Željava, l’aeroporto militare segreto che dorme sotto le montagne balcaniche

L’ex Jugoslavia è un territorio che non smette di sorprendere chi ama scoprire luoghi insoliti, spesso sospesi tra memoria storica e fascino misterioso. Basti pensare agli enigmatici spomenik, i monumenti brutalisti disseminati nei Balcani, che sembrano sculture aliene piantate nella natura. Ci sono persone che, guida alla mano, viaggiano on the road per vederne il più possibile.
O, ancora, pensate alle basi sotterranee, progettate con tecniche d’avanguardia incredibili per il tempo e custodite per decenni come segreti di stato. Tra queste opere, un posto particolare lo occupa l’aeroporto militare di Željava, un colosso dell’ingegneria militare nascosto sotto una montagna al confine tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina.
Željava, l’aeroporto militare segreto più grande dell’ex Jugoslavia
Prima della costruzione della base, l’area era poco più che un paesaggio montano aspro e in gran parte incontaminato, incastonato tra il massiccio della Plješevica e il fiume Una. Non aveva un rilievo particolare né dal punto di vista culturale né politico, fino a quando, nel dopoguerra, il governo jugoslavo ne comprese il potenziale strategico.
La Jugoslavia di Tito, in bilico tra Est e Ovest durante la Guerra Fredda, cercava di proteggersi da una minaccia sempre più concreta: un possibile attacco atomico. È così che, nel 1960, prese forma il progetto segreto di Željava, che sarebbe diventato l’aeroporto militare più grande e fortificato non solo del Paese, ma di tutta Europa.
Il complesso, scavato all’interno della montagna e progettato per resistere a bombardamenti nucleari, era una vera fortezza sotterranea. Le piste di decollo e atterraggio si stendevano lungo il confine tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina, in una posizione perfetta per il controllo e la difesa del territorio. Il cuore del sistema era nascosto all’interno: un intricato bunker sotterraneo con chilometri di tunnel capaci di ospitare fino a 80 jet da combattimento MiG-21.
Željava non era solo un hangar per aerei, ma una città militare sotterranea. Comprendeva sale di comando, depositi di carburante, dormitori per il personale e spazi vitali pensati per garantire autonomia in caso di conflitto. Le porte corazzate, spesse diversi metri, sigillavano il complesso rendendolo inaccessibile e invisibile persino ai radar occidentali.
Tuttavia, con il crollo della Jugoslavia e l’arrivo delle guerre balcaniche, il destino della base fu segnato: minata e fatta esplodere, Željava cadde in rovina, trasformandosi da simbolo di potenza in relitto della Guerra Fredda.

Come raggiungere e visitare la base militare di Željava
Chi raggiunge Željava trova un paesaggio quasi irreale: piste di cemento invase dall’erba, crateri lasciati dalle esplosioni, resti arrugginiti di velivoli e le scure aperture dei tunnel che sembrano condurre in un altro mondo. La base militare non è un’attrazione turistica ufficiale, ma vengono comunque organizzati diversi tour o, arrivando in autonomia e assumendosi le proprie responsabilità e facendo attenzione, è possibile accedere per pochi metri all’interno dei tunnel muniti di torce.
Per arrivare a Željava, consigliamo di usare la propria auto e di prendere come punto di partenza il Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice, situato a circa 20 chilometri di distanza. Il punto di accesso più comune si trova nei pressi del villaggio di Željava, non lontano dal valico di confine con la Bosnia.
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