Dal 2026 entra in vigore la “norma taglia idonei”: cosa cambia per i concorsi pubblici

Novembre 27, 2025 - 21:06
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Dal 2026 entra in vigore la “norma taglia idonei”: cosa cambia per i concorsi pubblici

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Dopo due anni di sospensione, dal 1° gennaio 2026 entrarà pienamente in vigore la cosiddetta “norma taglia idonei”, la disposizione che limita la durata e l’utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici, incidendo in modo significativo sulle possibilità di assunzione per chi supera le prove senza rientrare tra i vincitori.


La misura, pensata per impedire l’accumulo di elenchi troppo estesi e spesso validi per molti anni, era stata congelata nel biennio 2024-2025. Salvo nuovi interventi del governo, dal prossimo anno cambieranno le regole per tutti gli aspiranti dipendenti pubblici.

Cos’è la norma “taglia idonei”

La norma “taglia idonei” è una regola che limita drasticamente il numero degli idonei — cioè dei candidati che, superate le prove di un concorso pubblico, non risultano vincitori ma restano in graduatoria in attesa di eventuali scorrimenti. In concreto, la normativa stabilisce che gli idonei non vincitori possano essere al massimo un numero pari al 20% dei posti a bando.

Se un concorso prevede 100 posti, una volta assegnati ai vincitori, al massimo altri 20 candidati – quelli meglio piazzati subito dopo i vincenti — possono restare in graduatoria come “idonei”. Tutti gli altri, anche se hanno superato le prove, non potranno essere ripescati per assunzione.

In passato, senza questa normativa, molte graduatorie risultavano molto lunghe, con decine o centinaia di idonei, con conseguente attesa prolungata per eventuali assunzioni successive. La “taglia idonei” è nata con l’obiettivo di ridurre le graduatorie troppo estese e rendere più selettivo e snello il reclutamento pubblico.

Sospensione temporanea per il 2024-2025: cosa significa per i candidati

Nonostante la norma fosse operativa, il Decreto PA 2025 — approvato il 19 febbraio 2025 — ha sospeso l’applicazione della “taglia idonei” per tutte le graduatorie approvate nel 2024 e per i concorsi banditi nel 2025.

Questo significa che per questi due anni — salvo ulteriori proroghe — le amministrazioni pubbliche possono ripescare un numero più ampio di candidati idonei, senza essere vincolate al tetto del 20%. In pratica, le graduatorie potranno tornare ad essere “ampie” come in passato, offrendo maggiori opportunità di assunzione a coloro che hanno superato tutte le prove senza raggiungere posizioni da vincitori.

Ma dal 2026 entra in vigore e cambierà i concorsi pubblici

La cosiddetta “taglia idonei” fa la sua comparsa nel 2023, con l’approvazione del Decreto-Legge 44, poi trasformato nella legge 74/2023. La disciplina è stata successivamente ripresa e ritoccata dal Decreto-Legge 75/2023, convertito nella legge 112/2023.

Secondo le previsioni correnti — e salvo nuovi interventi del legislatore — la sospensione della “taglia idonei” scadrà con la fine del 2025. Ciò vuol dire che, a partire dal 2026, la norma potrebbe tornare a regime: graduatorie più contenute, possibilità di scorrimento ridotte, meno idonei “disponibili” per assunzioni successive.

Secondo il quadro normativo, il limite percentuale per gli idonei — fissato al 20% dei posti messi a concorso — avrebbe dovuto valere per tutte le procedure ordinarie già dal momento in cui la legge è entrata in vigore, con alcune eccezioni stabilite successivamente.

Quando la “taglia idonei” non vale?

Sebbene la norma nasca per contenere la lunghezza delle graduatorie, non tutti i concorsi sono soggetti al tetto del 20%. Il legislatore ha infatti previsto una serie di casi in cui la regola non si applica.

In particolare, non rientrano nel perimetro della limitazione:

  • I concorsi banditi da Regioni, Province, Comuni, enti locali e società partecipate, quando il numero dei posti messi a bando non supera le 20 unità.
  • Le selezioni dei Comuni molto piccoli, cioè con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti.
  • Le procedure che prevedono contratti a tempo determinato, indipendentemente dal profilo ricercato.
  • I concorsi per il personale sanitario, socio-sanitario, educativo e scolastico, categorie per le quali si è preferito mantenere strumenti più flessibili.
  • Le selezioni destinate a universitari, ricercatori e personale assimilato, che seguono regole proprie del pubblico impiego in regime di diritto speciale.

Per tutte queste tipologie, le graduatorie continuano a funzionare secondo le modalità tradizionali: risultano inseriti tutti coloro che superano le prove e lo scorrimento avviene senza limiti numerici, nel rispetto della validità temporale indicata nei bandi.

Cosa significa concretamente per chi farà un concorso oggi (o ha già partecipato)

  • Chi ha partecipato ad un concorso bandito nel 2025 o la cui graduatoria è stata approvata nel 2024, può beneficiare della sospensione: la graduatoria potrà essere scorsa anche oltre il 20%, offrendo maggiori opportunità di assunzione.
  • Se invece il concorso sarà bandito dal 2026 in poi — salvo nuova proroga — la regola sarà in vigore: solo i primi idonei (entro il 20% dei posti) potranno restare in graduatoria.
  • Se il concorso riguarda un ambito escluso dalla norma (sanità, istruzione, enti locali con pochi posti, assunzioni a tempo determinato, ecc.), la limitazione del 20% non si applica comunque, anche dopo il 2026.
  • È importante leggere con attenzione il bando: eventuali riserve, deroghe o esclusioni relative alla “taglia idonei” devono essere esplicitate, e la loro presenza o assenza può fare la differenza nelle aspettative di assunzione.

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