Cacciatore uccide un cane nel torinese: Rocky è stato colpito al petto e non ce l’ha fatta

Un cacciatore ha ucciso un cane in provincia di Torino: il povero Rocky è stato colpito al petto e non è sopravvissuto alle ferite.
Per dieci anni è stato un’ombra fedele al fianco del suo amico runner, una presenza rassicurante sulle strade di campagna tra Cumiana e Piossasco, nel Torinese. Rocky, un meticcio di undici anni, è stato trovato morto domenica 12 ottobre, colpito da un proiettile in una zona dove la caccia è rigorosamente vietata. Antonio Celestino, il runner che per anni è stato il suo compagno di corse e il suo migliore amico, ora chiede che venga fatta giustizia.
L’uccisione del cane Rocky per mano di un cacciatore: il povero quattro zampe non è sopravvissuto alle ferite
Rocky non era formalmente di proprietà di Celestino – viveva con un agricoltore novantenne – ma aveva trovato nel runner un legame speciale, tanto da condividere quotidianamente lunghi tratti di strada. Il cane correva libero e amato lungo la pista ciclabile di strada Cascina Prevosto, conosciuto e salutato da tutti. Un’amicizia che li avrebbe portati a passare l’inverno insieme a casa di Antonio.
La sua scomparsa risale a venerdì 10 ottobre. Dopo due giorni di ricerche disperate, domenica 12 è arrivata la tragica scoperta: il corpo di Rocky è stato rinvenuto in un prato, vicino alla pista ciclabile, con un proiettile che gli aveva trapassato la cassa toracica.
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Secondo le prime ricostruzioni, il proiettile sarebbe compatibile con quelli utilizzati nelle battute di caccia al cinghiale. A rendere la vicenda più grave è il fatto che la zona del ritrovamento è interdetta alla caccia, poiché vicina a centri abitati e ville.
Antonio Celestino ha immediatamente sporto denuncia ai Carabinieri e sta preparando un esposto per la Procura. La rabbia si unisce al dolore nella sua battaglia: “Niente mi riporterà indietro il mio cagnolino, ma nessun altro deve provare la sofferenza che sto vivendo io adesso,” ha dichiarato il runner, sottolineando come in quell’area la presenza di cacciatori sia frequente e l’incidente potesse coinvolgere chiunque, persino un bambino.
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La Lega AntiVivisezione (LAV) di Torino ha espresso solidarietà e offerto la propria collaborazione per assicurare il colpevole alla giustizia. L’associazione sottolinea la pericolosità di chi maneggia un’arma con leggerezza e ribadisce: “Ancora una volta la caccia dimostra di non poter convivere con la civiltà, causando sofferenze evitabili e gratuite.” La LAV invita chiunque abbia informazioni a contattare lav.torino@lav.it, garantendo l’anonimato.
Anche quest’anno riapre la stagione della caccia e anche quest’anno le associazioni animaliste si battono per la sicurezza e la tutela non solo degli animali uccisi dai cacciatori ma anche per le persone che sono solite passeggiare nei boschi. E così tra polemiche e discussioni prende il via il periodo in cui è ammesso dalla legge sparare ad alcune specie viventi. Il Wwf, in particolare, ha puntato l’attenzione sul problema legato alla mancata sospensione da parte del Tar, senza la quale non è possibile agire contro questo fenomeno.
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Gli esseri umani, a differenza di qualsiasi atra specie vivente, sono dotati di cattiveria che utilizzano deliberatamente per fare del male. Come ulteriore dimostrazione della malignità di alcuni esemplari di questa specie è proprio quanto accaduto al povero Rocky. La situazione riguardante le leggi sui cacciatori dovrebbe cambiare quanto prima. (di Elisabetta Guglielmi)
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