Antichi pub del ‘700 a Londra ancora attivi

Lug 4, 2025 - 14:30
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Antichi pub del ‘700 a Londra ancora attivi

Londra non è solo una metropoli proiettata verso il futuro. È un immenso archivio vivente, stratificato su secoli di storia. In ogni strada, piazza o cortile si celano tracce di epoche diverse, e pochi luoghi raccontano questa memoria collettiva meglio dei suoi pub storici. Non semplici locali dove bere una birra, ma spazi sociali che hanno visto passare generazioni di clienti, cambi di monarchie, rivoluzioni industriali, guerre e rinascite urbane. Visitare uno di questi antichi pub del Settecento ancora in attività significa entrare in contatto con l’anima più autentica di Londra. Sono testimoni silenziosi di una città che ha saputo trasformarsi senza cancellare il proprio passato, preservando dettagli architettonici, arredi e atmosfere che ci riportano indietro nel tempo.

Questa rubrica vuole svelare alcuni di questi luoghi nascosti o sottovalutati, facendo scoprire ai lettori non solo indirizzi dove godersi una pinta o un pasto caldo, ma veri e propri pezzi di storia incastonati nel tessuto urbano della capitale britannica.

Il fascino del Settecento: storia e architettura dei pub londinesi

Il Settecento è stato un secolo di trasformazioni decisive per Londra. Dopo il devastante Grande Incendio del 1666, la città visse un intenso periodo di ricostruzione. Interi quartieri furono riprogettati e sorsero strade più larghe, piazze ordinate, edifici in mattoni che sostituirono le vecchie strutture medievali in legno. Anche il concetto stesso di “public house” si evolse: non più solo luoghi di ristoro improvvisati, ma vere e proprie taverns e inns con licenze ufficiali, pensate per servire la crescente popolazione urbana e i viaggiatori che arrivavano a Londra per affari o piacere.

Questi pub del Settecento hanno in comune elementi architettonici e decorativi che ancora oggi si possono ammirare: facciate in mattoni rossi, travi a vista, camini monumentali, snugs (piccoli salotti separati per maggiore privacy), bow windows con vetri piombati e insegne decorate a mano. Entrarci oggi significa toccare con mano l’artigianato dell’epoca e apprezzare un’atmosfera che non è una ricostruzione turistica, ma la continuità autentica di un mestiere dell’ospitalità vecchio di secoli.

Facciata storica del George Inn a Southwark, con balconate in legno del Settecento e cortile lastricato

Il George Inn a Southwark è uno degli ultimi coaching inns del Settecento ancora attivi a Londra, famoso per la sua iconica balconata in legno.

Molti di questi locali, nel corso degli anni, hanno subito restauri, ampliamenti o modifiche, ma spesso hanno mantenuto intatti gli elementi principali che li rendono unici. In un’epoca in cui la standardizzazione minaccia l’identità di tante città, i pub storici di Londra rappresentano un baluardo di cultura locale e memoria condivisa.

Queste antiche locande non servivano solo birra o pasti caldi. Erano punti di incontro per commercianti e viaggiatori, luoghi dove si stringevano accordi, si scambiavano notizie, si organizzavano carovane o si attendevano le diligenze. Erano spesso coaching inns, cioè tappe obbligate per i viaggiatori che percorrevano la rete di strade che collegava Londra al resto dell’Inghilterra. La loro funzione sociale era fondamentale: offrivano riparo, ristoro, informazioni e, spesso, un letto per la notte.

Oggi questi pub continuano a raccontare queste storie attraverso le loro sale in legno scuro, i caminetti accesi d’inverno e le targhe commemorative sui muri. Sono diventati luoghi di culto per chi vuole riscoprire la vera Londra, al di là delle mode passeggere e del turismo di massa.

Molti di essi sono listed buildings, protetti per il loro valore storico e architettonico. Restaurarli significa rispettare regole severe per conservare intatte le caratteristiche originarie. Eppure, nonostante queste complessità, i proprietari continuano a mantenerli in vita, consapevoli di custodire un patrimonio collettivo che va ben oltre la semplice attività commerciale.

La loro storia si intreccia anche con quella di personaggi famosi: scrittori, poeti, attori, avventurieri, politici. Frequentare uno di questi pub significa sedersi dove un tempo discutevano avvocati di Holborn, marinai di Limehouse, mercanti di Southwark o gentiluomini di Mayfair.

Antichi pub del ‘700 ancora attivi: luoghi, storie e curiosità

Londra vanta una straordinaria varietà di pub del Settecento ancora attivi, ognuno con una propria storia, un’identità precisa e dettagli architettonici che ci parlano del passato. Esplorarli significa compiere un viaggio a ritroso nel tempo, scoprendo angoli della città che hanno resistito a incendi, guerre, speculazioni edilizie e cambi di gusto.

Tra i più celebri spicca sicuramente The George Inn, situato a Southwark, lungo la storica Borough High Street. Risalente in parte al XVII secolo ma ricostruito e ampliato nel Settecento, questo pub è l’ultimo esempio rimasto a Londra di galleried coaching inn, con la caratteristica balconata in legno che si affaccia sul cortile interno. Qui sostavano le diligenze che viaggiavano tra Londra e il sud dell’Inghilterra. Oggi è gestito dal National Trust e conserva arredi in legno scuro, camini e insegne che richiamano la sua lunga storia. Frequentato un tempo da scrittori come Charles Dickens, rimane un vero monumento vivente del periodo georgiano. Per dettagli ufficiali: National Trust – The George Inn.

Altro nome leggendario è The Seven Stars, nascosto in una viuzza di Holborn, vicino alle storiche Inns of Court. Pur avendo origini documentate nel 1602, la struttura attuale è frutto di ricostruzioni e ampliamenti settecenteschi. L’interno conserva un labirinto di salette strette con bow windows e caminetti originali, offrendo un rifugio intimo in una delle zone legali più antiche di Londra. Questo pub è famoso anche per il suo spirito ribelle, con cartelli ironici e una mascotte felina che accoglie i clienti.

Spostandosi verso est, lungo il Tamigi, si incontra The Grapes a Limehouse. Fondato almeno nel 1720, serviva i marinai e i commercianti che affollavano i Docklands. Ancora oggi offre una vista impareggiabile sul fiume, con interni in legno massiccio e un camino che ha visto passare secoli di bevute e racconti di mare. Curiosamente, il pub è co-proprietà di Sir Ian McKellen, che ha contribuito al suo restauro rispettoso della tradizione. Più info su The Grapes – Official.

Un altro indirizzo imprescindibile è The Lamb a Bloomsbury. Aperto nel XVIII secolo, è celebre per gli interni caldi, i pavimenti in legno e le caratteristiche snob screens, divisori in legno e vetro smerigliato introdotti nell’epoca vittoriana per garantire privacy ai clienti. Nonostante questi dettagli successivi, la pianta e l’atmosfera rimangono squisitamente georgiane. Il pub è stato frequentato da scrittori, accademici e studenti della vicina University of London, alimentando leggende letterarie.

A Mayfair, quartiere storicamente aristocratico, si trova The Guinea Grill, con licenze risalenti al 1675 ma consolidato come steakhouse e pub nel Settecento. Gli interni eleganti, i pannelli in legno scuro e l’attenzione per la cucina tradizionale ne fanno una tappa obbligata per chi cerca un’esperienza georgiana raffinata. È celebre anche per la selezione di birre tradizionali e per l’atmosfera d’altri tempi. Dettagli ufficiali su The Guinea Grill – Official.

Molti di questi locali nascono come coaching inns, veri hub del traffico commerciale e passeggeri del XVIII secolo. Le diligenze che collegavano Londra a città come Oxford o Brighton sostavano in questi cortili interni, dove si potevano cambiare cavalli, caricare merci o pernottare. Gli ampi porticati e i cortili lasciano intuire questa funzione storica: un sistema logistico ante litteram che sosteneva il commercio inglese in piena espansione.

Facciata storica di The Grapes a Limehouse, pub del Settecento con insegna tradizionale e mattoni a vista

The Grapes a Limehouse è un pub del Settecento ancora attivo, famoso per la sua atmosfera tradizionale e la connessione con la storia marittima di Londra.

Non mancano le storie pittoresche e misteriose. Molti di questi pub sono associati a leggende di fantasmi, duelli finiti male, contrabbandieri e personaggi famosi. Alcuni nascondono cantine e tunnel sotterranei usati per il trasporto clandestino di merci o per sfuggire alla legge. Altri conservano cimeli storici: insegne dipinte a mano, manifesti d’epoca, ritratti di antichi proprietari.

Visitare questi luoghi oggi significa sedersi in ambienti che hanno accolto uomini e donne di ogni estrazione sociale: avvocati e marinai, artisti e mercanti, nobili e poveri diavoli. È un’esperienza che permette di sentire il battito profondo della città, lontano dalle luci al neon dei pub moderni e dalla standardizzazione dei franchise globali.

Dal punto di vista architettonico, questi pub sono preziosi esempi di edilizia georgiana. Le facciate in mattoni rossi, le travi a vista, i camini scolpiti e gli interni riccamente decorati parlano di un’epoca in cui il dettaglio artigianale era un vanto e un segno distintivo. Anche quando ristrutturati, molti hanno rispettato la pianta originale con sale separate, corridoi stretti e angoli raccolti che favoriscono la conversazione.

Sono luoghi che celebrano l’arte di bere bene e lentamente. La birra tradizionale, servita a temperatura di cantina, i tavoli in legno massiccio segnati dal tempo, il profumo di cera e di fumo del camino: tutto contribuisce a creare un’esperienza multisensoriale che non ha bisogno di artifici.

Per approfondire la storia di questi edifici e la loro importanza culturale, è utile consultare risorse come Historic England – Listed Pubs o CAMRA – Historic Pubs, che offrono dettagli sui vincoli di tutela, le storie e le caratteristiche architettoniche dei pub storici.

Questi pub non sono semplici testimonianze di un passato remoto, ma spazi vivi, frequentati ogni giorno da londinesi e visitatori curiosi. Sono un antidoto alla frenesia contemporanea, un invito a sedersi, chiacchierare e sentirsi parte di una comunità più ampia e più antica. In un’epoca di grandi trasformazioni urbane, rappresentano un legame tangibile con la storia e l’identità di Londra.

Vivere il passato oggi: perché scoprire i pub del ‘700 a Londra

Quando si parla di pub storici del Settecento ancora attivi a Londra, non si parla di semplici locali commerciali o di luoghi “vintage” di facciata. Si parla di istituzioni sociali che hanno mantenuto intatto il loro ruolo di cuore pulsante dei quartieri. In un’epoca in cui la città si rinnova con grattacieli, catene globali e locali alla moda, questi pub offrono un rifugio autentico, con radici profonde in una Londra che non vuole dimenticare se stessa.

C’è qualcosa di quasi rituale nell’andare in un pub georgiano. Superare la porta d’ingresso pesante in legno, sentire l’odore della birra spillata e del legno antico, appoggiarsi a un bancone consunto dalle mani di generazioni di avventori. Molti di questi luoghi conservano ancora i camini originali in mattoni o in ghisa, accesi nei mesi freddi, con le fiamme che creano un’atmosfera intima. I pavimenti in legno scricchiolano, le sedie sono tutte diverse, segnate dal tempo. E i muri sono spesso ornati da stampe d’epoca, targhe commemorative o addirittura graffiti storici.

Il fascino di questi pub sta anche nella loro stratificazione storica. Pochi sono rimasti esattamente come erano nel 1750: molti hanno subito incendi, bombardamenti, modifiche strutturali. Eppure, ciascuno di essi porta tracce visibili di ogni epoca attraversata. Un bow window settecentesco può convivere con uno specchio vittoriano e con una lampada a gas convertita in elettricità. È un’architettura viva, fatta di memoria condivisa e di adattamento.

E poi c’è la dimensione sociale. Nei secoli passati, il pub era molto più di un posto per bere. Era la piazza coperta del quartiere, il luogo dove ci si informava, si contrattava, si trovava lavoro, si ascoltavano storie. Gli stessi snugs e gli angoli riservati testimoniano la complessità di queste dinamiche sociali: spazi per discussioni riservate, per affari o per ritrovi tra amici. Molti pub conservano ancora questi spazi, fedeli al concetto di “public house” come luogo aperto a tutti ma organizzato per rispettare le esigenze di ciascuno.

Frequentare oggi questi pub significa immergersi in questo microcosmo. Non è raro trovare londinesi di lunga data seduti accanto a turisti incuriositi, studenti con libri in mano e professionisti che staccano dal lavoro. La clientela è spesso mista e vivace, riflesso di una Londra che nonostante i suoi cambiamenti resta una città di incontro e di mescolanza.

Dal punto di vista storico-urbanistico, questi pub raccontano la crescita stessa della città. Il loro posizionamento non è casuale. The George Inn sorgeva lungo una delle principali vie di ingresso a Londra dal sud, servendo viaggiatori e merci che attraversavano il London Bridge. The Grapes a Limehouse testimonia la storia marittima della città, legato al porto e ai commerci coloniali. The Lamb a Bloomsbury riflette la Londra intellettuale e universitaria che prendeva forma a cavallo tra Settecento e Ottocento.

Visitarli oggi permette di leggere la città con occhi diversi. Non come un agglomerato di strade e palazzi, ma come un tessuto vivo che ha integrato secoli di storia nelle sue maglie. Ogni pub ha le sue storie di clienti famosi, di aneddoti curiosi, di eventi locali. Alcuni vantano passaggi di Charles Dickens, che nei suoi romanzi descrisse spesso la vita da pub come luogo di incontro popolare. Altri custodiscono leggende di fantasmi, di tunnel segreti usati dai contrabbandieri o di duelli sanguinosi avvenuti nella sala principale.

Anche dal punto di vista della conservazione architettonica, questi pub sono straordinari. Il sistema dei listed buildings in Inghilterra impone vincoli severi a chi possiede e gestisce immobili storici. Non è possibile stravolgere la planimetria, sostituire infissi storici con versioni moderne, rimuovere dettagli come camini, cornici o boiserie. Questo garantisce un livello di autenticità che sarebbe impensabile altrove.

I proprietari e i gestori di questi pub non sono semplici imprenditori. Sono custodi di un patrimonio culturale. Devono conciliare la necessità di essere attività redditizie con la responsabilità di preservare la memoria storica. Non è un equilibrio facile. L’aumento dei costi di gestione, le normative moderne su sicurezza e igiene, la concorrenza di catene che puntano su volumi e marketing aggressivo, tutto questo rende difficile mantenere vivi questi luoghi.

Eppure la loro resilienza è notevole. Anche durante periodi difficili come le guerre mondiali o la pandemia di Covid-19, molti di questi pub hanno continuato a servire la comunità. Alcuni hanno avviato crowdfunding per finanziarsi, altri hanno ridotto orari e menù per sopravvivere. Ma la comunità locale, spesso, si sente parte di questi luoghi e li sostiene.

Chiunque voglia scoprire questa Londra nascosta nel tempo dovrebbe prendersi una giornata o un intero weekend per esplorare questi pub, parlare con i gestori, sedersi a un tavolo e osservare. Non è solo turismo, è educazione urbana. Significa capire come una metropoli possa crescere senza cancellare le sue radici, come il passato possa convivere con il presente.

Per chi volesse approfondire la mappatura ufficiale e i dettagli di protezione di questi luoghi, consiglio di consultare Historic England – The List, che cataloga i pub protetti con schede dettagliate e fotografie.

In un’epoca di globalizzazione spinta, questi pub rappresentano un antidoto. Un modo per riconnettersi con un’idea di comunità più lenta, più autentica, più umana. Ecco perché restano un patrimonio inestimabile, non solo per Londra ma per chiunque creda che il passato sia una risorsa, non un peso.

I pub del Settecento come esperienza culturale e turistica

Visitare un pub del Settecento a Londra oggi non è solo un esercizio di nostalgia o una curiosità da turisti. È un vero e proprio atto culturale, un’immersione in un modo di vivere e di socializzare che ha definito l’identità urbana britannica. Quando si parla di Londra come città multiculturale, dinamica e aperta, non si può dimenticare che questa apertura ha sempre avuto luoghi concreti in cui manifestarsi. E i pub sono stati per secoli uno di questi spazi privilegiati.

Nei secoli XVIII e XIX, Londra era un crocevia commerciale globale, cuore pulsante di un impero in espansione. I pub del Settecento accoglievano uomini d’affari, marinai, commercianti, scrittori, artigiani e nobili. Erano luoghi dove le classi sociali potevano incontrarsi, anche se separate da snugs e salette riservate. Ancora oggi questo spirito inclusivo resiste. In un antico pub georgiano si possono trovare al bancone pensionati del quartiere, studenti universitari, avvocati in pausa pranzo, turisti curiosi e artisti in cerca d’ispirazione.

La funzione sociale del pub è qualcosa di profondamente radicato nella cultura britannica. Non si va al pub solo per bere, ma per incontrarsi. Il bancone non è solo un luogo di servizio, ma uno spazio di interazione. Il barista conosce i clienti abituali, si scambiano chiacchiere informali, si commentano eventi sportivi o notizie del giorno. Questa tradizione è ancora più evidente nei pub storici, che spesso hanno una clientela affezionata da generazioni.

Molti pub del Settecento hanno saputo reinventarsi senza tradire la loro storia. Alcuni hanno puntato su una selezione curata di birre artigianali, riscoprendo antiche ricette o collaborando con birrifici locali. Altri si sono specializzati in cucina tradizionale britannica di qualità, con piatti come steak and ale pie, fish and chips o Sunday roast serviti in ambienti che trasudano storia. Il tutto senza snaturare l’atmosfera originaria fatta di travi a vista, boiserie in legno scuro, camini accesi e illuminazione soffusa.

La narrazione storica è spesso parte integrante dell’esperienza. Molti pub hanno targhe commemorative che raccontano la loro fondazione, i cambi di proprietà, gli eventi significativi che vi si sono svolti. Alcuni organizzano tour guidati o serate a tema che mettono in luce aspetti particolari della loro storia, dalle storie di fantasmi alle curiosità architettoniche.

Il legame con la letteratura è un altro aspetto affascinante. Charles Dickens, ad esempio, era un assiduo frequentatore di numerosi pub londinesi, e nei suoi romanzi ha immortalato la vivacità e le contraddizioni della vita da pub. Altri scrittori, poeti e giornalisti hanno fatto del pub il loro ufficio non ufficiale, contribuendo a creare quel mito romantico dell’intellettuale che trova ispirazione davanti a una pinta.

Per il visitatore contemporaneo, questi pub offrono un’esperienza unica. Non si tratta di un museo statico, ma di un luogo vivo. Si può scegliere di sedersi a leggere un libro accanto a un camino acceso, di scambiare due chiacchiere con un anziano cliente che racconta com’era il quartiere decenni fa, di ascoltare musica tradizionale suonata dal vivo in un angolo del locale. È un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e che restituisce un’idea di Londra molto diversa da quella veloce e impersonale dei centri commerciali o delle catene di ristorazione.

Dal punto di vista turistico, promuovere questi pub significa anche sostenere un turismo slow, consapevole e rispettoso. Significa invitare i visitatori a scoprire quartieri meno battuti, a perdersi in vicoli storici, a rallentare il passo. Invece di una corsa affannata tra attrazioni iconiche, si propone un’immersione più profonda, fatta di conversazioni, sapori e atmosfere.

Le istituzioni locali hanno cominciato a valorizzare questo patrimonio. Iniziative come la protezione dei listed buildingso il sostegno ai pub storici tramite finanziamenti e campagne di sensibilizzazione mirano a garantire che questi luoghi non scompaiano sotto la pressione della speculazione immobiliare o della concorrenza di grandi catene. Anche organizzazioni come il National Trust si impegnano per salvaguardare i pub più storici, acquisendoli o contribuendo alla loro manutenzione.

Non si può infine dimenticare l’importanza di questi pub per la comunità locale. In un’epoca di crisi del commercio di vicinato, i pub storici offrono uno spazio insostituibile di socialità. Sono luoghi in cui le persone si conoscono per nome, dove si festeggiano compleanni, si guardano insieme le partite di calcio, si celebra il Natale o si piange la scomparsa di un cliente abituale. Conservare questi spazi significa difendere l’idea stessa di quartiere come comunità viva e coesa.

Chi scrive su Londra non dovrebbe limitarsi a raccontare i grattacieli della City o i negozi di Oxford Street. Dovrebbe entrare in uno di questi pub, ordinare una birra e guardarsi intorno. Ascoltare le conversazioni, osservare le pareti segnate dal tempo, sentire l’odore di legno e di birra che impregna l’aria. È lì che Londra rivela il suo volto più autentico, fatto di memoria, di resistenza e di umanità.

Per chi volesse programmare un itinerario dedicato ai pub storici del Settecento, consiglio di esplorare risorse come CAMRA – Historic Pubs o Historic England – Listed Pubs. Offrono informazioni aggiornate, mappe e dettagli sulle caratteristiche architettoniche e storiche di questi luoghi.

In definitiva, i pub del Settecento ancora attivi a Londra non sono semplici curiosità per appassionati di storia. Sono testimoni vivi di un’epoca che ha contribuito a definire l’identità stessa della città. Visitarli, sostenerli e raccontarli è un modo per mantenere vivo quel filo che lega passato e presente, tradizione e innovazione, comunità e individuo.

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Immaginei interne: By Ewan Munro from London, UK – George, Borough, SE1, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6048166, By Ewan Munro from London, UK – Grapes, Limehouse, E14Uploaded by Oxyman, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22386822, 

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Redazione Redazione Eventi e News