Che fine ha fatto la Carta docente 2025? La denuncia della FLC CGIL

lentepubblica.it
Carta del Docente 2025, ecco che fine ha fatto: piattaforma bloccata e fondi a rischio. L’allarme della FLC CGIL.
La piattaforma ministeriale dedicata alla Carta del Docente, il bonus annuale che sostiene la formazione degli insegnanti, è ancora inattiva. A metà ottobre, gli utenti non possono accedere né utilizzare il credito per corsi, libri o dispositivi utili all’aggiornamento professionale. Una situazione di stallo che, secondo la FLC CGIL, potrebbe preludere a modifiche sostanziali nell’importo e nelle modalità di utilizzo del bonus.
Una piattaforma ferma e molte incertezze
Il portale gestito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) non consente, al momento, alcuna operazione. I docenti, di conseguenza, non possono spendere le somme accumulate negli anni né utilizzare quelle del nuovo anno scolastico. L’assenza di comunicazioni ufficiali ha alimentato dubbi e preoccupazioni tra gli insegnanti, che si chiedono se il ritardo sia dovuto a difficoltà tecniche o a una revisione complessiva del sistema.
Secondo fonti sindacali, il MIM potrebbe essere in attesa di ridefinire il valore della Carta per il 2025. Il decreto n. 45/2025 ha infatti esteso il bonus anche ai supplenti con contratto fino al 31 agosto, ampliando così la platea dei beneficiari. Tuttavia, la stessa norma prevede che l’importo venga determinato di anno in anno dal Ministero dell’Istruzione insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in base alle risorse disponibili e al numero dei destinatari.
In altre parole, più docenti aventi diritto potrebbero tradursi in un bonus individuale inferiore. Un’ipotesi che preoccupa fortemente le organizzazioni sindacali, da tempo impegnate a difendere un incentivo che, seppur limitato, rappresenta uno dei pochi strumenti economici per la formazione continua del personale docente.
Le modifiche in discussione in Parlamento
Il futuro della Carta del Docente potrebbe essere ulteriormente condizionato dalle modifiche in esame in Parlamento, all’interno del decreto-legge n. 127/2025. Gli emendamenti attualmente al vaglio delle commissioni competenti prevedono cambiamenti significativi nelle modalità di fruizione del bonus.
Tra le principali novità in discussione figurano:
-
L’acquisto di dispositivi informatici e tecnologici solo ogni quattro anni, un vincolo che limiterebbe la possibilità di aggiornare le dotazioni didattiche personali;
-
L’estensione dell’utilizzo della Carta ai servizi di trasporto, una misura che potrebbe agevolare gli spostamenti per la partecipazione a corsi o seminari;
-
L’inclusione del personale educativo e dei docenti con supplenze fino al 30 giugno, ampliando così la platea dei beneficiari.
L’allargamento del diritto anche ai precari e agli educatori rappresenta un passo avanti importante in termini di equità, riconoscendo il ruolo di tutti coloro che, a vario titolo, contribuiscono al sistema scolastico. Tuttavia, secondo la FLC CGIL, questo ampliamento non può giustificare una riduzione dell’importo complessivo o un eccessivo irrigidimento delle regole di utilizzo.
Il rischio di un taglio delle risorse
Già in passato i 500 euro annuali della Carta erano stati giudicati insufficienti a coprire i costi reali di aggiornamento professionale, che includono corsi di formazione, materiali didattici, strumenti digitali e partecipazione a eventi culturali o scientifici. Un eventuale taglio, quindi, rischierebbe di vanificare lo scopo stesso del bonus, trasformandolo in un contributo simbolico più che in un reale sostegno alla crescita professionale.
Il sindacato sottolinea che la formazione continua dei docenti è un investimento per l’intero sistema educativo e non un privilegio individuale. Limitare le risorse o introdurre ulteriori controlli burocratici significherebbe, secondo la FLC CGIL, penalizzare la qualità dell’insegnamento e la motivazione del personale scolastico.
L’appello alla trasparenza
Alla luce delle incertezze, la FLC CGIL chiede al Ministero dell’Istruzione di fornire chiarimenti tempestivi sui tempi di riattivazione della piattaforma e sull’entità dei fondi disponibili per il 2025. Il sindacato ritiene indispensabile che l’importo della Carta resti invariato e che l’ampliamento della platea non si traduca in un ridimensionamento del beneficio economico.
Inoltre, viene sollecitato il rispetto della libertà di scelta dei docenti nella destinazione delle risorse, senza introdurre limiti o controlli che rischierebbero di burocratizzare ulteriormente un meccanismo già complesso.
The post Che fine ha fatto la Carta docente 2025? La denuncia della FLC CGIL appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la tua reazione?






