Libri di testo, si apre la strada alle detrazioni fiscali?

Settembre 2, 2025 - 18:00
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Libri di testo, si apre la strada alle detrazioni fiscali?

lentepubblica.it

Con la riapertura delle scuole, per migliaia di famiglie italiane torna uno dei momenti più delicati dell’anno: l’acquisto dei libri di testo, che però potrebbe diventare più “ammortizzabile” con detrazioni fiscali ad hoc.


Non si tratta di un acquisto qualsiasi, ma di una voce di bilancio che, specie per le famiglie con più figli in età scolare, incide in modo considerevole sul portafoglio. I rincari generalizzati degli ultimi mesi, che hanno interessato beni di prima necessità e servizi, non hanno fatto che aggravare la situazione, trasformando quello che un tempo era solo un investimento necessario per l’istruzione in un vero e proprio salasso economico.

Per molti nuclei familiari, specialmente quelli con redditi medio-bassi, il periodo che precede la riapertura delle scuole diventa un percorso a ostacoli. Tra quaderni, zaini, cancelleria e soprattutto manuali, il totale da sborsare può facilmente superare diverse centinaia di euro. Una somma che pesa su un contesto già reso fragile dall’inflazione, dal caro-energia e da un generale aumento del costo della vita.

Ma questa volta, qualcosa potrebbe cambiare davvero.

Libri di testo, in arrivo le detrazioni fiscali?

Secondo quanto trapela da fonti governative, è allo studio una misura che consentirebbe di detrarre dalle tasse la spesa per i libri scolastici. In termini pratici, i genitori potrebbero inserire nel modello della dichiarazione dei redditi l’importo speso per i manuali e ottenere, in fase di conguaglio, un rimborso parziale sotto forma di sconto fiscale. Si tratterebbe di un meccanismo non nuovo nel nostro ordinamento, simile a quello già previsto per le spese sanitarie, universitarie o per l’iscrizione a corsi di formazione riconosciuti.

A sostenere con forza questa ipotesi è Adiconsum, una delle principali associazioni di tutela dei consumatori, che da anni chiede un intervento di questo tipo. «Introdurre una detrazione fiscale sui libri scolastici – sottolinea l’associazione – significherebbe alleggerire una delle spese più ricorrenti e pesanti per le famiglie, specialmente per quelle che vivono in condizioni di maggiore difficoltà. In questo modo si darebbe un segnale concreto di attenzione al diritto allo studio, garantendo a tutti i ragazzi pari opportunità d’accesso all’istruzione».

L’associazione non nasconde, però, che il provvedimento andrebbe calibrato con cura. Al momento, infatti, non sono noti i dettagli tecnici: non si conosce ancora la percentuale che verrebbe rimborsata, né se sarebbero previsti limiti di spesa, fasce di reddito prioritarie o modalità specifiche per ottenere l’agevolazione.

«Per questo – aggiunge Adiconsum – sarebbe importante che le associazioni dei consumatori riconosciute dalla legge fossero ascoltate durante la fase di definizione del provvedimento, in modo da costruire una misura efficace, equa e davvero utile alle famiglie».

Come funzionerebbe?

La detrazione potrebbe funzionare in maniera semplice: ogni contribuente, al momento della dichiarazione dei redditi, allegherebbe la documentazione fiscale relativa all’acquisto dei libri. Lo Stato, a seconda della percentuale stabilita, restituirebbe sotto forma di credito d’imposta una parte della spesa sostenuta. Per esempio, se venisse stabilita una detrazione del 19%, analoga a quella prevista per altre voci, chi ha speso 300 euro per i testi potrebbe recuperare circa 57 euro. Una cifra che, pur non coprendo l’intero importo, rappresenterebbe comunque un aiuto concreto, soprattutto per chi deve acquistare manuali per più figli.

Oltre a dare respiro ai bilanci familiari, la misura avrebbe un ulteriore effetto: rafforzare l’idea che l’istruzione non debba mai trasformarsi in un lusso, ma restare un diritto accessibile. In un momento storico in cui le disuguaglianze sociali rischiano di ampliarsi, un intervento di questo tipo sarebbe anche un segnale politico di attenzione alle esigenze dei cittadini.

Istruzione troppo cara per le famiglie

Il tema dei costi dell’istruzione, del resto, non è nuovo. Da anni, molte amministrazioni locali intervengono con bonus libri o prestiti gratuiti per le fasce di reddito più basse. Tuttavia, questi interventi sono frammentati, dipendono dalle risorse dei singoli Comuni e non sempre riescono a coprire la totalità delle famiglie in difficoltà. Una detrazione fiscale nazionale, invece, garantirebbe un sostegno uniforme su tutto il territorio, senza distinzioni geografiche e con regole chiare e uguali per tutti.

Se la proposta dovesse concretizzarsi, rappresenterebbe un passo importante verso una scuola più inclusiva e meno onerosa. Non solo un sollievo economico per le famiglie, ma anche un incentivo a sostenere in maniera più convinta il percorso formativo dei giovani, investendo in ciò che resta il principale strumento di crescita individuale e collettiva.

In attesa che il Governo sciolga i nodi tecnici, resta la speranza che questa volta le buone intenzioni si traducano in azioni concrete. Perché se è vero che i libri rappresentano la porta d’accesso al sapere, è altrettanto vero che quella porta non dovrebbe mai restare chiusa a causa del costo troppo alto della chiave.

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