali: un meccanismo introdotto negli anni Ottanta per tutelare il mercato immobiliare, ma oggi considerato da molte ONG “la causa principale della precarietà abitativa in Inghilterra”.

Secondo i documenti interni ottenuti dai giornalisti, Lambeth ha inviato 63 avvisi di sfratto, di cui cinque già convalidati dal tribunale. Due famiglie sono state sfrattate con l’intervento dei bailiffs, mentre altre ventiquattro hanno lasciato le case spontaneamente dopo aver ricevuto la notifica.

Una scappatoia nata dal diritto societario

L’espediente nasce da una questione formale ma sostanziale: Homes for Lambeth è interamente di proprietà del consiglio, ma costituita come società a responsabilità limitata. Questo le consente di essere considerata a tutti gli effetti un operatore privato sul mercato degli affitti, pur gestendo immobili pubblici.

Tra il 2017 e il 2022 il comune ha trasferito a HfL centinaia di abitazioni — molte delle quali ex case popolari acquistate da residenti con il programma Right-to-Buy — e successivamente riaffittate.
Con questa struttura “a braccia lunghe” (arm’s-length company), il consiglio ha potuto aggirare il divieto di sfrattare inquilini comunali senza giusta causa.

Nel marzo 2024, un memo interno avvertiva:

“È una decisione troppo controversa da prendere in periodo pre-elettorale.”

Dopo le elezioni, con il Labour al governo nazionale, il piano è stato riattivato.

La promessa mancata del Labour

Nel suo manifesto elettorale, il Partito Laburista aveva promesso l’abolizione immediata dei no-fault evictions.
Keir Starmer li aveva definiti “una pratica crudele che toglie sicurezza alle famiglie e stabilità ai quartieri”.
A oltre un anno dal voto, la Renters’ Reform Bill — la legge che dovrebbe vietare definitivamente la Section 21 — non è ancora stata approvata.

Il caso Lambeth mostra come il vuoto normativo lasciato dal ritardo legislativo abbia permesso ai consigli locali di muoversi in una zona grigia, bilanciando tra esigenze sociali e legalità formale.
Per il governo centrale, si tratta di un incidente politico imbarazzante: un comune laburista accusato di usare gli stessi strumenti dei landlord privati che il partito ha promesso di fermare.

Le storie dietro gli sfratti

Tra le famiglie colpite, il Guardian ha raccolto testimonianze che raccontano la fragilità di un sistema che spesso schiaccia i più deboli.

Jules Zakolska, 27 anni, studentessa di scienze sociali, vive a Clapham con la compagna July Kaliszewska, 24 anni, bar manager.
Nel 2025 riceve un avviso di sfratto Section 21. Jules, che soffre di autismo e fibromialgia, racconta:

“Sono traumatizzata. Se ci rendono senzatetto, diventeremo proprio le persone vulnerabili che dicono di voler proteggere.”

Secondo la testimonianza, diversi inquilini hanno avuto casi di crisi psicologica e pensieri suicidari. Molti hanno abbandonato le case per paura di un’azione giudiziaria.

Le ragioni del consiglio comunale

Il Lambeth Council difende le proprie scelte.
Un portavoce ha dichiarato che ogni notte quasi 5 000 famiglie del borough vivono in alloggi temporanei, spesso di qualità scadente:

“Abbiamo preso decisioni difficili ma necessarie. Abbiamo scelto di utilizzare legalmente le nostre proprietà per ospitare famiglie senza casa piuttosto che affittarle sul mercato.”

Secondo l’amministrazione, liberare gli immobili gestiti da HfL avrebbe consentito di riassegnarli a nuclei in emergenza abitativa, riducendo i costi dell’alloggio temporaneo per il comune.

Questa posizione è condivisa da alcuni funzionari del Ministero dell’Housing, che in forma anonima hanno ammesso: “Senza misure straordinarie, l’emergenza homelessness rischia di esplodere”.

Un sistema in crisi: tra emergenza e contraddizioni

La vicenda di Lambeth non è un’eccezione ma un sintomo della crisi strutturale dell’edilizia pubblica britannica.
Negli ultimi vent’anni, Londra ha perso oltre 300 000 alloggi sociali, in parte venduti con il Right-to-Buy, in parte demoliti per progetti di rigenerazione.
I boroughs si trovano oggi a dover soddisfare la domanda abitativa con risorse limitate, usando strumenti nati per il mercato privato.

Le ONG come Shelter e Generation Rent denunciano una situazione “eticamente insostenibile”:

“Non si può risolvere la crisi della casa sfrattando famiglie vulnerabili. I consigli dovrebbero costruire, non rimuovere inquilini.”

Molti residenti vedono nella gestione di HfL un esempio di privatizzazione mascherata del patrimonio pubblico, dove l’efficienza economica prevale sulla tutela sociale.

Homes for Lambeth: ascesa e declino di una società comunale

Fondata nel 2017 come strumento di rigenerazione, Homes for Lambeth doveva rappresentare il nuovo modello del social housing: pubblico ma autonomo, finanziato come un’impresa.
In pochi anni, però, si è trasformata in un caso di inefficienza e contenziosi.

Nel 2022 un’indagine indipendente condotta da Bob Kerslake, ex head of the civil service, definì la società “strutturalmente instabile” e raccomandò di riportare le funzioni al consiglio comunale.
Da allora HfL è in fase di smantellamento graduale, ma parte del patrimonio immobiliare rimane ancora intestato alla società — e quindi soggetto alle regole del settore privato.

Le reazioni del governo e dell’opinione pubblica

Il Ministero per le Comunità e l’Abitazione ha espresso “comprensione” per la scelta di Lambeth, ma ha ricordato che “il governo resta impegnato ad abolire i no-fault evictions entro la fine della legislatura”.
Intanto, gli attivisti chiedono al Labour di intervenire subito per vietare ai consigli locali l’uso di società arm’s-lengthcome canale per eludere la legge.

Il partito, già sotto pressione per l’aumento dei canoni e il rallentamento delle riforme sugli affitti, rischia di alienare una parte del suo elettorato urbano: giovani, famiglie e lavoratori in affitto — la stessa fascia sociale che aveva contribuito alla vittoria del 2024.

Lezioni da Lambeth

L’inchiesta mostra con chiarezza come la crisi abitativa non sia solo un problema economico, ma anche di coerenza politica e morale.
Il Labour ha costruito la propria narrativa sul diritto alla casa, ma la realtà dei boroughs dimostra quanto sia difficile conciliare giustizia sociale e sostenibilità amministrativa.

Laddove mancano fondi, le istituzioni locali ricorrono a soluzioni di confine; e così una misura nata per proteggere i proprietari diventa, paradossalmente, uno strumento usato dallo Stato contro i suoi stessi cittadini.

Londra e il paradosso del diritto alla casa

Mentre i prezzi continuano a salire e l’offerta pubblica diminuisce, Londra è ormai una città dove anche lavorare a tempo pieno non garantisce un tetto stabile.
Ogni settimana circa 150 famiglie vengono sfrattate o costrette a lasciare le proprie abitazioni per l’aumento degli affitti.

Il caso di Lambeth non è soltanto una questione di legalità, ma una fotografia della metropoli contemporanea: un luogo dove le promesse politiche si infrangono contro la scarsità di spazi, fondi e soluzioni sostenibili.

Uno sguardo al futuro

La chiusura definitiva di Homes for Lambeth è prevista per il 2026, ma il dibattito resta aperto.
La Renters’ Reform Bill, attesa in Parlamento nei prossimi mesi, dovrebbe finalmente abolire la Section 21 e rafforzare le tutele per gli inquilini.
Resta da capire se basterà a ricucire la fiducia tra cittadini e istituzioni locali.

Per le famiglie già colpite dagli sfratti, la riforma arriverà comunque troppo tardi.


Le immagini utilizzate sono su Common free license o tutelate da copyright. È vietata la ripubblicazione, duplicazione e download senza il consenso dell’autore.

The post Sfratti senza giusta causa a Lambeth: la scappatoia legale che divide il Labour first appeared on Londra Da Vivere : il più grande portale degli italiani a Londra.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News