Coprifuoco estivo per i minorenni: accade a Praia a Mare (Cosenza)

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A Praia a Mare, comune della costa cosentina, scatta un coprifuoco estivo straordinario rivolto ai giovani: i ragazzi minorenni under 14 anni non potranno uscire senza la presenza di un genitore tra la mezzanotte e le 7 del mattino.
L’ordinanza, firmata il 25 luglio dal sindaco Antonino De Lorenzo, resterà in vigore fino al 30 settembre. La misura nasce in risposta a un aumento preoccupante di episodi di vandalismo e di comportamenti rischiosi legati all’uso notturno di monopattini e altri veicoli elettrici, fenomeni che, secondo le autorità locali, metterebbero a rischio sia la sicurezza dei ragazzi sia quella della comunità.
Il provvedimento, se da un lato mira a prevenire incidenti e danni alla proprietà pubblica e privata, dall’altro solleva interrogativi sul rapporto tra le istituzioni e i giovani.
Coprifuoco estivo per i minorenni: il caso di Praia a Mare
Il coprifuoco notturno, infatti, rappresenta una forma di controllo diretto che limita la libertà dei minorenni, ma non affronta necessariamente le cause profonde dei comportamenti rischiosi. Molti esperti sottolineano che gesti di vandalismo o la guida imprudente possono essere sintomi di disagi più profondi, come la mancanza di punti di riferimento, l’isolamento sociale o la difficoltà di esprimere emozioni e bisogni in contesti sicuri.
Praia a Mare, come molti altri centri italiani, si trova a fronteggiare una realtà giovanile complessa. L’adolescenza è una fase caratterizzata da sperimentazione, bisogno di autonomia e ricerca di identità. L’assenza di spazi di aggregazione protetti e attività strutturate può spingere i ragazzi a vivere l’ambiente notturno come unico luogo di socializzazione. Monopattini e veicoli elettrici diventano strumenti di libertà, ma anche di rischio, soprattutto in assenza di regole condivise e di una supervisione adeguata.
L’ordinanza municipale, quindi, appare come un rimedio immediato a problemi concreti: prevenire incidenti stradali, ridurre atti di vandalismo e garantire la tranquillità dei cittadini.
Ma un provvedimento del genere è sufficiente?
Tuttavia, il provvedimento non affronta le dinamiche psicologiche e sociali che generano questi comportamenti. Limitare fisicamente la mobilità dei giovani può avere un effetto deterrente temporaneo, ma rischia anche di alimentare frustrazione, ribellione e percezione di ingiustizia tra chi si sente punito senza una reale comprensione dei propri bisogni.
La questione del disagio giovanile non può essere ridotta alla sola gestione dei rischi immediati. Gli studiosi di sociologia e psicologia dell’adolescenza indicano che interventi più efficaci dovrebbero combinare prevenzione e partecipazione attiva. Programmi educativi che coinvolgano ragazzi, famiglie e istituzioni locali, spazi di aggregazione sicuri, iniziative culturali e sportive rappresentano strumenti in grado di offrire alternative valide alla “strada notturna”. In questo senso, l’ordinanza può essere vista come una misura di emergenza, ma non come soluzione strutturale al problema.
Un altro aspetto da considerare è la comunicazione del provvedimento: spiegare le motivazioni, coinvolgere i giovani nel dialogo e definire regole chiare può ridurre il rischio di conflitto tra autorità e cittadini più giovani. Il coprifuoco imposto senza spiegazioni può infatti essere percepito come arbitrario, minando la fiducia nelle istituzioni e compromettendo la possibilità di costruire un senso di responsabilità condivisa.
In conclusione, la misura adottata a Praia a Mare evidenzia una tensione diffusa nelle città italiane tra sicurezza pubblica e libertà giovanile.
Mentre il comune cerca di prevenire incidenti e comportamenti dannosi, emerge con forza la necessità di strategie più articolate per sostenere gli adolescenti. Limitare l’uscita notturna può ridurre i rischi immediati, ma non risolve le radici del disagio giovanile. Investire in programmi di educazione, creare spazi di aggregazione protetti e promuovere una partecipazione attiva dei ragazzi rappresentano approcci più duraturi e potenzialmente più efficaci per prevenire comportamenti a rischio, costruendo insieme ai giovani un contesto sicuro e inclusivo.
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