Deforestazione, l’Eurocamera si allinea ai Paesi membri e annacqua ancora la legge UE
Bruxelles – Rinvio di un altro anno per tutte le imprese e ulteriori semplificazioni. La maggioranza dell’Eurocamera – nel suo formato alternativo, composto da destra ed estrema destra – ricalca la linea già approvata dai Paesi membri, e dà l’ultima picconata alla legge UE sulla deforestazione importata (EUDR), adottata a fatica nel 2023 ma da allora oggetto di uno scontro feroce tra i sostenitori del Green Deal e chi ne ha fatto la causa di ogni male.
A guidare la progressiva ritirata dagli onerosi impegni presi nella scorsa legislatura, è il Partito Popolare europeo, che fa il bello e il cattivo tempo al Parlamento europeo e può contare su una solida maggioranza anche tra i leader al Consiglio dell’UE. La posizione negoziale dell’Eurocamera sulla revisione del regolamento proposta dalla Commissione europea è stata adottata oggi (26 novembre) con 402 voti favorevoli, 250 contrari e 8 astensioni. Il PPE ha votato insieme a Conservatori e riformisti (ECR), Patrioti per l’Europea (PfE) e Europa per le Nazioni Sovrane (ESN). Si sono inevitabilmente sfilati socialisti (S&D) e Verdi, mentre l’altro gruppo della cosiddetta ‘piattaforma’ europeista – i liberali di Renew – si sono sfilacciati.
Il testo adottato oggi è frutto dell’iniziativa del PPE, che la scorsa settimana ha abbandonato i negoziati con la piattaforma per un compromesso ‘centrista’ e ha proposto una serie di modifiche al testo che ricalcassero punto per punto quello approvato dal Consiglio dell’UE la scorsa settimana. A nulla è valso l’appello dei socialisti – che avevano definito il mandato del Consiglio “fondamentalmente errato e inaccettabile” – a tornare al tavolo delle trattative. Come sulla semplificazione delle direttive sulla due diligence aziendale, il PPE ha scelto lo strappo, forte della maggioranza alternativa con i gruppi di estrema destra.

I popolari hanno evidenziato come il voto sia “in linea con un compromesso equilibrato già concordato da 24 paesi dell’UE”. Un compromesso che “garantisce un’efficace prevenzione della deforestazione illegale, riducendo al contempo gli oneri inutili a carico degli operatori, degli agricoltori e dei silvicoltori”. In sostanza, oltre al rinvio (il secondo) di un anno dell’applicazione delle norme – i grandi operatori e commercianti dovranno rispettare gli obblighi del regolamento dal 30 dicembre 2026, mentre le micro e piccole imprese dal 30 giugno 2027 -, gli eurodeputati hanno chiesto, rispetto alla proposta della Commissione europea, ulteriori modifiche ai requisiti per le imprese.
L’Eurocamera chiede che l’obbligo e la responsabilità di presentare la dichiarazione di due diligence richiesta spettino esclusivamente agli operatori che immettono per primi il prodotto sul mercato. Tutti quelli a valle, fino ai commercianti, non sarebbero più tenuti a presentare tali dichiarazioni. Inoltre, piccole e micro imprese presenterebbero solo una dichiarazione semplificata una tantum. Inoltre, Strasburgo propone di escludere dal campo di applicazione del regolamento libri, giornali stampati ed altri prodotti dell’industria tipografica. Confermata anche la richiesta di effettuare una revisione della normativa entro il 30 aprile 2026, per valutare l’impatto della legge e dei suoi oneri amministrativi.
Secondo il gruppo socialista, la posizione approvata oggi a Strasburgo “mina l’integrità fondamentale della legge”. Nello specifico, l’EUDR dovrebbe impedire l’ingresso nel mercato unico di prodotti che derivino dallo sfruttamento eccessivo delle aree boschive, imponendo alle imprese un maggiore controllo della propria catena di approvvigionamento. Una stretta che riguarda in particolare l’olio di palma, il legno, la carne bovina e la gomma, ma anche diversi materiali associati, come la pelle, il cioccolato, i mobili, la carta stampata e il carbone.
“Insistendo su una revisione anticipata prima ancora che il regolamento entri in vigore, il testo adottato viola la nostra linea rossa centrale”, ha spiegato il gruppo S&D in una nota. “Dato che il risultato minaccia direttamente l’applicabilità del regolamento e compromette la leadership ambientale dell’UE, gli S&D non hanno avuto altra scelta che votare contro il testo indebolito”, concludono i socialisti.
Ora, con due posizioni fotocopia, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE avvieranno i negoziati per la forma finale della legge. Saranno presumibilmente brevi, perché l’imperativo è approvarne la revisione entro la fine del 2025. Quando altrimenti, entrerebbe in vigore il regolamento.
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