Un parere ANAC che solleva più dubbi che certezze sugli incentivi tecnici

Settembre 19, 2025 - 12:30
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Un parere ANAC che solleva più dubbi che certezze sugli incentivi tecnici

lentepubblica.it

Approfondimento di Bruno Susio, CEO di Sistema Susio srl, in collaborazione con Franca Bonanata, Segretario Generale Provincia di Mantova, sul recente parere ANAC circa gli incentivi tecnici ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

Con il parere del 23 luglio 2025 (fasc. 2764/2025), l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha ribadito che gli incentivi tecnici attribuiti ai dipendenti delle amministrazioni devono essere pubblicati nella sezione “Amministrazione trasparente”, sottosezione “Personale – Incarichi conferiti ed autorizzati ai dipendenti”, con indicazione di nominativo, oggetto, durata e compenso.

Un orientamento che, pur fondato sul richiamo all’art. 18 del d.lgs. 33/2013, non appare privo di criticità.

  1. La ratio originaria dell’art. 18 d.lgs. 33/2013

L’art. 18 del decreto trasparenza stabilisce che le pubbliche amministrazioni pubblichino gli incarichi conferiti o autorizzati ai propri dipendenti, con indicazione della durata e del compenso. La norma è stata tradizionalmente intesa con riferimento a incarichi esterni – cioè prestazioni rese dal dipendente a favore di enti diversi da quello di appartenenza – che necessitano di preventiva autorizzazione ai sensi dell’art. 53, co. 6, d.lgs. 165/2001.

Lo spirito era chiaro: rendere visibili incarichi extra-istituzionali, così da prevenire conflitti di interessi e verificare eventuali cumuli di compensi.

Estendere la disposizione agli incarichi interni, ossia a compiti istituzionali che il dipendente svolge per il proprio ente, appare un’operazione interpretativa discutibile.

  1. Gli incentivi tecnici non sono “incarichi esterni”

Gli incentivi per funzioni tecniche hanno una disciplina speciale nell’art. 45 del d.lgs. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici). Essi costituiscono una voce del trattamento accessorio, correlata a responsabilità aggiuntive (RUP, DEC, collaboratori tecnici).

Si tratta quindi di compensi endo-amministrativi, fissati dalla contrattazione e liquidati con provvedimenti dirigenziali. Assimilarli a incarichi esterni di consulenza o collaborazione – che l’art. 18 mira a rendere pubblici – significa forzare il dettato normativo.

  1. Il nodo della riservatezza

Lo stesso Garante Privacy, nel parere del 10 marzo 2025, ha sottolineato come la diffusione indiscriminata di dati nominativi e compensi accessori rischi di tradursi in una ingiustificata esposizione dei dipendenti, rendendo conoscibile la loro situazione economico-patrimoniale.

È significativo che gli artt. 14 e 15 del d.lgs. 33/2013 impongano la pubblicazione nominativa solo per organi politici, dirigenti e consulenti esterni. Non vi è alcuna norma che estenda lo stesso regime a dipendenti non apicali che percepiscono incentivi tecnici.

Si rischia quindi di produrre una trasparenza “sproporzionata”, che collide con l’art. 5-bis del d.lgs. 33/2013 e con il principio di minimizzazione del GDPR.

  1. Retroattività e problemi applicativi

Altro punto irrisolto: la decorrenza dell’obbligo. Se l’interpretazione ANAC fosse accolta, occorrerebbe pubblicare tutti gli incentivi già conferiti in passato, con un carico amministrativo enorme e un dubbio di legittimità.
La trasparenza non dovrebbe trasformarsi in un obbligo retroattivo privo di base normativa espressa.

Conclusione

Il parere ANAC sembra confondere due piani distinti:

  • la necessaria pubblicità degli incarichi esterni conferiti ai dipendenti (art. 18 e art. 53 d.lgs. 165/2001);
  • la gestione degli incentivi interni, che trovano disciplina speciale nell’art. 45 del d.lgs 36/2023  e nei contratti collettivi.

La trasparenza è un valore costituzionale (art. 97 Cost.), ma non può diventare un pretesto per esporre dati personali in modo eccessivo e non proporzionato.

Più che chiarire, il parere ANAC sembra aprire una stagione di incertezza interpretativa, con il rischio di sovrapporre regole pensate per i controlli esterni a meccanismi retributivi interni. Un terreno scivoloso, dove il confine tra trasparenza e tutela della riservatezza appare oggi più incerto che mai.

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