Dragon Ball Sparking Zero Recensione Nintendo Switch 2

l primo anno di Nintendo Switch 2 sarà ricordato anche per l’arrivo di tanti porting interessanti, tra cui questo. Pur potendo contare su un ottimo numero di esclusive, questi primi sei mesi di vita hanno anche evidenziato l’importanza dei titoli delle terze parti, decisamente più numerosi e figli di un’attenzione nettamente diversa rispetto a quanto avvenne con la prima Switch.
Per gli appassionati di picchiaduro, però, il binomio con Nintendo Switch, e ora con Switch 2, continua a funzionare soltanto a metà. Dopo il buon porting di Street Fighter VI, disponibile al lancio della nuova console, limitato soltanto dalla scelta di bloccare le modalità online a 30 fps, i fan aspettavano a gran voce anche l’arrivo di qualche altro, grosso, esponente del genere.
Dragon Ball Sparking Zero, anche tenendo fede alla sua natura da tie-in, si è subito presentato come un prodotto potenzialmente in grado di avere molto senso su Switch 2. L’entusiasmo della vigilia, soprattutto quello degli appassionatissimi del capolavoro di Toriyama e, perché no, della serie targata Spike Chunsoft, si è dissolto molto velocemente, almeno quello del sottoscritto, per ovvie ragioni di limitazioni tecniche e strutturali, alcune delle quali poco comprensibili.
Subito dopo l’annuncio del porting, Bandai Namco ci ha tenuto a precisare che il gioco avrebbe girato a 30 fps, in tutte le modalità e per tutte e due le console, anche su Switch 2 che, potenzialmente, ha una potenza di calcolo nettamente superiore al modello precedente.
Quindi, se ero già pronto, dov’è il problema? Il problema è che, pad alla mano, tutti quei “difetti” numerici si sono rivelati anche più evidenti e fastidiosi e, onestamente, hanno compromesso parecchio l’esperienza di gioco.
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Si parte per una nuova avventura![/caption]
Dragon Ball Sparking Zero su Switch: è sempre un buonissimo gioco, per gli appassionati
Sul piano “pratico”, Dragon Ball Sparking Zero rimane un buonissimo gioco (ecco la nostra recensione), soprattutto per gli appassionati del genere e dell’opera di Toriyama. .Pur partendo da un impianto narrativo pesantemente inflazionato (chi non conosce la saga dei Saiyan o quella di Freezer? Suvvia!) Il gioco riesce comunque a risultare discretamente interessante, grazie ad alcune scelte di game design, sicuramente non rivoluzionarie, ma che - comunque - funzionano molto bene. Mi viene da pensare, ovviamente, in primis all’introduzione dei “What if?”, delle digressioni storiche e narrative, affidate al volere e all’azione dei giocatori, che possono cambiare fortemente la storia di Dragon Ball. Questa scelta, chiaramente, permette di aggiungere un bel po’ di pepe a tutta la modalità Episodi Battaglia, che rappresenta il core dell’esperienza di gioco. Con Episodi Battaglia è possibile vivere tutta la storia di Dragon Ball Z fino a quella di Super, con alcune scelte stilistiche e narrative che vanno ad abbracciare il nuovo corso del brand, in generale. La grande novità ludica offerta da Dragon Ball Sparking Zero è rappresentata proprio dalla possibilità di poter cambiare il finale delle missioni, delle varie storie, confezionando così un nuovo corso narrativo. Goku può evitare di morire contro Raditz e Crilin può prendersi la rivincita contro Vegeta, per fare qualche esempio, finendolo senza pietà dopo aver combattuto contro Goku, e questo può generare importanti novità nella linea narrativa della serie. Siamo sicuramente di fronte a una delle scelte più azzeccate di tutto il lavoro di Spike Chunsoft, anche perché di tie-in dedicati all’universo di Toriyama, tutti veramente ridondanti fino allo sfinimento, ne avevamo già troppi. Il vero problema di Dragon Ball Sparking Zero è rappresentato dall’assenza di contenuti “seri” per giocare comodamente con gli amici. L’assenza di un vero multiplayer in locale si fa sentire oggi su Switch 2 come si faceva sentire al day one su PlayStation e via dicendo, e questo continua a rappresentare, almeno per la mia idea di divertimento videoludico, un grande limite. Per il resto, comunque, i contenuti non mancano di certo. Tra i classici match online, classificati e non, le battaglie personalizzate, condivisibili anche con gli altri giocatori da tutto il mondo, e tutti i vari Tornei, che rappresentano una piccola chicca, di certo non vi annoierete. Specialmente oggi, magari seduti comodamente sul divano di casa. Ora fa anche freddo. [caption id="attachment_1112624" align="aligncenter" width="1200"]
Pronti a sparare tante onde energetiche?[/caption]
Un porting veramente pigro
Per quanto il titolo possa essere potenzialmente molto divertente, specialmente per gli appassionati di Dragon Ball, è abbastanza evidente che la versione per Nintendo Switch abbia più di qualche problema di natura tecnica. Non sarebbe nemmeno un vero problema se il titolo non fosse un picchiaduro tanto frenetico e spettacolare, ma considerando la natura stessa del gioco, un sequel spirituale (e non solo) dei tanto amati alfieri della scuderia Budokai Tenkaichi, il risultato finale non può essere accolto con un po’ di malumore. Sarò spietato: giocare a Dragon Ball Sparking Zero su Nintendo Switch, a livello di resa visiva e di feedback dei comandi, è poco entusiasmante. Senza contare la “povertà” in termini di pixel, con una risoluzione massima, anche in modalità docked, molto risicata, che fatica a raggiungere la quota minima del Full HD, ho trovato l’esperienza di gioco eccessivamente compromessa dal frame rate. I 30 fps, per un gioco del genere, stanno iniziando a diventare veramente anacronistici, e sono sinceramente convinto che si sarebbe dovuto e potuto fare di più nel garantire alla conversione sui lidi di Nintendo almeno lo stesso frame rate delle altre console. Va detto, però, che l'upscaling funziona molto bene e la resa finale non è così malvagia. Anzi. I 30 fps sono veramente pochi, specialmente per un picchiaduro Dragon Ball Sparking Zero. Dopo aver provato il titolo su PC (d’accordo, è un confronto un po’ “pesante”) passare sulla versione Switch 2 è stato veramente traumatico. Non immaginavo, sinceramente, che si potesse sentire così tanto e, invece, ho dovuto ricredermi. Giocare con un frame rate è risultato veramente deludente, ancor più che con Street Fighter 6, anche perché la vena spettacolare e super frenetica, tipica della serie e dei lavori di Spike Chunsoft, viene pesantemente compromessa. Ho apprezzato molto di più giocare in modalità handled, perché alcune magagne di natura tecnica, paradossalmente, vengono un po’ smussate. Considerando anche la generose dimensioni del mio televisore, ho trovato maggior serenità nel giocare sul divano o in giro, anche perché, come ho già detto, sullo schermo di Switch 2 il quadro generale risulta un po’ più piacevole e meno “sporco” da vedere e la latenza dei comandi, accentuata dal frame-rate, sembra essere meno evidente. [caption id="attachment_1112625" align="aligncenter" width="1200"]
Tecnicamente risulta più grezzo, rispetto alle altre versioni[/caption]
Combattimento a colpi di Joy-Con
Diventa evidente, quindi, che il più grande plus della nuova versione è rappresentato dalle possibilità peculiari della console di Kyoto. È ovvio che, pur con le dovute limitazioni sopraelencate, da giocare, considerando la possibilità di farlo direttamente sul divano, in giro sui mezzi o in pausa pranzo, diventa decisamente più attraente. I 30 fps sono brutti anche in modalità portatile, certo, ma hanno un sapore diverso, come ho già avuto modo di spiegare poco sopra. Se devo essere proprio del tutto sincero - ma forse è colpa anche delle mie mani piccole - entrare troppo nel “tecnico” può diventare complesso. Alcuni comandi sono difficili da padroneggiare e quando le cose iniziano a farsi “serie” la gestione dei vari attacchi diventa nettamene più problematica. Giocare in portabilità, però, rimane comunque molto figo. Anche considerando l’impatto visivo, generato dall’ottima resa cromatica del pannello di Switch 2, la godibilità del gioco, sempre e comunque molto spettacolare anche alla vista, si assesta su livelli decisamente più elevati. Uno degli aspetti più interessanti è sicuramente il supporto ai Joy-Con e, ovviamente, Joy-Con 2. Con la versione Switch 2, oltre a poter sfruttare i Joy-Con per aumentare il numero di partecipanti alle battaglie in co-op, è possibile utilizzare i “gesti” per attaccare e, ovviamente, per lanciare le vostre tecniche preferite. Non è nulla di rivoluzionario, certo, ma è comunque un ottimo plus per poter vivere l’esperienza in maniera più diretta, palpabile. Il problema è che, dovendo gestire sia gli attacchi normali, sia quelli speciali, diventa tutto eccessivamente caotico e meno divertente di quello che si potrebbe immaginare. Indubbiamente, trattandosi di un titolo che fa molto affidamento sulla licenza, su questo “limite”, ne sono convinto, molti giocatori potrebbero anche passarci sopra, senza troppi problemi. Utilizzare il giroscopio di Switch 2 rende i combattimenti decisamente più interessanti e particolari. A essere onesti, però, io ho preferito - comunque - continuare a utilizzare il Pro controller, anche per assicurarmi una resa più tradizionale e per poter gestire al meglio tutte le varie meccaniche di gioco. Per divertirsi, però, i Joy-Con sono veramente fighi. https://youtu.be/5DnXCdwLlX8Dragon Ball Sparking Zero Recensione Nintendo Switch 2 | Conclusioni
Il porting di Dragon Ball Sparking Zero per Nintendo Switch, in particolare Switch 2, ci ha un po' deluso. Senza contare l’assenza di nuove, vere, feature d’impatto, è proprio la natura “tecnica” a rovinare l’esperienza. Con un frame-rate bloccato a soli 30 fps in tutte le modalità e una mole poligonale molto bassa, sia in docked che handled, siamo di fronte a una conversione pigra e di scarso impatto visivo. Ed è un peccato perché, diciamocelo, Dragon Ball vive anche di prodezze visive e, in questo caso, siamo veramente lontani dalla “sufficienza”. Rimane, comunque, un titolo divertente, un tie-in perfetto per i fan, ma con un po' d'attenzione in più avremmo potuto avere tra le mani, letteralmente, il titolo di Dragon Ball definitivo.L'articolo Dragon Ball Sparking Zero Recensione Nintendo Switch 2 proviene da GameSource.
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