Con Battlefield 6 non esplodono solo granate ma anche truffe e "i soliti furbetti" rischiano di perdere molto più di quello che avrebbero speso

Novembre 27, 2025 - 21:30
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Con Battlefield 6 non esplodono solo granate ma anche truffe e "i soliti furbetti" rischiano di perdere molto più di quello che avrebbero speso

La pubblicazione di Battlefield 6 ha riacceso l'interesse della scena videoludica e ha attirato gruppi che sfruttano il nome del gioco per distribuire file infetti.

Le verifiche di Bitdefender indicano che copie pirata e falsi strumenti di gioco sono spesso e volentieri un vettore per la sottrazione di dati e altre truffe.

Con sorpresa di nessuno, molti utenti cercano versioni non autorizzate dei giochi più famosi per aggirare i DRM, ma spesso e volentieri trovano installer che imitano il lavoro di gruppi "legittimi" come RUNE e InsaneRamZes, che regolarmente craccano i titoli appena usciti. In estrema sintesi, è un malvivente che specula sul lavoro di altri come lui, che quantomeno non cercano di fregare l'utente nel processo.

I ricercatori di Bitdefender hanno individuato diversi "trainer" infetti che raccolgono cookie, password o crypto wallet da browser come Chrome, Edge, Firefox, Opera, Brave, Vivaldi, and Wave, e token di sessione da cartelle di sistema e applicazioni diffuse come Discord.

Altre varianti imitano file come "Battlefield 6.GOG-InsaneRamZes" e bloccano l'esecuzione in base alla lingua o all'area geografica. Il codice usa funzioni basate su hash e controlli temporali per evitare l'analisi in sandbox e sottrarre credenziali tecniche.

Una terza minaccia, diffusa come immagine ISO firmata RUNE, installa un loader che avvia un agente remoto persistente. Questo componente contatta ripetutamente un dominio dell'infrastruttura Google (probabilmente usato per mascherarsi) e apre la strada all'invio di comandi o all'esfiltrazione di altri dati personali.

Si tratta insomma di rischi che superano di gran lunga il semplice tentativo di usare un gioco senza licenza. La circolazione di contenuti falsi legati a Battlefield 6 (o al gioco di grido del momento: non dubitiamo che anche su Arc Raiders ci siano bei tentativi in atto) mostra che la pirateria non è mai da prendere alla leggera, e in ultima battuta la colpa è anche degli utenti, che si sentono legittimati a non pagare un gioco che gli piace, e rischiano così di perdere molto di più di quello che avrebbero speso per acquistarlo.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia