Si sono ritrovati davanti una scena orribile: “Sembrava un lager”
Il ritrovamento di venti cani rinchiusi in box senza acqua né cibo: l’orribile scena è apparsa agli occhi degli animalisti come una sorta di lager per i quattro zampe scheletrici.

Stremati, scheletrici e senza un goccio d’acqua pulita, venti Catahoula Leopard Dog sono stati strappati all’inferno di un allevamento lager in Florida. Non erano solo animali maltrattati; erano esseri con occhi privi di luce, corpi troppo deboli per reggersi e cuccioli che non avevano mai conosciuto la più semplice delle carezze. L’incubo è venuto alla luce dopo una richiesta d’aiuto, apparentemente innocua, da parte dell’allevatore per sfamare i suoi animali. Dietro questa facciata, però, si celava una realtà disumana.
Il salvataggio di venti cani ritrovati ridotti a pelle e ossa in un allevamento lager
Quando gli agenti della contea di Walton e i volontari dell’Alaqua Animal Refuge di Freeport sono arrivati sulla proprietà, si sono trovati di fronte a uno scenario straziante: venti cani – adulti e cuccioli – malnutriti, infestati da pulci e zecche, costretti a vivere tra rifiuti, lamiere e sporcizia, senza cibo adeguato né acqua potabile o riparo.

I volontari del rifugio che si sono occupati del salvataggio dei cani hanno scritto sui social: “Quando siamo stati contattati dalle autorità, ci hanno detto che le condizioni erano deplorevoli e che i cani dovevano essere portati via subito”, ha spiegato Laurie Hood, fondatrice del rifugio. Immediatamente, i venti cani “leopardo” – una razza di taglia medio-grande, originaria della Louisiana, nota per il suo mantello maculato e gli occhi spesso bicolori – sono stati caricati su due camion e portati in salvo, dando inizio alla loro nuova vita.
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L’arrivo al rifugio è stato un momento delicato. “Erano spaventati, disorientati e affamati. Ma ogni cane è stato accolto come una vita che meritava di essere salvata”, ha raccontato la signora Hood. Il team di volontari ha dovuto affrontare una sfida complessa, non solo fisica ma anche psicologica.

Sono stati avviati programmi di rialimentazione estremamente cauti per ripristinare la salute senza causare ulteriori problemi. Giorno dopo giorno, i volontari hanno insegnato loro, con pazienza infinita, a fidarsi di una mano, a uscire da un box senza terrore. Molti non avevano mai visto nulla al di fuori di quella proprietà, e “ogni rumore, ogni volto li terrorizzava”. Oggi, a mesi di distanza, la trasformazione è miracolosa. I venti Catahoula Leopard Dog non sono più le creature scheletriche e spaventate di un tempo. I corpi si sono riempiti, il pelo è tornato lucido e gli occhi spenti ora si illuminano di gioia al passaggio di un volontario.
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Sono stati tutti curati, sterilizzati, e il loro cuore ha ritrovato la serenità. Alcuni hanno già trovato la loro “per sempre famiglia”. “Questa vicenda non parla solo di crudeltà”, ha concluso la fondatrice, Laurie Hood. “Parla di rinascita, di amore e di quanto possiamo fare quando decidiamo di non voltare lo sguardo altrove.” La loro storia è un potente monito sul valore di ogni vita e sulla forza della compassione. (di Elisabetta Guglielmi)
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