La spinta della fede e della ragione verso la pace – Stati Generali delle Donne
Gli Stati Generali delle Donne rilanciano il dialogo interreligioso per la pace: contro guerra, odio e propaganda, uniti nella fede e nella ragione.

La spinta unificante della fede e della ragione verso la pace.
Isa Maggi Stati generali delle Donne
Gli Stati Generali delle Donne, in qualità di #donnecostruttrici di pace, raccolgono con forza e determinazione le voci che si levano contro l'orrore della guerra, specialmente nel contesto del conflitto a Gaza. Con la resilienza di "fiori di pace che tentano di rompere l’asfalto", osserviamo come gli sforzi per il dialogo e la cessazione delle ostilità, un tempo gesti isolati, stiano evolvendo in una mobilitazione collettiva e diffusa.
Questa mobilitazione, sostenuta da un incessante appello a una "umanità che abbiamo perso", trova un alleato cruciale nel dialogo interreligioso. L'appello congiunto di figure autorevoli come il cardinale Matteo Zuppi, Noemi Di Segni (UCEI) e l’imam Yahya Pallavicini (Coreis) è un esempio eloquente di come le fedi monoteiste possano unire le forze per contrastare l'odio e tessere la pace. La loro dichiarazione congiunta, improntata sull'urgenza di "far tacere le armi" e di "liberare gli ostaggi", dimostra una volontà di superare le differenze in nome di un bene superiore: la salvaguardia della vita e della dignità umana.
I leader religiosi hanno sottolineato con fermezza che la giustizia per il popolo palestinese e la sicurezza per il popolo israeliano possono essere raggiunte solo attraverso il riconoscimento reciproco e il rispetto dei diritti fondamentali. Questa visione non si piega alla propaganda che sfrutta ingenuità e visceralità, e che induce a schieramenti ciechi, ma invita a una riflessione profonda e a un'azione concertata.
Un appello a non soccombere all'odio
In un'epoca in cui la disinformazione e le immagini create dall'intelligenza artificiale minacciano di corrompere la nostra percezione della realtà, l'invito a non "appiattirsi su forme di propaganda" è un monito essenziale. Dobbiamo vigilare contro l'antisemitismo, l'islamofobia e ogni forma di avversione religiosa, che distorcono i principi autentici dei testi sacri per giustificare la violenza. Il nostro impegno è di educare, specialmente le nuove generazioni, a discernere la verità e a resistere al fascino del boicottaggio e della divisione.
La risposta della società civile a questi appelli, come dimostrato dalle mobilitazioni della CGIL, della Comunità di Sant'Egidio e dei professionisti sanitari di tutto il mondo, conferma che il desiderio di pace è una forza potente e trasversale.
Gli Stati Generali delle Donne si uniscono a questa crescente ondata di speranza, pronti a contribuire con la nostra voce e le nostre azioni a costruire un futuro in cui la fratellanza e la sorellanza prevalga sulla diffidenza.
La nostra speranza è che da questo disastroso conflitto possa paradossalmente emergere una forza costruttiva, capace di edificare una nuova umanità fondata sulla solidarietà e sul rispetto reciproco. L'appello è a unire le forze per una mobilitazione generale e senza precedenti, affinché la pace non sia più un’utopia, ma una realtà tangibile e duratura.
https://www.mokazine.com/read/cnardoia/donne-costruttrici-di-pace
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