Trump revoca i fondi per le ciclabili perché «ostili» alle auto

Settembre 28, 2025 - 03:30
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Trump revoca i fondi per le ciclabili perché «ostili» alle auto

La lotta contro le ciclabili e le pedonalizzazioni accomuna le destre di tutto il mondo, che vedono nell’automobile uno status symbol intoccabile. In Italia abbiamo Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha confezionato una riforma del codice della strada che limita l’autonomia dei Comuni in fatto di mobilità: infrastrutture “leggere” come le corsie ciclabili o le case avanzate sono e saranno sempre più complesse da realizzare. 

Negli Stati Uniti c’è Donald Trump, che – dopo aver dichiarato guerra al pedaggio per entrare in auto nel sud di Manhattan e aver cancellato importanti progetti per la diffusione di colonnine di ricarica – sta revocando diverse sovvenzioni federali destinate agli interventi per la mobilità sostenibile nelle città. È un problema soprattutto per i centri urbani di piccole e medie dimensioni, di solito più dipendenti dal sostegno economico della Casa Bianca. 

Nei giorni scorsi, scrive Bloomberg, il dipartimento dei Trasporti governato da Sean Duffy ha annullato un finanziamento da 1,2 milioni di dollari – assegnato un anno fa – per un progetto di rifacimento stradale nella Contea di San Diego. Tra le altre cose, il piano prevedeva anche la realizzazione di nuove piste ciclabili. La Casa Bianca ha motivato la sua decisione senza fare troppi giri di parole: l’iniziativa «riduce l’ampiezza delle carreggiate, creando così una rete stradale ostile ai veicoli a motore». 

Negli Stati Uniti, ancor più che in Italia, l’auto è una religione. I collegamenti ferroviari sono insufficienti, l’alta velocità è scarsamente implementata e le distanze sono immense. Anche il trasporto pubblico locale, al netto di qualche eccezione, è poco capillare, molto costoso e obsoleto. Stando a un report dell’American Society of Civil Engineers, nel 2021 il quarantacinque per cento dei cittadini statunitensi non aveva accesso al trasporto pubblico; in dieci anni, nel Paese sono stati costruiti quarantaseimila nuovi chilometri di strade per le auto contro millenovecentotrenta chilometri di rotaie, tranvie e linee di autobus. 

Il risultato è che negli Stati Uniti ci sono circa settecento vetture ogni mille abitanti: un tasso di motorizzazione che non accenna a calare. Alcune città stanno però cercando di riequilibrare i rapporti di forza sulle strade, pedonalizzando le vie nei pressi delle scuole e realizzando piste (o corsie) ciclabili che implicano il restringimento delle carreggiate e l’eliminazione dei parcheggi. Una tendenza ormai visibile in tutta Europa e contraddistinta da benefici (sociali, ambientali, sanitari) oggettivi, ma totalmente contraria ai princìpi di Donald Trump. 

Una vicenda simile a quella della Contea di San Diego è avvenuta a Fairfield, cittadina da undicimila abitanti in Alabama, dove il piano da 11,7 milioni per la conversione di alcune corsie stradali in percorsi pedonali su Vinesville Road è stato ritenuto «ostile» alle auto e «contrario alla priorità del dipartimento dei Trasporti di preservare o aumentare la capacità stradale per i veicoli a motore». «Non possiamo farcela senza quei soldi», ha detto Yvette Reynolds, segretaria generale di Fairfield. 

Le stesse motivazioni sono state recapitate all’amministrazione comunale di Boston, che si è vista revocare un finanziamento assegnato non solo per migliorare la mobilità pedonale e ciclabile, ma anche per potenziare il trasporto pubblico. «La città – scrive la portavoce della sindaca di Boston Michelle Wu – si è aggiudicata questi finanziamenti federali competitivi per sostituire i marciapiedi, migliorare l’illuminazione, ammodernare le fermate degli autobus e piantare alberi nelle strade del quartiere. La decisione del governo federale ignora le chiare intenzioni del Congresso, e stiamo valutando diverse opzioni per reagire». 

La maggior parte delle cancellazioni dei finanziamenti è stata comunicata il 9 settembre, ma alcune città sono state avvisate molto prima. Poco dopo l’insediamento di Trump, Albuquerque ha perso 11,5 milioni di dollari assegnati tre anni prima dalla Casa Bianca per completare un tratto di ferrovia che attraversa i quartieri centrali. Il bersaglio di Trump non è solo la bicicletta, ma qualsiasi mezzo di trasporto che non sia l’automobile privata. 

Come spiega a Bloomberg Kevin Mills, membro dell’organizzazione non profit Rails to Trails Conservancy, la domanda di infrastrutture per la mobilità sostenibile sta crescendo anche nelle città con sindaci iscritti al partito repubblicano e sostenitori di Trump. «A livello locale – continua – non c’è la stessa polarizzazione» a cui mira la Casa Bianca. Mills ha fatto l’esempio della Florida (governata dal repubblicano Ron DeSantis), che ha piani «estremamente solidi» per ampliare le reti ciclabili e le infrastrutture per le persone a piedi. 

Questa vicenda è ricca di parallelismi con il contesto italiano. Dopo che Bologna, all’inizio del gennaio 2024, ha introdotto il limite di velocità a trenta chilometri orari nel settanta per cento delle strade, Matteo Salvini ha reagito approvando una direttiva contro la Città 30. Il leader leghista associa l’uso massiccio dell’automobile all’esercizio del diritto al lavoro, etichettando come ideologica qualsiasi misura per la mobilità attiva. 

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