Liberi sui social solo dopo i 16 anni. L’Eurocamera compatta nella tutela dei minori online

Novembre 27, 2025 - 09:00
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Liberi sui social solo dopo i 16 anni. L’Eurocamera compatta nella tutela dei minori online

Bruxelles – La crociata europea per un internet più sicuro aggiunge un altro tassello. Il Parlamento di Strasburgo ha adottato oggi, 26 novembre, una relazione non legislativa per proteggere i minori online. Il testo, approvato a larga maggioranza (483 voti a favore, 92 contrari e 86 astensioni), ha come obiettivo rafforzare il sostegno all’applicazione del Digital Services Act.

Tra gli elementi più controversi all’interno della relazione c’è la proposta di un’età minima, 16 anni, per accedere liberamente ai social network, consentendo al contempo l’accesso ai ragazzi dai 13 ai 16 anni con il consenso dei genitori. “Queste misure aumenteranno drasticamente il livello di protezione dei minori. Stiamo finalmente tracciando una linea. Stiamo dicendo chiaramente alle piattaforme: i vostri servizi non sono pensati per i minori”, ha fatto sapere in una nota l’eurodeputata Christel Schaldemose (S&D), relatrice del testo.

Le nuove regole

All’interno della relazione non solo il ban ai sedicenni, ma anche il sostegno al lavoro della Commissione per sviluppare un’app UE per la verifica dell’età. A ottobre Palazzo Berlaymont aveva annunciato la seconda versione migliorata di uno strumento di “age verification”, con test pilota in Danimarca, Francia, Grecia, Italia e Spagna.

L’atteggiamento del Parlamento è molto duro rispetto alle regole libertarie che hanno fino ad ora contraddistinto internet. Gli eurodeputati chiedono infatti alla Commissione UE il divieto delle pratiche che creano dipendenza, come ad esempio lo scorrimento infinito (versione TikTok), azioni a contrasto della pubblicità mirata ai minori e dell’influencer marketing. Stesso discorso anche per la presenza dei minori di 16 anni all’interno di pubblicità online, vietando alle piattaforme di offrire incentivi finanziari per i baby influencer.

La nuova frontiera da combattere riguarda poi le sfide etiche legate all’intelligenza artificiale. Nel testo si richiedono azioni urgenti contro fenomeni come deepfake, chatbot di compagnia, agenti di intelligenza artificiale e app di nudità basate sull’intelligenza artificiale (che creano immagini manipolate non consensuali).

Avanti in ordine sparso

L’idea europea di regolamentare l’accesso a internet è un unicum nel panorama globale ma sta avvenendo a diverse velocità. Alcuni Stati membri stanno già introducendo leggi specifiche. Ad esempio il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto una legge per una “maggiore età digitale”. Discorso simile per l’Italia, che ha imposto l’obbligo di verifica dell’età per l’accesso a contenuti pornografici. Meno entusiasti invece i paesi nordici legati ad un approccio orientato all’autoregolamentazione. Fuori dall’Europa l’Australia ha messo in cantiere una legge simile a quella dell’Unione. Da dicembre sarà vietato l’accesso a internet ai minori di 16 anni.

I cittadini a sostegno delle norme

L’iper-regolamentazione europea, negli anni ha subito diverse critiche anche tra le stesse aziende comunitarie, ad esempio non hanno mai nascosto i propri dubbi l’associazione commerciale che rappresenta il settore tecnologico DigitalEurope. L’Unione però prova ad andare avanti lo stesso forte del sostegno popolare. Secondo l’Eurobarometro del 2025, oltre il 90% degli europei ritiene che sia urgente intervenire per proteggere i bambini online, soprattutto in relazione all’impatto negativo dei social media sulla salute mentale.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia